quarrata & cazzabùbbole. FESTA DELLA LIBERAZIONE E RETORICA DI STATO: IL SINDACO SPROLOQUIA AFFERMANDO CHE «LA PAROLA CHIAVE È RESPONSABILITÀ»

Un sindaco, caro Mazzanti, che ha il proprio assessore all’edilizia reo confesso di abusi – se è vero che ha disfatto i capannoni alzati dietro casa sua per mettere a ricovero i suoi camper; un sindaco che lascia giocare, a tutto campo, i suoi attuali avversari di opposizione (ma un tempo parti di maggioranza della sindaca più inutile di Quarrata) con piscine e chissà che altro tutto realizzato senza uno straccio di permesso o concessione; un sindaco che non risponde a nessuna domanda di nessun cittadino – forse perché non sa scrivere o non ha ancora imparato del tutto a fare la propria firma: che sindaco è?

I veri resistenti non si lasciano piegare
da nessun regime che pretenda di insegnare

 

 

FRA IL VERO E IL BURRÀKO

C’È DI MEZZO UN SINDÀCO

 


 

 

Sindaco Mazzanti, prima di parlarci di responsabilità, méttiti sempre la mascherina e fatti multare dal tuo Bai quando la maschera non ce l’hai!

 

DOBBIAMO IMPARARE da coloro che, con lungimiranza, dopo le macerie della guerra, ricostruirono il nostro Paese e gli donarono una delle più avanzate costituzioni al mondo, tutela e garanzia della nostra democrazia (nota 1).

Dobbiamo essere coraggiosi (nota 2), come furono loro, e riuscire a vedere oltre le macerie: immaginare il futuro che vorremmo e cercare di realizzarlo. Dobbiamo pensare all’ambiente (nota 3), alla tutela del nostro pianeta e di tutti coloro che lo abitano; dobbiamo pensare a tutta l’umanità e a come fare per superare le inaccettabili diseguaglianze (nota 4), create da un sistema economico iniquo (nota 5), tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, anche all’interno del nostro paese, dove la pandemia ha accentuato ancora di più il divario sociale (nota 6) e i solchi tra le classi sociali.

Dobbiamo far sì che stragi come quella avvenuta questa settimana nel Mediterraneo non abbiano a ripetersi. Dobbiamo intervenire pensando all’oggi ed anche alle nuove generazioni, che si troveranno a faticare sicuramente più di noi per trovare un lavoro che li soddisfi e li renda autonomi.

La parola chiave credo che sia Responsabilità (nota 7): verso l’altro, verso il pianeta, verso chi verrà dopo di noi. Una cosa, infatti, questa pandemia sicuramente ce l’ha insegnata e cioè che dai problemi o ne usciamo tutti insieme o non ne usciamo affatto (nota 8).

[Stralcio dal discorso di Marco Mazzanti
probabilmente scritto dal suo portavoce
]

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Il commento di
Zampadebole

 

VICINALI-INTERPODERALI E MONTALBANO. Le strade arancione le vedete o no? Devono restare aperte. E se sono chiuse devono essere riaperte. Ma sarete duri tutti quanti, procura compresa? Si rispetta così l’ambiente, Mazzanti? Diglielo, al Gelli, che smetta di perdere le mappe del Comune e riporti ordine nel caos!

 

QUANDO al Comune di Agliana era sindaco – se ben ricordo – Renato Risaliti † (anni 70-80) ed era provveditore agli studi di Pistoia il democristiano Giovanni Pedrini, i comunisti aglianesi, seguaci ed esaltatori di Magnino Magni chiesero di poter svolgere un concorso fra i ragazzi delle scuole aglianesi sui valori del 25 Aprile.

Pedrini rispose che con l’approssimarsi delle chiusure dei conti di fine anno scolastico, non c’era da perdere tempo dietro ai concorsi (di regime: ovviamente pensò…). Sollecitato dai duri & puri di Agrumia – direbbe la signora Blimunda – il “compagno Fortebraccio”, in prima pagina, sull’Unità, scrisse un corsivo che terminava dicendo a Pedrini «Si vergogni di essere com’è!».

Nessuno, a quell’epoca, si sognò di sentirsi offeso nell’onore e nel decoro della propria persona. Nessuno presentò querela in procura per la mancanza di rispetto e per uno “schiaffo di Agliana” (non di Anagni) così ben piazzato in faccia a un provveditore, che all’epoca non era certo un semplice bambolo.

Via della Magona, Valenzatico. Non vi sembra di vedere una piscina in giro? E perché la procura di Pistoia non si interessa di queste cose piuttosto che arrestare e perseguitare i cittadini che chiedono il rispetto della legalità?

