PIANA. Affollata assemblea pubblica alla Parrocchia di Fontanelle di Prato che presentava lo “stato dell’arte” sulla questione dell’impianto di incenerimento della società Gida che provvede allo smaltimento di acque reflue civili e industriali, con l’incenerimento in un forno apposito.
La serata ha visto la partecipazione di Gianfranco Ciulli del Coordinamento dei Comitati della Piana, il dottor Gianluca Garetti per Isde Italia, e di chi scrive, il Comitato per la chiusura dell’inceneritore di Montale.
Ciulli ha rappresentato le gravi violazioni procedimentali che sono sistematicamente attuate dalle amministrazioni pubbliche in materia di progettazione e indirizzo gestionale dei vari impianti, sia aeroportuali che di incenerimento dei rifiuti: i dati di valutazione delle condizioni ambientali devono essere attuali e non arretrate, come sancito da una recente sentenza del Consiglio di Stato.
Il dottor Garetti ha richiamato la più attuale evidenza scientifica di riferibilità delle patologie all’esposizione con sostanze cancerogene o interferenti con il sistema endocrino, emesse in quantità costanti da impianti di incenerimento, come sarà quello prossimamente costruito dalla Gida nel popolare settore di Prato Sud.
Il responsabile del Comitato ambientale Pratosud, l’ingegner Francesco Bellini, ha rappresentato il contesto fortemente urbanizzato dell’area, evidenziando con mappe colorate la prossimità di scuole e vari centri di aggregazione, tutti intensamente abitati ed esposti all’inquinamento.
Icastica la testimonianza di una residente che ha recentemente acquistato un appartamento nel fronte strada dell’impianto di depurazione di Gida: l’agenzia immobiliare che la portò a visitare l’unità in via di acquisto, le fece ben vedere quella del piano terreno, con giardino e alta siepe (a schermo) rassicurandola che era uguale a quella del terzo piano, alla quale venne introdotta solo dopo al rogito e dalla quale, poté vedere l’amena panoramica delle vasche di depurazione – assai nauseabonde, sopratutto in calma di vento – e il camino dell’impianto di incenerimento obsoleto e oggi in fase di rinnovamento.
La platea è rimasta sbigottita dalla notizia che nel 2007, dopo l’incidente dell’inceneritore di Montale, l’area venne individuata dall’Arpat quale territorio di studio (disponibile, perché neutro, alla definizione del fondo bianco) per la campionatura di animali da cortile utili alla verifica dei valori di diossina nelle carni: il campione di via Baciacavallo era stato inquinato da valori significativi di un inquinamento diffuso, ma certamente non riferibile all’inceneritore di Montale.
La serata è stata di grande importanza per i molti cittadini presenti che hanno immediatamente sottoscritto una lettera di invito al Sindaco Biffoni per un confronto più appropriato e aggiornato sulle effettive intenzioni dell’amministrazione.
[Alessandro Romiti]