PUBLIACQUA, IL COMUNE DI PISTOIA E LE “TRE CARTE”

Gianfranco Ciulli
Gianfranco Ciulli

PRATO-PISTOIA. In relazione ad alcuni articoli di stampa apparsi venerdì mattina in riferimento all’Assemblea Publiacqua di Pontenuovo (Pt), il Coordinamento dei Comitati deve precisare quanto segue.

Abbiamo assistito alle più autoreferenziali enunciazioni dei Responsabili di Publiacqua che motivando la differenza del Mol (Margine Operativo Lordo della Società) rimarcati da alcuni partecipanti rispetto ad altri gestori idrici, la risposta di legittimazione sarebbe stata che loro sono più bravi nel fornire e ottimizzare i servizi.

Evidentemente se gli investimenti – come denunciato nelle stessa assemblea – sono il 56% di quanto programmato, unito ad una “rete colabrodo” (così recentemente definita mediaticamente dagli organi di stampa), i ritardi nelle riparazioni della Rete, evidenzia, a nostro modo di vedere, che l’Alto Margine Operativo è frutto di mancati investimenti, carente manodopera e assistenza sulla rete idrica.

Il Vice Sindaco Belliti – nel giuoco delle parti – ha confermato “l’assenza del ruolo e del potere della politica” e quindi ci domandiamo, cosa ci sta a fare se non è in grado di esercitare il Suo Ruolo? La stessa, ha però evitato di rimarcare che la “sudditanza e subalternità” della politica nei confronti dei Gestori e della Autorità Idrica è ben remunerata al momento dello stacco dei lauti dividendi per i Comuni: ecco che, quindi, si piangono lacrime da coccodrillo!

Ci risulta pure da “rumors” che i Comuni in difficoltà economiche sarebbero caldamente invitati a vendere (o svendere) le proprie quote azionarie e che tali entrate sarebbero addirittura svincolate dai patti di legge. Cosa non si fa per avere il “Gestore Unico Monopolista Controllore e Controllante”.

Ma la cosa più eclatante a nostro modo di vedere è il “giuoco delle 3 carte”.

Publiacqua o Publi€uro?
Publiacqua o Publi€uro?

Infatti, si chiede agli utenti di partecipare in via preventiva ai costi di un impianto di depurazione “che verrà”, ma di quale impianto di parla? Di un impianto di depurazione reflui misti (cioè utilizzabile con categorie diverse) ovvero con liquami residenziali ed industriali. Ecco allora che vanno fatte delle valutazioni appropriate:

  1. Se i cittadini sono chiamati ad anticipare parte del costo dell’impianto perché fare un “impianto misto”? Esso, è molto più costoso rispetto ad uno residenziale sia sotto l’aspetto sia di costruzione, ma anche di gestione e manutenzione?
  2. Forse perché con la tipologia “mista” si salva “capra e cavoli” con il Comune che risolve anche i problemi “dei poteri forti” scaricando i costi sulla collettività)? Perché altrimenti se il depuratore è solo per acque reflue residenziali, non c’è motivo alcuno di farlo “misto”.!
  3. Oltre ai maggiori costi di gestione sarà mica che i “fanghi di depurazione di impianti misti” considerati rifiuti speciali, potrebbero essere il carburante alternativo per l’inceneritore di Montale visto che gli obblighi per le raccolte differenziate dei rifiuti diventano sempre più efficienti (nei risultati) e dunque pressanti e cogenti? A Prato stanno progettando il Nuovo Inceneritore accanto a quello oramai vecchio ed obsoleto sempre all’interno dell’impianto di deputazione misto di Baciacavallo i cui fanghi dovranno essere bruciati.

Quindi riassumendo:

  1. La tipologia di impianto misto, costa di più, ma risolve molti problemi gestionali e lo pagano i cittadini.
  2. La tipologia di impianto “misto” ha problemi, soprattutto ambientali, ma con i costi di gestione più alti che “tutti” sanno bene, ma che tanto si “scaricano sui cittadini”.
  3. In ultimo per non farsi mancare nulla, con i fanghi “rifiuti-speciali” avremo pure il carburante per l’impianto di Montale, e quindi… torna tutto e si va pure a dama!

Perciò, questa dinamica è il giochino delle 3 carte, tutte piene, ovvero, cornuti, mazziati e tartassati!

Naturalmente quanto sopra è frutto di una valutazione del tutto opinabile del Coordinamento, sicuramente non condivisa “dagli interessati”, ma come si dice: il tempo sarà galantuomo.

Gianfranco Ciulli
Portavoce Coordinamento
Comitati per la Salute della Piana di Po-Pt

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One thought on “PUBLIACQUA, IL COMUNE DI PISTOIA E LE “TRE CARTE”

  1. Allora, parliamoci chiaro:
    1- il Comune di Pistoia come tutti gli altri sono in braghe di tela, visto il deficit pauroso accumulato in decenni di sperperi e quindi è ben felice delle tariffe altissime di Pubbliacqua e di tutto ciò che ne consegue. quello che non hanno ancora capito è che la gente ormai inizia a capire. Dal capire all’agire poi il passo non è semplice ma, ne sono convinto, arriverà.
    2- purtroppo non tutto è riciclabile e quindi una frazione minima andrà sempre incenerita, al netto del velleitarismo di certi ambientalisti. Però un conto è farlo come lo si fa a Montale, un conto è una regione che, dopo aver messo a punto il massimo del riciclo, può, in un unico impianto all’avanguardia, incenerire la restante parte

    Ai signori politici che se non facessero politica sarebbero disoccupati, chiediamo semplicemente di governare, senza assemblee pubbliche per confondere la gente, senza romperci l’anima ogni tre per due, ma procedendo con logica, raziocinio, onestà morale e legale, nell’interesse della collettività. E guardate che non è difficile, nell’Europa avanzata, avviene normalmente: in Norvegia, la nazione più ambientalista del mondo hanno conciliato l’estrazione del petrolio con una qualità ambientale che ci sognamo. Lì, cari signori del Comune e di Pubbliacqua, con il petrolio hanno costituito un fondo sovrano nazionale, che per legge non può destinare più del 4% degli utili alla spesa corrente (e men che meno a bonus e stipendi folli del CDA), il resto viene reinvestito in tutto il mondo al fine di mantenere elevato, il tenore di vita dei norvegesi tutti….
    Buona domenica

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