prossimità sociali. CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA (CHE PIOVE SEMPRE SUL BAGNATO)


Spes quae differtur, aggravat animum ossia “speranza differita ti accorcia assai la vita”. Dopo anni di ingiuriosa inerzia, la procura deve risponderne


Il nodo è tutto del Pm Coletta che non intende vedere
un Curreli che tira dalla parte di don Biancalani


FINCHÉ NON INTERVERRÀ LA PROCURA

VICOFARO PUÒ METTERSI L’ANIMA IN PACE


 

Il comitato dei residenti di Vicofaro su Tvl

Cari membri del comitato residenti di Vicofaro…
Ieri pomeriggio, alle 18:30, alla vostra conferenza stampa c’era anche il giornale clandestino Linea Libera. C’eravamo io e Alessandro Romiti. Vi abbiamo ascoltato parlare; il vostro avvocato, Alberto Barni, e voi.

Abbiamo apprezzato (ma solo entro certi limiti) anche i vostri “toni medi”. Ma in un boscabbaccano come la realtà di Vicofaro, cari residenti martirizzati da un’accoglienza che vi è stata imposta a forza dagli antirazzisti/antifascisti catto-accoglientisti, siete destinati – con tutto il vostro politicamente corretto – a fare la fine di quel cinesino fotografato dinanzi ai carrarmati comunisti in piazza Tienanmen. Non so se ricordate.

Non esistono più le mezze stagioni… La frutta? Acquetta! diceva il famoso Trio. Nessuno crede che si possano risolvere i problemi mettendo i fiori nei cannoni. L’epoca degli hippies è passata da un bel po’. E i democratici di oggi (e v’includo tutti: destre, centri eccentrici come Pier Ferdinando Casini, e sinistre alla Schlein e non solo) tifano per Zelensky, che spara (oltre a enormi cazzate) missili e bombe a grappolo come l’uva della Coop – tanto chi muore è il popolo.

Anche se Cuba è tornata in mano agli imperialisti americani, che la sfruttano in ogni modo (ma oggi va bene così), l’unica cosa che cambiò davvero la situazione dell’isola fu il comunismo sanguinario di Fidel Castro, non certo il pacifismo mellifluo di Giovanni Paolo II.

La verità effettuale di Machiavelli è chiara: chi ha il potere lo esercita; e quasi sempre male. Chi non ha il potere o si appècora o si ribella. Se sta a mezza via, lo fanno appecorare appoggiandogli lo scarpone chiodato sul capo. Il potere logora chi non ce l’ha…

L’avvocato Alberto Barni, legale del comitato

In tutti i discorsi di ieri pomeriggio (il Circolo Mcl di San Biagio si era impegnato a ospitarci, ma poi, con una meravigliosa educazione alla pistoiese, si è reso indisponibile senza avvertire nessuno e ci ha lasciato in mezzo a una strada), il vero neurone che dirige l’orchestra sballata di Vicofaro, lo abbiamo sentito rammentare solo una o due volte al massimo: e con una voce attenuata, quasi in sottotono, sussurrata.

Come se dire procura della repubblica, Tommaso Coletta, Claudio Curreli e Terra Aperta, fosse quasi una bestemmia o una macchia ignominiosa di schifido sessismo.

Ma il neurone ammalato, cari residenti di Vicofaro; quello che porta l’Alzheimer nelle vostre intimidite decisioni, è proprio e soltanto quello della procura della repubblica.

Un ufficio che rivendica il diritto di intervenire nell’osservare e fare rispettare le leggi, ma che, alla fine, come è accaduto a noi, fa rispettare solo le leggi scelte e interpretate da una compagnia di militi che non rispettano, quasi mai, il diritto di chi chiede i propri diritti, ma spesso e volentieri quello non dovuto a chi entra in mezzo senza arte né parte; senza rispetto di alcuno dei nostri valori: il migrante che appare soffuso dell’aureola del fratello sfruttato e reietto; e pertanto un Gesù da accogliere.

Non è così, cari vicofarini. Vi prendono in giro. Per Vicofaro è inutile qualsiasi mossa gentile e civile.

Per funzionare, Vicofaro avrebbe bisogno di una carrozza ferroviaria prenotata in cui 30, 40, 50 residenti si fiondano a Roma; si presentano a Palazzo Piacentini, in Via Arenula 70, e chiedano cortesemente, agitando dei bei cartelli, di essere ricevuti da Nordio.

Non per spiegare che le loro case hanno perso sette ottavi del loro valore di mercato, ma per riferire, con testimonianza diretta, che a Pistoia la procura della repubblica si rifiuta perfino di vedere l’ovvio.

È normale una «prossimità sociale» così stretta tra don Biancalani e il sostituto Claudio Curreli che aiuta i clandestini con la sua capofila Terra Aperta?

Che chi dovrebbe far applicare le leggi (tipo Claudio Curreli o Coletta o chi altri), in realtà le viola; sotto più aspetti. E nel caso di Vicofaro, con un’impostazione poco legal-giudiziaria e molto schieratamente ideologica, aiuta e favorisce gli immigrati pur riscuotendo lo stipendio da magistrato.

E non dovrebbe neppure stare a Pistoia a fianco della moglie (o ex moglie, come dice qualcuno), ma ci sta, ci vive, ci regna nella più assoluta indifferenza dei suoi colleghi della procura (il Pm in primis) e del presidente stesso del tribunale, Maurizio Barbarisi. In un ermetico silenzio complice.

Presentare educate domandine di mitigata sete di giustizia per i propri sacrosanti diritti di cittadini italiani, ha un solo effetto: far credere a chi ogni giorno viola quei diritti perché può permettersi di tutto, tanto i pistoiesi si piegano volentieri alle «autorità costituite». E anche fino al punto di rompersi la schiena nel battere la bazza per terra nell’inchino.

Nessuno, invece, deve rinunziare alla propria dignità. A Sarcofago City c’è un ordine degli avvocati che mugugna tutto quello che ho scritto, ma non sa togliersi – come dicono gli inglesi – il famoso dito dall’orecchio (da noi popolani ignoranti e rozzi è il dito dal culo).

C’è una camera penale, che chiacchiera, ma non ha nerbo e non riesce a dire (neppure in gruppo, in gregge), alla procura e al tribunale, che non si può andare avanti così.

Ci sono, poi, mille e una «prossimità sociali» che non consentono a nessuno di vivere dormendo fra due guanciali.

È per questo che il terzo piano del palazzo di giustizia se la riderà sempre e comunque di tutti e continuerà a vivere, bello, tranquillo e beato …
Cantando sotto la pioggia

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


 

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