PISTOIA. Dopo i fatti avvilenti di pochi giorni fa (sottolineate da altri lettori ai quali mi associo), quando all’autorevole artista concittadino Franco Petracchi abbiamo riservato uno spazio e un rilievo degno di un istrione di bassa lega, mi sono tornati alla mente alcuni nomi e altrettante opportunità che Pistoia si è lasciata sfuggire e che non ha saputo sfruttare.
Ma la cosa ancora peggiore è che si trattino da uomini sconosciuti che, oltre i confini comunali e nazionali, hanno credito da vendere. Si è organizzato per qualche anno quella che è considerata la corsa più vecchia del mondo , la Firenze Pistoia.
Rapido è stato il suo declino dopo la prima gara con le riprese in diretta effettuate da una tv nazionale e l’impiego di un elicottero con i panorami suggestivi che potete immaginare mostrati a tutta l’Italia. Poi un veloce declino sia in termini di nomi partecipanti che dello stesso tracciato fino alla scomparsa definitiva. Le uniche forze in campo erano quelle del già vetusto ma indomito Loretto Petrucci.
In questo specifico caso ci siamo dimenticati che a Casalguidi abitava il commissario tecnico della nazionale di ciclismo Franco Ballerini, al quale nessuno, mi pare, ha chiesto aiuto o almeno consiglio su cosa fare e come fare per non perdere quello che oggi sarebbe stato davvero un evento.
Sulla Sala abita, da tempo, Ugo Pagliai insieme a Paola Gassman ovvero un pistoiese doc, attore ultra blasonato al quale nessuno ha mai proposto la presidenza del teatro Manzoni o la collaborazione nelle scelte artistiche. Se qualcuno lo ha fatto non ne ho avuta notizia.
Lo stesso Pagliai potrebbe per esempio suggerirci almeno un regista in gamba e a costi contenuti adatto per mettere insieme una sfilata storica degna di una città vecchia di oltre 2000 anni?
Come dimostrato dalle varie riprese effettuate in piazza del Duomo, in occasioni di film storici, è possibile riportare il centro o parte di esso al medioevo con buona facilità e sufficiente approssimazione ma per fare questo occorrono conoscenze storiche, artistiche e scenografiche che mancano a coloro che fino ad ora, pur con lodevole impegno, si sono occupati del corteggio.
Analogo discorso potremmo farlo per Pierluigi Zollo attore e doppiatore al quale nessuno ha mai dato incarichi artistici istituzionali salvo sperticarsi in elogi pubblici al momento della morte.
Auguro a Petracchi e a Pagliai una lunghissima vita ma si ricordino che, alla fine del loro percorso terreno, Pistoia, che in vita li ha totalmente dimenticati, può garantire con matematica e ignobile consuetudine una splendida targa a ricordo della loro memoria e adeguato corredo di stantio pistolotto istituzionale magari fatto a viso aperto e con le lacrime agli occhi.
Fiore di Monozzo