I GESTORI DELL’ACQUA SON DE’ MAGHI:
TI DANNO POCO E SEMPRE PIÙ TU PAGHI!
IN QUESTI GIORNI con la storia di Publiacqua ho fatto arrabbiare l’assessore Alessio Bartolomei. Giravano voci sull’aumento delle tariffe dell’acqua e, perciò, prima gli ho chiesto se aveva votato anche lui a favore di Publiacqua (ma Publi un corno! Meglio sarebbe dire Privat-Acqua, visto che il gestore più che gestore è un digestore dei quattrini del cittadino, a cui, molto spesso non rende nemmeno servizi efficienti e quantomeno dovuti – ma avremo tempo e modo di tornarci sopra…).
Poi, dopo che l’assessore si era sufficientemente scaldato, quando mi ha detto che certe notizie andrebbero stoppate con delle sante querele, gli ho risposto: «E perché? Non fai prima a dire che non è assolutamente vero?». Stacco.
Stamattina sono tornato sull’argomento perché le voci girano ancora di più e anche abbastanza velocemente.
E questa è stata la domanda: «Alessio, tu dici di no, ma a me dicono che, su 21 presenti, solo uno si è astenuto e non saresti tu. Perciò o smentisci con una nota o sono autorizzato a credere quello che mi dicono. Decidi tu…».
Alessio Bartolomei ha deciso. Ed ecco la risposta: «Semplice. Io non ero presente. Né io né Serravalle. Io ho partecipato alla riunione, ho detto le mie perplessità e me ne sono andato. Insieme al Comune di Serravalle».
Ho sentito Serravalle e Elia Gargini, portavoce del Sindaco lunardi, ha confermato gli eventi.
Tutti i particolari in cronaca li avremo nei prossimi giorni, ma una cosa va detta, chiara e sùbito: che Publiacqua/Publidanno dimolto fa gli affari suoi, intesi come interessi economici del capitale sociale, che con l’acqua, il suo uso e il suo abuso, ben poco hanno a che fare.
I Publi-acquisti si sono presi in gestione (?) la rete idrica dei Comuni che dicono di servire, e poi, grazie alla ruffiana inefficienza dei politici comunali (?) si sono fatti uno Statuto – tutto impastato da se stessi, con le proprie sante manine finanziaristiche –, con cui danno a intendere di poter scaricare ogni spesa manutentoria, molto furbescamente, sul groppone della gente.
E i politici (?) gli hanno fatto anche l’applauso: perché ai politici (?) della gente non gliene frega una minchia. A loro interessa di più un posto tranquillo e redditizio in una partecipata.
In altre parole, il piano di Publiacqua sembra essere molto ben congegnato e degno delle idee programmatiche montiano-radical-europee: incassare quattrini a pioggia, tappare qualche buco per strada sulle condotte marce o magari all’amianto salutare, e, delle manutenzioni, fare quello che i Benetton hanno fatto sulla rete autostradale, cioè buttarlo addosso a chi mantiene l’ambaradan – ovvero il popolo “gnorante e ciùho, maremma cane!”.
Politici del casino e degli interessi finanziari, dobbiamo proprio continuare ad andare avanti così? Ma si deve pentire solo Dante per aver rubato una banana all’ortolaneria di Palermo…?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Diritto di tutto e basta, Toscana Rossa
Ma è possibile che i privati si facciano ricchi con i servizi che la politica gli ha messo in mano tirandolo nello zipèppe alla gente? È morale, nipotini popolari di Berlinguer ti voglio bene che infestate la Toscana?