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PISTOIA. «Niente è come sembra», dice una famosa espressione senza autore. Le cose paiono ma non sono e sono, ma non paiono. Il gioco della vita – e di quella delle persone in carne e ossa, a cui Renzi imporrà aumenti di benzina e di prelievi sui c/c bancari: dal 20 al 26%? – dipende da questo.
Mi spinge in questa direzione la vicenda dell’acqua, iniziata poco prima di Pasqua e a Pasqua pubblicata da La Nazione – anche su spinta del comunicato di Marta Quilici, portavoce del Sindaco Bertinelli – come un regalo per i cittadini non solo del Comune di Pistoia, ma di tutti i Comuni dell’area Publiacqua.
Alla ricerca dell’errore? Lì per lì non siamo in grado di trovarlo. Corretta è l’interpretazione del comunicato della Quilici (vedi), corretta la pubblicazione dell’intervento di Ginevra Lombardi, l’ex-Assessore epurato dalla Giunta Bertinelli. Ma… e qui inizia il «niente è come sembra».
Eravamo studenti e ci insegnavano a stare attenti perché due verità, in sé assolute e indiscutibili, accostate l’una all’altra potevano finire per creare un falso inoppugnabile. Ne volete un paio di esempi? Eccoli:
Esempio 1
- siete d’accordo sul fatto che il sale fa bere e bere?
- e siete d’accordo sul fatto che bere e bere toglie la sete?
- ma secondo voi è vero che il sale toglie la sete?
Esempio 2
- siete d’accordo sul fatto che qualsiasi gatto ha una coda in più di nessun gatto?
- e siete d’accordo sul fatto che nessun gatto ha due code?
- ma secondo voi è vero che tutti i gatti hanno tre code?
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Gli esempi sono, ovviamente, dei falsi sillogismi aristotelici o ragionamenti che ti portano, apposta, all’errore. Ma questo accade anche quando, dinanzi a due documenti, nessuno si prende la briga di analizzarli e di trarne – si direbbe – le debite conseguenze.
Rileggete ancora l’intervento-notizia della Quilici (vedi), poi confrontatelo con la sintesi della Nazione, poi – però – non limitatevi a una lettura corsiva della nota di Ginevra Lombardi: soffermatevi sui particolari che la studiosa ci offre, e decidete, solo dopo aver ragionato sui dati, se la notizia del non-rincaro è buona o farlocca. Non abbiate fretta, nessuno vi corre dietro: scoprirete che si dicono, pressappoco, le stesse cose, ma con prospettive (e conseguenze) assolutamente diverse.
A questo punto vi rimettiamo sotto il naso il documento-Lombardi (in colore diverso il testo originale, in nero, preceduto da un pallino, il nostro commento):
Nel 2013 Publiacqua ha incassato dalle nostre tariffe 182.872.262 di euro. Sembra che all’azienda siano rimasti in tasca 44.000.000 di euro. Questa cifra rappresenta il 24% di ciò che gli utenti pagano con le bollette dell’acqua, ciò significa che quasi un quarto di ciò che paghiamo nelle nostre bollette non serve a pagare i costi del servizio ma a garantire all’azienda gli utili, che come tali sono tassati con 13 milioni di euro dallo Stato.
• Publiacqua ha guadagnato 44 milioni lordi, meno 13 di tasse = resto di 31 milioni netti di guadagno. Il tutto ammonta – secondo la dottoressa Lombardi – al 24% di quanto paghiamo: come giudicherebbe, lo Stato giusto e santo, un interesse del 24% su un prestito preso in banca? A voi lettori la risposta.
A fronte di questi elevatissimi incassi [• da strozzo? – n.d.r.] la situazione delle reti non sembra essere di grande eccellenza. Gli acquedotti perdono il 38% dell’acqua distribuita, i sistemi fognari e di depurazione sono inadeguati e spesso non conformi ai requisiti di legge: siamo sotto infrazione dalla Comunità Europea e rischiamo una multa che oscilla tra i 12.000 e i 700.000 euro al giorno.
