pulizie-san[t]ità. TOMASI: «IL COLPEVOLE? ROSSI, FINTO SOCIALISTA CHE FAVORISCE I PRIVATI!»

Alessandro Tomasi
Alessandro Tomasi

PISTOIA. L’inchiesta di Daniele Rovai in merito alle condizioni di lavoro delle addette alle pulizie dell’ospedale conferma tutte quelle che erano le preoccupazioni che le lavoratrici mi avevano espresso pochi mesi fa e che avevo reso pubbliche tramite articoli sulla stampa, un’interpellanza in Comune e un’interrogazione in Regione.

Un passo indietro

Nel 2013 l’inaugurazione del S. Jacopo fu accompagnata da forti preoccupazioni per le dipendenti delle pulizie. Nessun dei tanti “scienziati” che avevano voluto e progettato il nuovo ospedale aveva pensato che diminuendo la superficie della struttura potevano diminuire anche le persone addette alle pulizie.

Il motivo di un possibile ridimensionamento del personale non era solo quello ovviamente. Quando tutti i servizi si mettono in mano ai privati con la logica del massimo ribasso, e questi mirano al guadagno, il primo costo da abbattere spesso è quello del personale.

All’epoca tutte le lavoratrici riuscirono però a salvare il posto diminuendosi le ore di lavoro.

Cosa è successo nel 2016

Pulizie in ospedale [repertorio]
Pulizie in ospedale [repertorio]
Nonostante che nel 2013 vi fosse stato, intorno a questa vicenda, un forte dibattito, quello che è accaduto quest’anno rischiava di passare sotto silenzio se le lavoratrici, con coraggio, non mi avessero chiesto di portare la questione all’attenzione della politica.

Dal 1° luglio è cambiata la cooperativa che gestisce le pulizie. La Colser sostenendo di non rientrare più nei costi (si dice a causa anche delle tante sanzioni inflitte in seguito di numerosi controlli) ha lasciato tutto in mano alla Manuntencoop di cui il nostro Comune ha un pessimo ricordo legato alla gestione dei cimiteri (vicenda finita in contenzioso e in procura).

Nel frattempo però a fine gennaio 2016 (quando la cooperativa Colser sapeva già di lasciare l’appalto?) tutte le lavoratrici furono chiamate a firmare un contratto dove venivano diminuite, anche di molto, le ore di lavoro e quindi i costi complessivi.

Dai loro racconti – e l’inchiesta di Linee Future lo conferma con dettaglio – si evince che le operatrici si trovano a dover pulire 22 stanze con i bagni, le stanze comuni e gli ambulatori di un reparto, in sole 4 ore.

Il loro stipendio che va dai 700 ai 1000 euro conferma un costo lavoro di 5/6 euro l’ora. Le lavoratrici inoltre, a proposito di diritti, aspettano ancora i soldi dei contratti di solidarietà fatti a luglio 2014 e durati un anno.

In Consiglio Comunale

Con la mia interpellanza ho posto alcune domande:

  • La pulizia dell’ospedale è garantita al meglio?
  • Con l’igiene e la pulizia si può continuare a fare gare al ribasso nei costi?
  • Come è possibile che una cooperativa rinunci all’appalto perché non rientra nei costi e ne subentri un’altra di Bologna?
  • Come verranno tagliati i costi?
  • Sarà nuovamente il personale a subire le conseguenze?
Tina Nuti
Tina Nuti

A questi quesiti rispose l’Assessore Nuti, leggendo una lettera inviata dalla Asl dove in sostanza non si diceva niente e si davano generiche rassicurazioni.

Ad una domanda però non hanno risposto ed è la stessa che ripropone Rovai, speriamo che a lui vada meglio, ovvero: quanto viene pagato a Gesat per il servizio e quanto Gesat paga alla cooperativa che lo svolge?

Con questi dati si potrebbe capire chi ci guadagna e se il compenso dato alle lavoratrici è giusto.

Dico tutto questo sapendo qual è la risposta di chi fa parte di questo sistema di cose ovvero “c’è un contratto nazionale…”. E io dico allora la politica cosa ci sta a fare?

Chi rappresenta chi?

Prima di scrivere l’interpellanza ho avuto modo di partecipare, inviato da loro, a una cena auto organizzata dove erano presenti oltre 50 lavoratrici su un totale di 68.

La nuova cooperativa da lì a pochi giorni le avrebbe chiamate a firmare il nuovo contratto.

A quella cena fatta da sole donne ho visto tanto coraggio, perché ce ne vuole di questi tempi in cui il lavoro manca, a opporsi al proprio datore di lavoro, e volontà di non essere nuovamente penalizzate.

Dalla cena usci un documento firmato da tutte nel quale si diceva di non voler accettare nessun nuovo contratto che contenesse condizioni peggiorative.

sindacatiIl giorno seguente fui raggiunto da una telefonata di un componente del sindacato, che mi apparve infastidito dal fatto che qualcuno, non delle sua corrente politica, fosse intervenuto per difendere la lavoratrici. Una telefonata che metterò in archivio tra i momenti più bassi che la politica mi ha regalato.

