PUBLIACQUA E PD? VADANO A LEZIONE DAL SINDACO DI SARACENA

Video de Il Fatto Quotidiano sull'acqua pubblica di Saracena
Video di Il Fatto Quotidiano sull’acqua pubblica di Saracena

SARACENA-PISTOIA. Già a fine luglio Il Fatto Quotidiano aveva diffuso, con un video, la clamorosa notizia dell’acqua di Saracena, comune di circa 4000 abitanti in provincia di Cosenza.

In sostanza l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico, Aeegsi, ha rilevato un’infrazione: l’acqua di Saracena, una delle poche in Italia gestita integralmente dal Comune tramite azienda speciale di diritto pubblico, è troppo economica e le tariffe devono essere aumentate per adeguarle alla media nazionale.

Da sempre cerchiamo di evidenziare tutto ciò che avviene in giro per l’Italia in merito al servizio idrico integrato perché riteniamo che la gestione di questo importante monopolio sia la cartina di tornasole per valutare l’efficienza e la serietà di chi amministra un Comune o governa un Paese. Specie dopo un referendum come quello del 2011 sulla ripubblicizzazione dell’acqua.

Renzi, il figlio e il personaggio misterioso...
Renzi in vacanza con l’amico Vannoni, presidente di Publiacqua, l’azienda che non investe e succhia soldi

In Italia invece, nonostante la Corte Costituzionale abbia riconosciuto con sentenza che l’esito del referendum è pienamente attuabile, il Governo Letta-Alfano, oltre a ignorare tutto ciò, a fine 2013, ha creato l’Aeegsi ampliando la precedente Autorità per l’energia elettrica e il gas: ha cioè assimilato un monopolio naturale come l’acqua a un mercato concorrenziale e liberalizzato come quello dell’elettricità e il gas, dove più operatori possono competere per offrire lo stesso servizio. Già qui le cose non tornano o forse, tornano perfettamente proprio perché in Italia.

In definitiva questa Autority, anziché multare Publiacqua perché a Pistoia, dove paghiamo le tariffe più alte d’Italia per un servizio che d’estate funziona a intermittenza (Candeglia a secco, Il Tirreno), non sono stati realizzati depuratori (e per questo i toscani pagheranno verosimilmente salatissime multe per infrazioni alle norme comunitarie), ma negli scorsi anni sono stati comunque divisi utili di 30 e 40 milioni di €, senza che andassero là dove servivano, cioè investimenti in infrastrutture, boccia il sindaco di un piccolo Comune ai piedi del parco nazionale del Pollino per una gestione efficiente e virtuosa degli acquedotti. Chi dovrebbe essere premiato e portato a esempio viene invece richiamato e invitato ad aumentare le tariffe!

Mario Albno Gagliardi, sindaco di Saracena
Mario Albno Gagliardi, Sindaco di Saracena

Abbiamo contattato e parlato a lungo con il sindaco Mario Albinio Gagliardi, già noto, e con riconoscimenti di associazioni ambientaliste, per l’impegno a favore delle eccellenze alimentari locali come l’olio e soprattutto nella battaglia intrapresa dai piccoli comuni italiani.

In merito afferma subito: «L’Anci ha concluso il suo ciclo, ha perso ogni rappresentatività. Accettando la chiusura dei Comuni con meno di 10mila abitanti, che costituiscono l’ossatura istituzionale del Paese, è divenuta un organo meramente burocratico, la centrale operativa del Governo, oggi Renzi, ieri Letta e ieri l’altro Monti (non so come abbia potuto riscuotere tanto consenso uno che ha fatto tanti danni come quella persona)».

E prosegue: «Ho un piede su uno sgabello e il cappio al collo; come me migliaia di altri Sindaci, costretti a aumentare le tasse locali o a chiudere il municipio. Io propongo una terza via, puntando sul patrimonio pubblico dismesso, ma ci sono troppi complici trai miei colleghi, che preferiscono l’appartenenza politico-lobbistica a quella di primi cittadini».

Una "caricatura vivente" ...
Una “caricatura vivente”?

Il sindaco Gagliardi ritorna, anche ironicamente, su quanto detto alle telecamere di Il Fatto, cioè che «Renzi è uno stronzo»: «Sono convinto di rispettare la lingua italiana, il Treccani è lo strumento per valutare l’adeguatezza delle parole».

Infatti, sul dizionario, il vocabolo originariamente riferito ad una certa sostanza organica, ha preso il significato di «persona inetta e incapace» e quindi perfetto per indicare, con Andrea Scanzi, una caricatura vivente che, nell’ubriacatura collettiva, ha restaurato tutto quello che c’era prima: non solo i parrucconi come i De Luca e gli Azzollini, ma soprattutto quella politica improduttiva e sprecona, funzionale alle grandi utility, lobby delle grandi opere inutili, gioco d’azzardo, armi, petrolio e monopoli vari, tutto a detrimento di un’economia moderna volta all’innovazione, all’occupazione e agli investimenti contro il rischio idrogeologico.

