PISTOIA. Correva l’anno 1939 ed in Italia iniziavano a trovare applicazione le leggi razziali entrate in vigore nell’autunno precedente per mano del regime fascista. Così il pistoiese Israele Bemporad, allora studente di Giurisprudenza, riceveva una nota scritta a mano da parte dell’Università degli studi di Firenze dove si leggeva “Troncato gli studi perché di razza ebraica”.
Anche per questo Bemporad, allontanato dagli studi, divenne partigiano combattente nella formazione “Fantacci” delle brigate Garibaldi. Ne aveva ricostruito i fatti qualche anno fa il nipote di Bemporad, Stefano Bartolini ricercatore storico pistoiese, il quale aveva precisato che la sua famiglia, per parte materna tramite la madre Sara Bemporad, è ebrea ma mai stata sionista, vivendo la sua origine quale questione d’identità e non religiosa. Grazie alla ricerca, quindi, Bartolini, ottenne il riconoscimento di perseguitato razziale per il nonno, dopo 38 anni dalla scomparsa di quest’ultimo.
La famiglia Bemporad, a Pistoia, è nota per aver costruito l’omonima Torre in via del Can Bianco grazie al bisnonno di Bartolini, Riccardo, intorno al 1910. Israele Bemporad invece, dopo essersi diplomato nel 1937 al liceo classico cittadino “Niccolò Forteguerri”, si iscrisse appunto alla Facoltà fiorentina di Giurisprudenza ma le leggi razziali gli impedirono di continuare a studiare. Così nel ’39 il suo certificato di nascita portò il timbro “Razza ebraica” ed iniziò il censimento delle famiglie ebraiche pistoiesi, 52 in quel periodo, utilizzato poi per le persecuzioni vere e proprie a partire dal 1943.
Israele conobbe in quel momento la sua futura moglie proveniente da una famiglia emiliana cattolica, ma per legge le coppie miste sono vietate, così potranno sposarsi solo nel 1947.
Con l’occupazione tedesca la famiglia si rifugiò nel paese montano di Cireglio, fino a che Bemporad decise di unirsi alla lotta partigiana prendendo parte alla Liberazione.