Allora qualche domanda la voglio fare:

  • Chi rappresentano i sindacati?
  • Hanno fatto il possibile in questi anni per tutelare queste lavoratrici?
  • Cosa rispondono alle domande e ai dubbi che pone l’inchiesta di Linee Future?
  • Il nuovo contratto che hanno firmato le lavoratrici, invitate dal sindacato a farlo, con Manutencoop, è peggiorativo rispetto alle precedenti condizioni?

Credo che non risponderanno neanche a voi di Linee Future, o lo faranno con i loro comunicati stampa ricchi di numeri e riferimenti di diritto.

La questione politica e morale però rimane. Qualcuno ha deciso di far guadagnare i privati anche con la Sanità che dovrebbe essere un pilastro dello Stato.

Per farli guadagnare una delle caratteristiche deve essere quella di dare stipendi da fame e condizioni di lavoro durissime. A rimetterci, oltre alle lavoratrici, sono i pazienti dell’ospedale.

In tutto questo la sinistra tace. Non si toccano le cooperative! Ma tutto questo disastro ha un origine chiara: Enrico Rossi.

Proprio lui, quello che ora fa il socialista e si candida alla guida del Pd.

[*] – Consigliere comunale, ospite

Vedi anche: Risposta Asl – IS0534

Leggi anche: https://www.linealibera.it/wild-world-santita-san-jacopo-a-pistoia-care-le-mie-pulizie/

_____________

 

CARO TOMASI, IL CONFINO NON CI FA PAURA

 

bertolt-brechtANCHE SE MOLTI lo credono, non siamo nati ieri e non speriamo di salvare il mondo dagli squali. Hanno denti troppo affilati per farsi mordere da noi.

Nondimeno come quotidiano – che in troppi considerano, sbagliando, “minore” – non ci sentiamo in pace con la nostra coscienza se non diciamo quello che vediamo; se non lo denunciamo apertamente, a chiare lettere.

Cosa ci guadagnamo? Provvedimenti disciplinari dal tribunale dell’Ordine – che a nostro avviso obbedisce troppo alla politica toscana – e rinvii a giudizio con la scusa che diffamiamo a mezzo stampa questi pessimi manovratori che regolano indisturbati lo sperpero e il malaffare, facendosi beffe di noi.

Ma al mattino, quando ci alziamo e  ci facciamo la barba, non ci sputiamo in viso. Usciamo e andiamo a testa alta, senza problemi.

La ResistenzaPerché proprio noi, questo gruppetto sparuto di giornalisti e aspiranti tali, non dobbiamo rispettare né patti del Nazareno, né intese verdiniane, né fregnacce di Renzi-Boschi & C.

Non siamo stati mai sostenitori del Pci e non abbiamo mai tenuto una foto-santino di Togliatti sulla nostra scrivania; ma una cosa la abbiamo imparata e bene: che cos’è la Resistenza, quella vera.

Senza che ce la debba insegnare l’Anpi (che prende anche sputi in faccia dalla “piccola banchiera fiorentina”), noi la Resistenza la facciamo giorno per giorno.

E il confino non ci fa per niente paura!

Edoardo Bianchini

Vedi anche:

Print Friendly, PDF & Email

One thought on “pulizie-san[t]ità. TOMASI: «IL COLPEVOLE? ROSSI, FINTO SOCIALISTA CHE FAVORISCE I PRIVATI!»

  1. Innanzitutto, un sincero: “Bravo!” ad Alessandro Tomasi.
    E poi: ma si rendono conto, i signori del P.D, del sindacato (C.G.I.L in particolare), e tutti gli altri cortigiani al seguito, di quale “passata” hanno preso, loro “di sinistra” da uno che, molto probabilmente per errore, milita a destra ma, se non lo si conoscesse, non lo si potrebbe neppure immaginare? Una “passata” totale, in materia di lavoro, di diritti di fatto negati, di equità sociale che non esiste, di etica e di moralità finite sotto i piedi. E’, di fatto come se, (mi si passi il paragone calcistico) avessero perso cinque a zero in casa senza neppure fare un tiro in porta.
    Ed il peggio è che tutto quanto denunciato da Tomasi con la impressionante chiarezza che abbiamo potuto leggere, con ogni probabilità non troverà alcuna risposta, o, al massimo, risposte formali, superficiali, inconcludenti.
    Oppure: ma sì! Che sbadato che sono stato a non pensarci! Il P.D ha in squadra due “pezzi da novanta”; due pezzi incedibili sul mercato che, chi ce li ha, se li tiene ben stretti: Edoardo Fanucci e Massimo Baldi. Da loro una risposta seria, documentata e convincente arriverà di sicuro. Alessandro Tomasi, ma anche Edoardo Bianchini e tutti gli altri, abbiano fede!
    Piero Giovannelli

Comments are closed.