quarrata, gioie & dolori. «ABBOCCANO?» CHIESE IL GANZINO CHE VOLEVA SMELEGGIARE IL PESCATORE CON UNA CANNA SENZA LA LENZA SULL’ARGINE DEL BISENZIO. «SÌ – RISPOSE LUI RIDENDO –. STAMANI TU SEI GIÀ IL QUINTO!». 7

La stessa cosa è successa al nostro amico Tiberio Bardi, da noi satiricamente definito, Imperatore (come Tiberio successore di Augusto) di Lucciano e di Frustino: Tiberio, infatti si sfavò di Roma e si ritirò a Capri; lui tornò di casa sul Montalbano e iniziò a farsi notare fin da sùbito…

 

Perché la gente non riesce a stare fermina? Perché prima interviene a sproposito, tira la coda al rottweiler che dorme e poi, quando il cane si gira e morde, corre dalla mamma a chiedere protezione? E soprattutto: perché la gente è supponente, maleducata, rozza e, quando arriva, entra sempre a gamba tesa? Poi si corre dall’avvocato e si fa ancor più confusione, non è vero Tiberio Imperatore di Frustino?

STA’ BONÌNO, STA’ AL TU’ POSTO:

NON TURBARE I DÌ D’OGÓSTO!


Francesco Berni è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo italiano. Da lui derivò un genere chiamato bernesco

 

 

A norma dei toschi,
A onor dei tedeschi,
Io canto il Milloschi
In versi berneschi.
           [Renato Fucini, Acqua passata]

 

 

 


Avvocato Berni, per favore legga bene anche questo esempio di civile educazione dell’Imperatore, suo assistito. Non si limiti a occhiolare e basta!

 

 

UNA MATTINA di primavera, una volta, lungo il Bisenzio, a Prato, un pescatore buontempone s’era messo a pescare lungo l’argine con la canna in mano: una canna, però, senza filo.

Un ganzino che credeva d’essere più furbo e con la voglia di prendere per il culo il presunto pescatore scemo, passandogli accanto si fermò e chiese: «Abboccano stamani?».

E il pescatore, ridendo, ma senza muovere lo sguardo alla punta della canna, rispose: «Sì. Stamattina tu sei già il quinto!».

La stessa cosa è successa al nostro amico Tiberio Bardi, da noi satiricamente definito, imperatore (come Tiberio successore di Augusto) di Lucciano e di Frustino: Tiberio, infatti si sfavò di Roma e si ritirò a Capri.

Come del resto il gentile signor Bardi, rifugiato a Lucciano e, perciò detto ironicamente – dato anche il tono sgradevole delle sue parole – imperatore di quel luogo o, più precisamente, di Frustino in considerazione del fatto che le castella e i terreni da lui acquisiti fra gli zotici poco intelligenti del contado, appartenevano, assai prima, a un tale di soprannome, appunto, Frustino.

Dopo che noi avevamo scritto alcuni articoli dell’inchiesta sui disastri ambientali di Quarrata, partita da Montorio-Lecceto, ma estesa su tutto il territorio del Comune di Mazzanti; quando cioè eravamo a sedere lungo il Bisenzio, canna (senza lenza) in mano, èccoti Tiberius che fa irruzione sulla scena e inizia a vomitare a destra e a manca.

A norma dei toschi (vedi sopra)…

Inizia con il definire i nostri come articoli demenziali (evidentemente non sapendo l’italiano, non sa cosa significa l’aggettivo); ci accusa di volere l’esproprio proletario (e se anche fosse? C’è una legge che ne vieta l’apprezzamento, considerata l’espropriazione per pubblica utilità? Ma lo fa pigliando per il culo dall’alto della sua conservatrice saggezza renziana (ha un cane di Italia Viva, il manager dei trasporti).

Dice di sentirsi in causa: ma chi, prima di lui indignado-incazzado, aveva fatto il suo imperial nome? Tratta quegli esseri inferiori dei campagnoli, appellandoli significativamente con il nesso «cani e porci».

Aggiunge (lui è un linguista dell’Accademia della Semola) che «questi articoli generici sono pura spazzatura» (ma lo sa cosa significa generico o tira a fare il pisano dato che pare che a Pisa abbia studiato?): e spazzatura è un complimento?

Chiede che facciamo i nomi dei colpevoli (?) e si propone lui stesso come «tirato in causa», perciò anche lui si ritiene degno di nomination.

Ci chiede di «dimostrare i fatti…, invece che calunniare la gente a casaccio» (Divino Cesare, è molto più italiano invece di che non invece che, come tu scrivi: a meno che tu non sia in grado di mostrare quali autori italiani lo adoperino – personalmente noi lo sappiamo e saremmo in grado di dirtelo, ma è bene che tu torni un po’ a scuola).