Sa di saper fare, il Sindaco, parla a ragion veduta: anche per il ciclo dei rifiuti aveva avviato un approccio imprenditoriale, abbandonando la logica regionale dello smaltimento per quella del riutilizzo, superando il conferimento anonimo dei rifiuti grazie alla tracciabilità dei sacchetti di ogni utenza.

Sempre Il Fatto, in un precedente video, ne dava notizia. «Prima tutto andava in discarica e spendevamo annualmente 370mila €, ora selezioniamo alluminio, ferro, carta e plastica, li mandiamo alle aziende del riciclo e guadagniamo 18 mila €».

Parla di qualità, a proposito delle frazioni merceologiche conferite separatamente, che è poi anche il pallino della toscana Revet, visto che solo le raccolte differenziate omogenee possono tradursi in materie prime seconde e cioè avere un valore economico.

Comunicato USB Publiacqua Free Benefit Pibliacqua SpA 16.7.2014
Comunicato Usb Publiacqua Free Benefit Pibliacqua SpA 16.7.2014

«Tra il ’75 e l’85 ero già sindaco di Saracena: ho sfrattato la Cassa per il Mezzogiono dalla gestione dell’acqua appropriandomi di captazione, adduzione e distribuzione. Mancava la depurazione. Sono tornato Sindaco nel 2007 in piena emergenza, creando il sottoambito territoriale di Saracena coerentemente con la legge Galli e con i criteri di efficienza, efficacia ed economicità che nell’Ato1 di Cosenza non c’erano.

«Mi sono così ripreso il depuratore nel 2010, con le cesoie e sotto lo sguardo dei carabinieri, e tutto il ciclo dell’acqua è divenuto pubblico, anticipando il referendum del 2011».Vedi anche qui e qui.

E poi l’affondo finale: «A settembre comincerà la guerra: anche la Regione Calabria, grazie al deleterio Sblocca Italia, intende creare un unico Ato dell’acqua e affidare il servizio, tramite gara, a un unico gestore. Mi opporrò in tutte le sedi, dal Tar fino alle piazze perché a Saracena il servizio c’è già e funziona bene, proprio secondo i dettami della legge Galli, efficienza, efficacia ed economicità. Assurdo poi non seguire criteri orografici, idrografici e di bacino imbrifero nella costituzione di un Ato».

In effetti, nell’amara consapevolezza che l’Aeegsi, come tanti altri carrozzoni istituzionali, è anch’esso divenuto un braccio armato del Governo di turno, e quindi non più garanzia per il contribuente, ci chiediamo, e chiediamo ai tanti professorini del Pd, se un’autority debba garantire il cittadino-utente oppure le rendite di posizione dei grandi monopoli che operano in acque torbide e in mezzo a sprechi e inefficienze.

Tanti sorrisi ... ma sull'acqua cosa dicono i renziani?
Tanti sorrisi… Ma sull’acqua che dicono i renziani?

«L’Autority non mi ha ancora notificato l’infrazione: appena lo farà il primo punto che contesteremo è il ricavo garantito al gestore. Sì, l’Aeegsi contesta che a Saracena il gestore non ricava a sufficienza: ma le tariffe devono infatti servire a coprire il costo di gestione del servizio sostenuto; il gestore, in questo caso pubblico, cioè il mio Comune, non si deve arricchire. Ho fatto, negli anni, gli opportuni investimenti, che la Sorical (il gestore di Cosenza – n.d.r.) invece non ha fatto, e pertanto le tariffe posso tenerle basse. Questo dovrebbe fare un amministratore».

Terminiamo qui la prima parte della discussione col Sindaco Gagliardi, rimandando ad altra occasione altri aspetti della sua amministrazione e del servizio idrico, una delle più grandi riforme dell’Italia liberale di Giolitti.

Non sarebbe male se ogni tanto qualche droide renzino, per usare un’altra espressione di Scanzi, o in generale gli ultrà del Pd, visto che in tutto il mondo tornano le società pubbliche per le reti idriche, chiedessero ai loro eletti di pronunciarsi in merito al percorso di ripubblicizzazione che nessun Pd vuole intraprendere.

Ci farebbe piacere se intervenissero direttamente gli eletti in Parlamento, come gli Onn. Bini e Fanucci, e in Consiglio Regionale, come i consiglieri Baldi (che se non sbagliamo ha un incarico di rapporti con il Governo), Niccolai e l’assessore Fratoni: spieghino perché il Pd intende mantenere e potenziare l’attuale modello fallimentare di Publiacqua, proiettato verso le altrettanto fallimentari utility del nord quotate in Borsa come Hera e Iren.