Paradossalmente gli utenti di Publiacqua oltre a pagare una delle tariffe più salate d’Italia si troveranno a dover pagare una multa per avere reti obsolete e fuorilegge.
• E vi sembra giusto che siamo becchi e bastonati per le multe europee?
Gli investimenti non sembrano essere urgenti e prioritari per l’azienda se è vero che, come risulterebbe dall’Ait (Autorità Idrica Toscana), negli anni passati si sono “persi” 69.000.000 milioni di investimenti, previsti dalla convenzione di servizio e presenti nello sviluppo tariffario. Dove sono finiti questi soldi?
• Avete capito bene. La dottoressa Lombardi sta dicendo che 69 milioni di € «previsti dalla convenzione di servizio e presenti nello sviluppo tariffario» non si sa bene dove siano finiti, pur essendo stati incassati, a quanto pare di capire.
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Il Piano degli interventi, che Publiacqua ha consegnato ai Sindaci, conferma che le priorità aziendali sono altre: il 20% di ciò che è stanziato per gli investimenti è assorbito dalla struttura di Publiacqua; il resto viene investito a servizio degli utenti dei Comuni serviti dall’azienda.
• Il 20% è un quinto degli investimenti, una cifra “enorme” – immaginate 20 € su ogni 100 che guadagnate! Bene: questa montagna di denaro è fagocitato dalla struttura di Publiacqua. Evidentemente l’azienda ha da pensare a sé.
Dal Piano risulta che 99.158.468 dei 495.258.442 di euro stanziati per gli investimenti da qui al 2021, saranno consumati per la “macchina” aziendale.
• Da qui (2014) al 2021 (sono 7 anni) quasi 100 milioni di € (99.158.468) dei quasi 500 milioni stanziati (495.258.442) «saranno consumati per la “macchina” aziendale»: si tratta di 191.997.566.834,36 miliardi delle vecchie lire, che divisi per 7 anni portano a 27.428.223.833,48 miliardi delle vecchie lire all’anno. Vi sembra che la macchina aziendale sia sufficientemente remunerativa?
Ad ogni Comune rimarranno in media 7 milioni di euro [• 14 miliardi di vecchie lire, non sono appena una… caccola? – n.d.r.], mentre l’azienda assorbirà da sola gli investimenti medi di 14 Comuni, spendendo così i nostri soldi:
- 20.000.000 di euro in software [deve spedire razzi su Marte…? – n.d.r.]
- 16.000.000 di euro in sistema informativo territoriale (mappe) [deve ridisegnare tutta la cartografia del centro-Toscana…? – n.d.r.]
- 4.750.000 di euro in ristrutturazione e nuove sedi
- 4.550.000 di euro in efficientamento gestione interventi – wfm
- 1.200.000 di euro in manutenzione immobili
- 4.000.000 di euro in aggiornamento e manutenzione parco automezzi [sono 8 miliardi delle vecchie lire! – n.d.r.]
- 640.000 euro per acquisto mobili e arredi
Si deve rilevare che queste scelte aziendali incidono sul patrimonio aziendale da riscattare, facendo aumentare i costi per la ripubblicizzazione. Costi che la nuova tariffa ha sensibilmente incrementato per la Toscana da circa 392 milioni a 1,2 a 1,5 miliardi di euro.
• Soppesate bene quest’ultimo capoverso. La dottoressa Lombardi – verosimilmente – sta dicendo che, con questo piano aziendale di Publiacqua sul patrimonio da riscattare (da parte dei Comuni), il giorno in cui arrivassimo a ripubblicizzare il servizio e ci dovessimo risobbarcare l’intero ambaradàn, Publiacqua ci sfilerà di tasca 1 milardo e mezzo di €.
In altre parole e senza offesa per nessuno, si starebbe facendo di tutto per succhiare ai toscani del centro tanti di quei quattrini da far girare la testa. E tutto questo alla faccia delle soluzioni partecipate che hanno ridotto il nostro Paese al disastro.
E le stelle delle Procure stanno a guardare?
One thought on “PUBLIACQUA 2014: NESSUN RINCARO MA LA MANNAIA CALERÀ LO STESSO”
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