Chi è questo topo di città (urbanus mus) tornato di casa fra i topi di campagna (rustici mures)? Chi lo conosceva prima che si fosse autopresentato e in pubblico e con l’aria supponente da gioco del Sapientino della Clementoni, che finisce con l’accusarci di calunniare la gente? Lo sa, Tiberius, cosa significa calunniare? Noi non ci metteremmo la mano sul fuoco…

Tiberio Bardi. Prima si mette in posa, si fotografa e si stiàffa su Internet e poi invoca la privacy per avvocata? Ma siamo in Corea del Nord da Kim Jong-un o nel Paese del Bengodi di Palamara & Mattarella?

Dinanzi a tanta spocchia ora-vi-metto-tutt’apposto io, la cosa più importante riteniamo che fosse dargli una pettinatina ad hoc, come si fa con quei bambini maleducati che entrano in una bottega di cristalli, li toccano tutti mentre – in luccianese – la su’ mamma rompe i coglioni al banco e ne rompano aimméno una serqua (cioè metà dozzina d’òva nella terra dei cani e dei porci, come li definisce Tiberio il filosofo).

Allora s’avvicina una commessa, piglia ibbambìno per la mana, gli dà un bello strattone e il pupàttolo maleducato si mette a piangere e a strillare e corre dalla su’ mamma a chiedere aiuto. La scena si conosce bene tutti.

Tiberius, noto a Lucciano e Quarrata per aver dato un monte di buoni consigli sui social, facendo vedere la sua valentìa, noto anche per aver bisticciato più volte e con più persone, ed essere stato mandato a quel paese da diversi luccianesi sfavati della sua supponenza, corre dalla mammina a chiedere aiuto e ci fa recapitare, per Pec, questa spettacolare diffida-minaccia che, onestamente, fa tremare le nostre mutande.

Leggete:

Avv. Francesca Berni
Piazzale Falcone e Borsellino, 4 – 59100 Prato

Prato 04.08.2020

Via Pec lineestampalibera@legalmail.it                           Spett.le Linea Libera Pistoia

Rif.: Tiberio Bardi/Linea Libera

L’Avv. Francesca Berni, patrona di Tiberio Bardi

Formulo la presente in nome e per conto e nell’interesse del Sig. Tiberio Bardi che, con me, sottoscrive la presente per ratifica e conferimento dell’incarico, per rappresentare quanto segue.

Mi riferisce il mio cliente, circostanza che ho potuto apprendere anche personalmente dalla lettura dei documenti in mio possesso, che il giornale on line “Linea Libera Direttore Edoardo Bianchini”, di cui Codesta Società è proprietaria, nelle edizioni del 28.07, 30.07 e 31.07 u.s. avrebbe pubblicato articoli, redatti dal Vostro Direttore Sig. Edoardo Bianchini, nei confronti e sulla persona del Sig. Bardi.

Nei predetti articoli il vostro Direttore, come sopra individuato, dichiarando espressamente di “voler dedicare i propri articoli al Sig. Bardi, definito, più volte, l’imperatore di Frustino e Lucciano”, si dedica, appunto al mio cliente, persona privata e non personaggio pubblico, ascrivendo al medesimo attività non veritiere, (si legga, ad esempio, nell’articolo del 28.07 u.s. “gli hanno asfaltato la strada”, circostanza non corrispondente alla realtà), e proseguendo con altre asserzioni tanto inveritiere quanto denigratorie, sui titoli di studio e/o capacità manageriali del medesimo.

A ciò si aggiunga che nei medesimi sopra citati articoli, si arriva ad individuare, con tanto di allegazione fotografica, sia l’identità del Sig. Bardi, che la società ove svolge la propria attività che, addirittura, l’abitazione dello studio.

Ognuna di dette indicazioni viene, si ripete, corroborata e supportata da allegazioni fotografiche dettagliate in aperta violazione di qualsivoglia norma sulla privacy.

Stante ciò, invito e diffido Codesto giornale alla rimozione immediata da internet di tutti gli articoli che contengono riferimenti al Sig. Bardi, all’abitazione ed all’attività lavorativa, così come anche alle fotografie del medesimo Bardi, e mi riservo ogni azione nelle sedi competenti, nessuna esclusa, per i danni, tutti, che detto comportamento ha causato e sta causando al mio cliente.

Mi preme rilevare che laddove non venisse adempiuto a quanto intimato e diffidato, dovrò, mio malgrado dar corso al mandato già conferito per la miglior tutela dei diritti del mio assistito, nessuna sede esclusa.

