QUANDO QUARRATA AFFRONTÒ MISS TOSCANA, LA BELLA FRANCESCA

Francesca Bandini
Francesca Bandini

QUARRATA. Lo sport è meraviglioso: tutto. Quando è passione, impegno, fatica, amore lo sport è unico: una delle cose più belle di questo sistema solare. La pallavolo, poi, è una disciplina sportiva che regala storie: singolari, fantastiche, ricche di pathos.

Prendete una partita di serie B2, campionato nazionale femminile girone E: Cus Siena-Blu Volley Quarrata. Per la nostra squadra, Quarrata, rappresenta l’esordio nel torneo, l’inizio ufficiale della stagione 2015-16. Per il Cus Siena il debutto, da matricola, in cadetteria minore. Un’emozione forte. Una gara come le altre? Potrebbe sembrare come tante altre e invece… e al contrario no è un incontro particolarissimo.

Ha una sua eccezionalità, come gli altri del resto. Perché il volley femminile è uno sport per ragazze e donne di talento & carattere, ma anche di forza e spiccata femminilità (e non trattasi di un controsenso, è proprio così). Nel Cus Siena, ad esempio, gioca, da centrale, l’attuale Miss Toscana, Francesca Bandini. 188 centimetri, specifica lei a cui gliene avevamo attribuiti 190, di qualità e bellezza, di stile e portamento, di fisico e doti tecniche.

Una 21enne che gioca a pallavolo (sul social network Facebook, la definisce “la mia vita”) da quando era soltanto una bambina, che è stata capitano della selezione regionale toscana e che ha preso parte ad alcuni ritiri delle varie Nazionali giovanili azzurre (“Ma solo ritiri, mai nelle rose-giocatrici”, puntualizza con una sincerità disarmante).

Francesca Bandini
Francesca Bandini

Non si dà arie la fanciulla, non pare camminare (o sfilare) a un metro e mezzo da terra, sembra invece proprio la classica splendida pallavolista, prima donna e poi atleta, che sa essere “determinata e agonisticamente cattiva in campo”, ma pure sorridente e cordiale fuori.

Nella sfida tra Siena e Quarrata, quindi, una, dieci, cento storie, con Francesca a ingentilirne. Lo sport, qualsiasi sport ha una magia tutta sua: bisogna conoscerlo, averne rispetto, mai paragonarlo ad un altro. Lo sport senza politica, senza strumentalizzazioni, è il sogno di bambino che si realizza, che diviene vita. E non importa assurgere a buon giocatore, fuoriclasse o addirittura campione.

Qualsiasi atleta è importante, vuoi perché fa spogliatoio vuoi perché porta il suo mattoncino alla causa, o ancora perché riesce nello studio o nella sua parabola esistenziale oppure perché ha gli occhi di Francesca. Che riflettono l’incredibile semplice bellezza dei giorni.

P.S. – Grazie a Francesca per l’utilizzo delle sue foto già pubblicate su Facebook.

Print Friendly, PDF & Email