QUANDO FIRENZE CHIESE ALLA FRANCIA LA GIOCONDA IN PRESTITO

La Gioconda
La Gioconda

FIRENZE. In occasione del centesimo anniversario del furto della Gioconda, avvenuto la notte del 20 agosto 1911 da parte dell’imbianchino italiano Vincenzo Peruggia, Silvano Vinceti presidente del “Comitato per il rientro della Gioconda nel 2013” chiese simbolicamente scusa a nome del Belpaese alla Francia con l’avallo della Provincia di Firenze, gesto attraverso il quale chiese anche che venisse presa in considerazione la richiesta da parte del sodalizio di far rientrare in prestito la Gioconda di Leonardo da Vinci a Firenze, per esporla come avvenuto già nel dicembre 1911.

Avrebbe firmato una petizione per lasciare l’opera dove si trova il più grande studioso di Leonardo, professor Carlo Pedretti, qualora l’iniziativa avesse preso corpo. Il pericolo, ovviamente, si sarebbe creato nell’eventuale trasporto della Monna Lisa dal museo transalpino Louvre, seppur si fosse trattato di uno spostamento di breve periodo.

Contrario all’idea anche il direttore della galleria degli Uffizi Antonio Natali, dal momento che il dipinto è una delle poche opere del catalogo di Leonardo e pertanto non è assolutamente da esporre ad eventuali pericoli.

Si era mobilitata invece Carla Fracci, in qualità di assessore provinciale alla Cutura di Firenze, affinché la Gioconda venisse riportata a Firenze.

La Francia, del resto, aveva posto il suo diniego pressoché immediato, per voce di Vincent Pomarede responsabile dipartimento delle Opere pittoriche del Louvre e di Frederic Mitterrand ministro della Cultura francese, sostenendo che un trasporto della Gioconda è inimmaginabile.

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