QUARRATA. ACQUA TROPPO DURA, LE RICHIESTE DEI COMITATI

Acqua dura dai rubinetti a Quarrata
Acqua dura dai rubinetti a Quarrata

QUARRATA. [a.b.] Tra gli argomenti che i comitati dei cittadini non trascureranno durante il consiglio comunale aperto promosso per giovedì 12 novembre e che vedrà la presenza dei responsabili politici e tecnici di Publiacqua non mancherà quello sulla qualità dell’acqua potabile.

“Nelle frazioni quarratine della piana (Olmi, Vignole, Ferruccia, ecc.) da molti anni l’acqua è “estremamente dura”. Lo dimostra la foto di tutto il calcare tolto da un serbatoio per l’acqua calda di una caldaia – postata su facebook da Daniele Manetti –. Come si ricorderà un vaso simile venne mostrato dallo stesso Manetti nell’ultimo consiglio comunale aperto con Publiacqua.

“La durezza dell’acqua, che si misura in gradi francesi (°f), rappresenta – spiega Manetti – la somma dei sali di calcio e di magnesio presenti nell’acqua, che con il calore precipitano formando uno strato di durissima incrostazione. Perciò si parla di:

  •  Durezza inferiore a 5 °f Acqua dolce
  •  Durezza compresa tra 5 e 12 °f Acqua poco dura
  •  Durezza compresa tra 12 e 25 °f Acqua moderatamente dura
  •  Durezza compresa tra 25 e 37 °f Acqua dura
  •  Durezza superiore a 37°f Acqua estremamente dura

Durante il Consiglio Comunale aperto del 12 novembre 2015, contatteremo il gestore per avere delucidazioni e verificare tali dati”.

Nel 2009 le analisi effettuate sull’acqua avevano rilevato valori di durezza pari a 43,4 °f nelle frazioni della piana e percloroetilene) con punte di 5,8 microgrammi/litro e oltre.

Manetti elenca poi ad uno a d uno i danni provocati dall’estrema durezza dell’acqua:

Daniele Manetti
Daniele Manetti

“L’acqua potabile, pur rientrando nei limiti di legge è estremamente dura. In queste condizioni le incrostazioni diventano abnormi e si verificano anche a freddo per cui rovinano in poco tempo sia i rubinetti dei bagni e di cucina sia i bollitori delle caldaie che devono essere ripuliti con acidi se non addirittura cambiati con frequenza.

“Il calcare è un ottimo isolante termico , un’incrostazione di un solo centimetro su una resistenza elettrica o dentro un tubo dimezza la resa termica e raddoppia i consumi di elettricità e metano, alla faccia del risparmio energetico tanto voluto dai nostri politici.

“L’acqua con una durezza di 43 °f, una volta sottoposta a riscaldamento, fa precipitare all’incirca 430 grammi di calcare (pietre) per ogni metro cubo di acqua; alcuni cittadini hanno messo addolcitori, spendendo oltre mille euro per l’installazione, senza considerare che ci vogliono altri denari per i sali necessari ogni mese per la rigenerazione e per l’ordinaria manutenzione. È assurdo spendere tutti questi soldi per un acqua potabile che già paghiamo; l’acqua dura è poco adatta per usi alimentari e molti cittadini preferiscono comprare acqua confezionata in bottiglie di plastica o vetro”.

E continua: “Servono enormi quantità di detersivo per il bucato, poiché parte di esso in presenza di acqua estremamente dura forma sali insolubili con il calcio e il magnesio (più detersivi, più inquinamento). Tutte queste problematiche dividono i cittadini, creando utenti di serie A e serie B, infatti mentre nel centro di Quarrata è utilizzabile un acqua potabile di circa 15-20 °f ed i cittadini hanno pochi problemi legati all’acqua dura, nelle altre frazioni si devono spendere migliaia di euro per sostituire molto spesso caldaie e rubinetti. In momenti di crisi come questo, in cui molte famiglie con gli stipendi che prendono non riescono ad arrivare a fine mese, è molto difficile sostenere spese così gravose”.

“Durante il prossimo consiglio comunale – spiega Manetti – chiederemo quindi che l’acqua potabile non venga prelevata dai pozzi della Provincia di Prato e che sia trovata una soluzione urgente per risolvere questo delicato problema che assilla i cittadini delle frazioni da oltre 5 anni e che siano resi pubblici i lavori da fare e i costi.  Secondo noi le soluzioni potrebbero essere le seguenti: a) prelevare acqua potabile dall’invaso del Bilancino; b) prelevare acqua potabile da Pistoia; c) prelevare, dopo la ristrutturazione, acqua potabile dal bacino di Gello.

“Il problema deve essere risolto iniziando immediatamente con soluzioni provvisorie per poi passare a soluzioni definitive. È impensabile che la Provincia di Pistoia, con zone di montagna ricche d’acqua alle spalle e una fra le più piovose d’Italia, per le politiche ambientali miopi ed egoistiche adottate fino ad oggi, si debba rivolgere alla Provincia di Prato e Firenze per il fabbisogno di acqua potabile nei Comuni di Quarrata, Agliana, ecc.”.

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