quarrata. CATTURATE E SOPPRESSE LE NUTRIE DEL FERMULLA

Sale la protesta dopo la segnalazione di Damiano Monnicchi. Scende in campo anche Legambiente?

Il post di Damiano Monnicchi su facebook

QUARRATA. Parte da Quarrata un grido di protesta contro la soppressione delle nutrie. A lanciarla è Damiano Monnicchi che ha pubblicato su facebook un post allarmante in difesa di questa specie:

“È finita, verranno  uccise, non potranno più nuotare libere. Lo Stato, la Regione, l’Europa e l’ingiustizia morale hanno deciso. Così le nutrie che vivevano libere e rallegravano le passeggiate sull’argine del Fermulla sono state catturate e verranno uccise.

Tutto legale, tutto a norma di legge. La legge degli uomini lo impone, non si valutano alternative, troppo dispendioso. È molto più conveniente prenderle e sopprimerle. La loro colpa è essere nel posto sbagliato, non per loro volontà ma sempre per colpa degli stessi uomini che adesso si occupano del loro sterminio, un pò come i cinghiali ma questa è un altra storia.

Addio piccole creature, perdonatemi se non ho potuto fare niente per salvarvi, spero che per voi esista un posto migliore…”.

Ha ragione Monnicchi purtoppo nell’affermare che è tutto legale. Lo prevede il piano di gestione nazionale della Nutria Myocastor coypus del marzo 2018 elaborato dal Ministero dell’Ambiente e dall’Ispra e soprattutto il piano di controllo approvato dalla Regione Toscana in vigore dal maggio 2019 e con validità fino al 31 dicembre 2023 (leggi qui dalla pagina 82 in poi).

Monnicchi mentre stava passando dal ponte si è fermato ed ha assistito al momento in cui stavano portando via dentro un furgone una coppia, probabilmente una madre con il cucciolo.. “Con le manine afferravano le sbarre della gabbia, come a chiedere aiuto” scrive.

“Gli usciva il sangue dal naso, vedere certe cose e sapere la fine che da lì a poco avrebbero fatto è davvero difficile da tollerare..”. Una situazione di grande impotenza.

Della questione sono state informate le associazioni animaliste e anche Legambiente Quarrata ha annunciato un proprio interessamento.

In Toscana la nutria è ampiamente distribuita soprattutto in territori di pianura e collina dei distretti del Pistoiese, di Prato, lungo la costa da Massa a Livorno, in Val d’Arbia, in Val di Chiana e nel Grossetano. Gli impatti negativi rilevati sono soprattutto agricoli e a carico delle sponde di canali e fiumi. I danni agricoli stimati nel periodo 2007-2014 sono comunque  limitati a 48.748 €. L’indice di gravità stimato è 5. In regione sono attivi piani di controllo, mentre l’eradicazione è ritenuta non fattibile.

Un tratto di alveo del Fermulla

Considerando l’ampia distribuzione regionale della specie e gli impatti esercitati la gestione deve essere indirizzata al controllo (Aree D), finalizzato a limitare l’impatto soprattutto alle arginature e alle sponde di canali e fiumi, implementando una raccolta dati utile a verificarne l’efficacia secondo le indicazioni del piano.

In Toscana il piano prevede che per fronteggiare situazioni contingibili ed urgenti derivanti dalla presenza della Nutria in ambito cittadino i Comuni possono attivare, mediante specifiche ordinanze, il controllo della Nutria nelle aree urbane con l’uso esclusivo di gabbie trappola nel rispetto delle indicazioni procedurali e di rendicontazione contenute nel  piano stesso anche avvalendosi di imprese di disinfestazioni o pest control che hanno l’obbligo di operare con personale in possesso dei requisiti  normati tra cui il superamento di corsi di preparazione al controllo della Nutria previsti dall’art. 37 L.R. 3/94 e coordinati dal personale di vigilanza delle province.  

Seppur catturate il piano stesso stabilisce che nel minor tempo possibile dal momento della cattura (entro e non oltre le 12 ore) si provveda al metodo eutanasico degli animali catturati con il trappolaggio tramite arma da fuoco o dispositivi ad aria compressa.

Ha ragione Damiano Monnicchi: nello stesso provvedimento della Regione Toscana si afferma che “le tecniche di controllo della riproduzione della Nutria presentano significativi limiti, che rendono tale alternativa gestionale non applicabile.

­“Interventi condotti mediante cattura, sterilizzazione chirurgica e successiva liberazione – si legge nell’allegato al piano regionale —  richiedono rilevanti impegni economici ed operativi, risultano teoricamente applicabili a piccola scala territoriale e su nuclei numericamente molto contenuti ed ecologicamente isolati, e non possono invece essere utilizzati per il contenimento numerico di popolazioni distribuite senza soluzione di continuità su ampi comprensori.. In conclusione si ritiene che né la sterilizzazione chirurgica, né la somministrazione di sostanze con effetto immunocontraccettivo, allo stato attuale, possano essere utilizzate per il controllo della Nutria”. 

Andrea Balli

[andreaballi@linealibera.it]

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