QUANDO C’ERA BERLINGUER… OGGI, PURTROPPO, C’È VELTRONI

Benigni prende in braccio Berlinguer
Benigni prende in braccio Berlinguer

PISTOIA. Walter Veltroni conosce perfettamente la differenza che passa tra un film e un documentario, ci auguriamo: per realizzare il secondo, spesso, è sufficiente dare voce, volto e memoria ai testimoni; per allestire il primo, spesso, ci vuole tutto il resto.

Tutto il resto, in Quando c’era Berlinguer, il primo e auguriamoci ultimo film di Veltroni, non c’è. L’unica nota poetica è quella detestabile vena pseudocattolica con la quale il regista immagina che Enrico Berlinguer, una volta morto, sia tornato, trasportato dai marosi, sulla sua barca bianca e verde attraccata nel golfo di Stintino, tra le spiagge, meravigliose, della Pelosa e della Pelosetta, il mare della sua terra.

A parte questo commovente lirismo, gli altri 115 minuti occupati dalla pellicola – in questi giorni al cinema Roma, realizzata grazie ad una semplice ordinazione di Wikipedia e confidando su una serie di porte sempre puntualmente aperte alla propria ordinaria curiosità – sono un collage delle dichiarazioni, tra memorie e condivisioni, di alcuni vecchi, vecchissimi compagni che con il leader del Pci divisero e condivisero le ansie e le aspettative dell’eurocomunismo: Pietro Ingrao ed Emanuele Macaluso, Sergio Camillo Segre, il migliorista Giorgio Napolitano, oggi Presidente della Repubblica, il socialista Claudio Signorile (abbronzantissimo e in forma smagliante), che ha ricordato la reciproca diffidenza che condizionò i rapporti tra Berlinguer e Craxi, tra il Pci e il Psi, la figlia Bianca Maria, l’ex direttore-fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, il brigatista rosso Alberto Franceschini, l’ex capo-scorta e l’ex segretario del Pci della sezione di Padova, dove lo statista sardo morì l’11 giugno del 1984 a causa di un ictus occorsogli quattro giorni prima durante un comizio tenuto in piazza della Frutta.

Walter Veltroni
Walter Veltroni

Tra un ricordo e il successivo, alcune immagini della vita politica del segretario ininterrotto del Pci dal 1972 fino alla sua morte: in braccio a Roberto Benigni, durante una manifestazione della Figc; i cortei, biblici, di piazza San Giovanni a Roma, i coraggiosi interventi ai congressi del Pcus, quel tacito sodalizio con Aldo Moro, il comizio spontaneo dal terrazzo di Botteghe Oscure la notte del sorpasso alla Dc, l’attentato in Bulgaria, via Fani, via Caetani, i dibattiti televisivi, ricchi di ironia, sarcasmo e tante idee chiare, confronti politici su altri piani sintattici, attorno ad altre problematiche e soprattutto tra altri leaders. C’è spazio anche per una breve e lapidaria dichiarazione di Pier Paolo Pasolini, affidata alla voce di Sergio Rubini, così come quella di Berlinguer viene resuscitata da Toni Servillo.

L'Unità dà la notizia
L’Unità dà la notizia

In sottofondo, le musiche, originali, del grande pianista metropolitano Danilo Rea (che abbiamo incontrato, ascoltato e intervistato nel 2013 a La Màgia di Quarrata) e una gemma: le impressioni di Jovanotti, unico estraneo alla politica attiva intervistato per questo documento.

Elemento questo che lascia presagire un possibilissimo scoop: dopo essersi scoperto scrittore con il libro sull’Africa nera e povera e regista, con questo documento su Berlinguer, non è da escludere che Veltroni, quanto prima, dopo un irrimediabile flop politico, si scopra anche musicista.

Gli strumentisti di Jovanotti sono avvisati: tutti!

luigiscardigli@linealibera.it

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