publiacqua & arretrati. LA SERATA DI PONTENUOVO 1/2

Matteo Colombi, Publiacqua, a Pontenuovo
Matteo Colombi, Publiacqua, a Pontenuovo

PISTOIA. La “questione Publiacqua” ha una capacità di richiamare la cittadinanza senza pari: ieri sera, a Pontenuovo, la sala del circolo era piena, con diverse persone in piedi. L’interesse e la mobilitazione, inutile ripeterlo, derivano dalle richiesta di pagamenti arretrati e conguagli (sulla fatturazione di alcune voci tariffarie) giunte come un fulmine a ciel sereno a molti utenti da parte dell’azienda che gestisce il servizio idrico integrato: un monopolio naturale comprensivo di acquedotto, fognatura e deupurazione.

Tra l’altro con le tariffe più care d’Italia, come emerso in una puntata de La Gabbia che aveva appunto dedicato un servizio a Publiacqua come caso nazionale di inefficienza. Durante l’assemblea di Pontenuovo, che avrebbe dovuto come minimo ricreare un po’ di chiarezza nella comunicazione tra Publiacqua e l’utenza, sono tuttavia emerse più domande e interrogativi senza risposta che spiegazioni dettagliate e trasparenti. Alcune anomalie aziendali, ancora aperte, poste da alcuni partecipanti e da Rosanna Crocini, Ginevra Lombardi, Carlo Dami e Anna Biancalani, tutti del movimento dell’acqua sono:

-secondo il Co.Vi.Ri publiacqua ha incassato ma non speso 69 milioni di € nel periodo 2006-2009? Dove è finita simile cifra?

-si racconta che dal 2016 non si pagherà più la componente D2, cioè l’anticipo di lavori per fogne e depuratori, ma invece si pagherà il “fondo nuovi investimenti” che è ugualmente un pagamento anticipato

-il depuratore di Pontenuovo, realizzato dall’Asp, ha funzionato solo per pochi giorni; perché?

Il vicesindaco Daniela Belliti a Pontenuovo
Il Vicesindaco Daniela Belliti a Pontenuovo

La rabbia di molti contribuenti, chiamati a pagare alcune voci tariffarie riconosciute inesistenti dalla stessa azienda, è stata evidente fin dall’inizio e in alcuni momenti fomentata dall’elusività delle risposte date dai tecnici, a partire da Matteo Colombi, che in alcuni momenti ha raccontato la proverbiale supercazzola per sfuggire all’insistenza del pubblico.

Forse, perché consapevole del “gioco delle parti”, cioè che l’assemblea servisse solo come sfogatoio, ha addirittura sostenuto che «Publiacqua è leader in investimenti realizzati».

Un intervento di un rappresentate del movimento “Acqua Bene Comune” ha precisato che il malcontento è rivolto «non ai dipendenti di Publiacqua», che necessariamente devono difendere l’azienda, ma alla politica, «che ha la responsabilità della patologia economica» rappresentata dalla gestione del servizio idrico locale.

Voci da Palazzo di Giano fanno sapere che, visti gli esiti e le figure, non saranno più calendarizzati incontri con i cittadini.Il geometra Colombi ha proiettato la piantina di Pistoia evidenziata a colori verdi e rossi, usati per differenziare le zone servite e non servite da trattamento dei reflui.

L’obiettivo è uscire dalla procedura d’infrazione 2014/2059: per Pistoia sono previsti «25 milioni di € di investimenti, 14 dei quali per l’ammodernamento del depuratore, con cui realizzare 20 nuovi km di fogne e allacciare 35 (sic!) scarichi».

Un triangolo grosso modo esteso nella metà sud-ovest della città murata, così come zone periferiche, tra cui Pontenuovo saranno interessate dall’allacciamento. Colombi, tra tutte le questioni emerse, è stato colpito unicamente dalle affermazioni di un utente che ha manifestato con disagio la “lontananza” dell’azienda, affermando, come a rimarcarla: «mi spiace ci rifletteremo; nel 2003 vi abbiamo addirittura portato l’acqua che Pistoia non aveva …».