Nessuno fece niente: non ci fu chi ricorresse ai giudici – come la signora Sabrina Sergio Gori, prònuba del sindaco Mazzanti, per essere stata definita “sindaca inutile” come in effetti è stata; né come un don Piergiorgio Baronti aggressivo, offensivo, bestemmiatore in pubblico, perché, con Linea Libera, un cittadino del Bottegone aveva protestato chiedendo di poter dormire in pace e non nel più assoluto casino della Capannina ed altre stupidaggini di ogni tipo come la querela (montata ad arte da “amici” suoi cari) del dottor Augusto Iossa Fasano che io, peraltro, non conosco; ed è quindi, oltreché improbabile, assurdo poter solo pensare che fosse mio (come scrive il signor Claudio Curreli) «disegno criminoso» danneggiarne la cristallina immagine.

Francesca Marini, avvocato, assessore alla Legalità. Ma lo sa cos’è la legalità?

Tutto questo discorso, che all’apparenza sembra fuorviante, è, in realtà, una considerazione di una logica matematico-einsteiniana.

Ripenso, infatti, alle retoriche stupidaggini pronunciate da un sindaco ancor peggiore e più inutile della Sabrina Sergio Gori. E mi scappa la battuta di Fortebraccio – vedremo cosa ne pensano i giudici, se mai – per il sindaco burrakìsta di 27 mila cittadini di Quarrata. Mi viene istintivamente da dire «Mazzanti Si vergogni di essere com’è!».

Ed ecco per quali motivi:

  1. la storia non insegna nulla se, a 76 anni dalla Costituzione più bella del mondo, esistono ancora sindaci che parlano di imparare mentre, ormai, dopo 76 anni di ripetizioni e di scuola, dovrebbero essere tutti dei professori di diritto costituzionale e di legalità applicata
  2. coraggiosi come i morti per la libertà oggi non ce ne sono. Si parla tanto, ma l’unico coraggio possibile è quello di festeggiare in piazza il 25 Aprile pensando che poi ci sarà sempre un bel pranzo o una pizzata al Parco Verde
  3. l’ambiente è un’emerita stronzata che solo un sindaco che lascia chiudere tutto il reticolo stradale delle colline del Montalbano e della piana, senza battere ciglio, e che permette di fare lo stesso ai sui uffici tecnici e alla sua polizia municipale, può assumere come oggetto di meditazione seria e credibile
    Un sindaco, caro Mazzanti, che ha il proprio assessore all’edilizia reo confesso di abusi – se è vero che ha disfatto i capannoni alzati dietro casa sua per mettere a ricovero i suoi camper; un sindaco che lascia giocare, a tutto campo, i suoi attuali avversari di opposizione (ma un tempo parti di maggioranza della sindaca più inutile di Quarrata) con piscine e chissà che altro tutto realizzato senza uno straccio di permesso o concessione; un sindaco che non risponde a nessuna domanda di nessun cittadino – forse perché non sa scrivere o non ha ancora imparato del tutto a fare la propria firma
  4. le inaccettabili disuguaglianze – checché ne dicano il signor Claudio Curreli, il signor Tommaso Coletta e tutta la procura di Pistoia, annessi e connessi, polizia giudiziaria compresa – a Quarrata le ha generate proprio il Comune: ad alcuni concedendo ciò che non doveva essere concesso; ad altri rovinando la vita grazie a questo “prolassismo” amministrativo degenerato, degenerante e assolutamente parziale
  5. Simone Niccolai, assessore all’edilizia. Aveva davvero costruito capannoni senza licenza? E se è vero, perché non si dimette? Anche questo è… responsabilità, caro Mazzanti!

    il sistema economico iniquo lo ha generato il globalismo democratico mondiale di cui i compagni sono stati locomotiva trainante di un’Europa mangia-Italia

  6. la pandemia non è la causa dell’accentuazione dei divario sociale, ma semplicemente la scusa (pròfasis direbbe uno storico greco che nessuno conosce) con cui incatenare il popolo al Caucaso dei governi non eletti da nessuno, ma pensati e voluti e portati avanti dalla sinistra democratica e repubblicana (anticostituzionale) di Giorgio Napolitano & Sergio Mattarella – sinistra assai ben favorita dal palamarismo osceno della magistratura
  7. responsabilità? È una parola che in bocca al sindaco Mazzanti fa la fine delle perle ai porci di evangelica memoria. L’unica responsabilità che Marco Mazzanti conosce, è quella che addossa sempre agli altri per scrollarsi di dosso ogni sua colpa e responsabilità a prescindere
  8. come possiamo uscire dai problemi? Non ne usciamo, sindaco, con gente come te, che i problemi tende a crearli e non a risolverli. È chiaro?

Ora che ho detto ciò che penso secondo le libertà che mi spettano per l’art. 21 della Costituzione più bella del mondo, concludo usando il refrain di Fortebraccio, tuo compagno carissimo: «Il sindaco Mazzanti si vergogni di essere com’è». Magari mi firmo, invece di Fortebraccio, Zampadebole

Buona giornata a chi non si lascia imbambolare dai discorsi.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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