Parlino chiaramente se sono in grado, altrimenti vadano a lezione dal Sindaco di Saracena.

Vedi anche:

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4 thoughts on “PUBLIACQUA E PD? VADANO A LEZIONE DAL SINDACO DI SARACENA

  1. Questo sindaco Calabrese del comune di Saracena, Mario Albino Gagliardi, lo vogliamo Ministro dell’Ambiente, tutela del territorio e del mare e Ministro dell’Infrastrutture e trasporti. E’ sicuramente annotato nell’agenda rossa o nera che sia, dell’uomo di Rignano tra i Gufi ma non solo, tra quelli da asfaltare, Questo Sindaco, come ministro, sarebbe capace di far risparmiare tanti di quei miliardi di € che sarebbe salva dal massacro che stanno perpetrando da anni, non solo la sanità pubblica Italiana, ma tutti i servizi primari dei cittadini, ovunque abitino. Ma l’uomo di Rignano, il rottamatore non lo farà mai, questo deve rimanere il paese della corruzione, del degrado, del malaffare e nessuno come lui sta lavorando perchè la parte peggiore più corrotta, incapace, malavitosa, aumenti il suo potere nelle amministrazioni e in tutti gli apparati che governano questo malato terminale, l’Italia.

  2. Complimenti L. Cristofani,
    hai scritto un bellissimo articolo, su un’argomento molto delicato, scritto bene, ed hai trattato, con varie sfaccettature e portando esempi del sindaco del comune di Saracena, COME SI DOVREBBE GESTIRE IL SERVIZIO IDRICO, PERCHE BISOGNA GESTIRLO COSì, PERCHE DEVE ESSERE PUBBLICO E, se si vuole, COME SI FA A TENERE BASSI I COSTI DI GESTIONE.
    Quanto da Voi riportato, è drammaticamente Vero, ma l’italiano, è molto più concentrato sulle ferie della Blasi, più tosto che del Costume indossato dalla Belen ….. questo il ns governo lo sa, ci aggiunge una bella festa dell’UMIDITà con Tavernello a volontà …. ed il gioco è fatto: dopo expo, dopo la tav, dopo il mose, dopo gli scandali di Roma capitale con le cooperative rosse, quale miglior sistema per “inrigare” le casse di “qualche compagno” , se non con l’acqua?

    Complimenti per il bell’articolo, sperando che tutta la stampa dia risalto ad un argomento così importante e di interesse pubblico ….. io ritorno al mio forte APACHE a fumarmi il CALUMET DELLA PACE e non pensare a tutta questa SCELLERATA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO.
    PS: a luglio tutti i ns sindaci e sindacini della piana, hanno svenduto le proprie azioni per un pacchetto di patatine o poco più ….. perché i giornali non ne hanno parlato?

  3. Allora…sembra impossibile, ma l’Italia ha avuto un’epoca se non proprio felice, almeno dove le cose si facevano con un minimo di buon senso. Si parla degli anni tra i 50 e i 70. Le Regioni non esistevano, c’erano le Provincie e i Comuni. I cui poteri erano ben circoscritti e consistevano essenzialmente di far ben funzionare, con quello che passava Roma, le strutture amministrative locali e i servizi. Ogni Comune aveva i suoi uffici locali dell’acquedotto (che era comunale), dell’Enel e della Telecom (allora chiamata Sip). Non dico fosse tutto rose e fiori, ma i cittadini sapevano sempre dove andare a chiedere, se telefonavano trovavano qualcuno e non un risponditore e le cose erano senz’altro infinitamente meno costose, senza che i servizi fossero più scadenti di oggi. Ricordo in particolare che la vecchia Sip, prima di finire privatizzata era abbondantemente in utile e, ricordo che si poteva fare telefonate urbane illimitate al costo fisso di uno scatto per un prezzo di 200 lire (i 10 cent di oggi). Poi è arrivata la sciagurata riforma del titolo V della Costituzione, fatto da Amato,Prodi e compagnia, che ha moltiplicato i centri di spesa facendo esplodere il debito pubblico, moltiplicando le tasse che invece che trasferirsi dal centro alla periferia, si sono semplicemente aggiunte le une sulle altre. Un fallimento. L’esempio di quel sindaco è in fondo un esempio di ritorno al passato, ma con una mentalità gestionale moderna. Il problema è che mostra una strada che non è quella che fa comodo a chi vuole continuare a sperperare i nostri soldi. Come aiutarlo? Aiutiamolo, perchè così facendo aiutiamo noi stessi. Dobbiamo fare pressione sull’AEEGSI: qui i contatti…perchè non scrivergli? http://www.autorita.energia.it/it/contatti/contatti_dettaglio.htm
    Massimo Scalas

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