Stefano Cristiano (cda Publiacqua) prende appunti a Pontenuovo
Stefano Cristiano (cda Publiacqua) prende appunti a Pontenuovo

È poi stata chiarita la differenza tra fossa biologica e la fossa Imoff: per le normative vigenti solo la seconda, che a differenza della prima si è un processo aerobico, è appropriata per considerare lo scarico depurato: la vasca biologica, bi o tricamerale che sia, comporta invece lo spurgo periodico del bottino a carico dell’utente ma il refluo scaricato non viene considerato depurato.

Insomma, Publiacqua, ha caricato in tariffa a norma di legge la famigerata componente D2 per non far gravare gli investimenti sugli utenti serviti depurazione ma solo su quelli sprovvisti. Le variazioni tariffarie derivano da un’analisi approfondita sulle utenze non consentita dalla documentazione consegnata nel 2001 dall’allora Asp, municipale dei servizi pubblici cittadini che gestiva anche l’acqua. Peccato che ci abbiamo messo 13 anni a rendersi conto dello stato dell’arte!

Il vicesindaco e assessore all’ambiente Daniela Belliti ha chiarito che «l’attuale tariffica idrica modellizzata dall’Aeegsi (autorità energia elettrica, gas, servizio idrico – n.d.r.) non è rispettosa dell’esito referendario; per questo abbiamo condiviso il ricorso, perduto, al Tar della Lombardia e attendiamo la risposta del Consiglio di Stato.

La nostra volontà rimane quella di ripubblicizzare il servizio». A chi chiedeva perché Pistoia non avesse avvisato gli utenti aventi diritto al rimborso per la depurazione non dovuta relativamente al periodo 2003-2008, comunicazione effettuata invece dal comune di Poggio a Caiano, ha lasciato intendere che in ogni caso, anche con la sollecitazione diretta del comune, spettava per legge all’utente richiedere quanto dovuto: e in parte è anche giusto che sia il cittadino ad interessarsi. Solo i rimborsi dal 2009 al 2014 sono automatici, anche se non si sa quando arriveranno.

Infine la vicesindaco ha spostato la “questione Publiacqua” sulla politica nazionale, visto che comunque spetta al Parlamento legiferare sul tema acqua.

Assemblea sugli arretrati di Publiacqua a Pontenuovo
Assemblea sugli arretrati di Publiacqua a Pontenuovo

Presente, come all’assemblea di lunedì scorso a Lo Sperone, il rappresentante di Federconsumatori, che è rimasto zitto: la sua associazione, che ha inviato alla stampa due comunicati che invitano a pagare gli arretrati di Publiacqua chi tutela allora? Se un utente si decurta la quota non dovuta, illegittima secondo il comitato dell’acqua, pagando solo quella dovuta, l’azienda non può certo interrompere la fornitura. Certo, può nascere un contenzioso amministrativo.

In un contesto in cui esiste di fatto un’autorità fantoccio, l’Ait (autorità idrica toscana), e l’Aeegsi ha dimostrato di esser manovrabile secondo l’esigenza del monopolista, un’amministrazione che avesse inteso condurre una sana battaglia per un servizio efficiente trasparente avrebbe come minimo tenuto un atteggiamento duro verso Publiacqua, pretendendo ad esempio spiegazioni sui 69 milioni finiti nel nulla o nominando nel cda magari un membro del comitato dell’acqua, per esercitare un controllo autentico e rigoroso e pretendere la rendicontazione al centesimo dei soldi pubblici intascati con le bollette.

Si ha così ragione di ritener fondata la percezione di quei non pochi delusi del generale atteggiamento di remissione e compiacenza dell’amministrazione pistoiese verso Publiacqua. Stefano Cristiano, rappresentante pistoiese nel cda, coerentemente con quanto sopra, è rimasto in silenzio tutta la sera prendendo “appunti”…

[Lorenzo Cristofani]

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