Distinti saluti.

NOTE E ESEGESI AL TESTO

della minaccia di querela etc. etc. etc.

 

  1. Non l’ha messo il giornale su Internet questo: lo ha fatto Tiberius, cara avvocata Berni!

    «Mi riferisce il mio cliente, circostanza che ho potuto apprendere anche personalmente dalla lettura…»: è ovvio che l’avv. Berni ha orecchiato le lamentele di Tiberius, ma non ha letto gli articoli (fra magistrati, avvocati, giudici e polizia giudiziaria è usanza comune e certa, perlopiù, che le cose ci si facciano raccontare per far prima).
    Se la signora Francesca avesse letto davvero, non le sarebbe potuto sfuggirle il tono rozzo e aggressivo del suo gentile cliente e tutti gli insulti gratuiti rivolti a cose e persone che non lo sfioravano neppure.

  2. «l’imperatore di Frustino e Lucciano, si dedica, appunto al mio cliente, persona privata e non personaggio pubblico»: la signora Francesca commette un fondamentale errore di valutazione.
    Non importa che ce lo insegni lei che il suo cliente è un cittadino privato, ma se un cittadino privato entra in campo a gamba tesa, e tira calci negli stinchi a destra e a manca, diventa, immediatamente, persona di rilievo pubblico.
    Così Tiberius ha scritto e si è firmato su un facebook pubblico di Quarrata: dove sarebbe, perciò, il diritto alla sua privacy se non nel suo cervello e in quello (di parte) del suo legale?
    Non ci provi, l’avvocato. Non glielo consigliamo proprio, perché siamo stufi di stare a sentire minacce senza fondamento, strumentali e finalizzate solo alla compressione e alla conculcazione (vedasi Vocabolario dell’Accademia della Semola) dei diritti costituzionalmente sanciti (art. 21).
  3. Casa Bardi nella prateria di Lucciano. Ma su Google c’è anche l’abitazione del direttore e quella dell’avvocata Berni

    «ascrivendo al medesimo attività non veritiere, (si legga, ad esempio, nell’articolo del 28.07 u.s. “gli hanno asfaltato la strada”, circostanza non corrispondente alla realtà)»: le attività non veritiere, gentile avv. Francesca, sono tutte nella sua eccelsa fantasia legale, dal che – si torna lì – si vede che lei non ha letto un bel niente e si è fatta solo raccontare la questione per sommi capi.
    Qui non ci sono né Pm né giudici, ma linguisti e glottologi, che sanno bene sia quel che scrivono, che come lo scrivono.
    Pertanto prenda cortesemente nota: nessuno ha scritto che «gli hanno asfaltato la strada» ma la frase gira così: «finché (è vero? È falso? Dica lui) il Comune non gli ha generosamente asfaltato la strada sterrata che portava a casa sua, fin dinanzi all’uscio».
    Non basta quel «è vero? È falso? Dica lui» per dover togliere di torno quanto viene affermato, che cioè questa «circostanza non corrispondente alla realtà»?
    Siamo stati noi a chiedere e ora risponde lei, l’avvocato? Il suo Tiberius non sapeva scrivere e dirci (semplicemente rispondendoci e senza chiamare in causa un luminare del foro pratese) che nessuno gli aveva asfaltato la strada?
    Inoltre: il Comune di Quarrata riceve gli articoli ogni giorno, eppure nessuno di loro ci ha ancora detto che quella strada non è stata asfaltata. Allora, come stanno realmente le cose?
    Le conseguenze logiche le tragga da sé.

  4. «proseguendo con altre asserzioni tanto inveritiere quanto denigratorie, sui titoli di studio e/o capacità manageriali del medesimo»: circa i titoli di studio – roba di rilevanza e interesse pubblico, voglio sottolinearlo –, quale sarebbe la denigrazione, gentile signora Francesca?
    Il porsi la domanda «(se non abbiamo visto male, geologo [laureato? Ma non è detto… potrebbe avere interrotto prima] all’università di Pisa)» non significa un bel nulla: se è laureato, Tiberius lo dica o lo faccia dire a lei, pubblicamente e ufficialmente, perché in Italia ancora valgono (purtroppo) legalmente i titoli di studio, per cui su di essi non è invocabile alcuna privacy.

    Il cane di Tiberio Bardi è targato Italia viva? E ce lo abbiamo messo noi su facebook?

    Ha detto di avere studiato all’Uni-Pisa: ciò autorizza a chiedersi se si è laureato e in cosa e quando.
    Dunque: ci manda una copia del diploma di Laurea? Altrimenti lo chiediamo noi, come abbiamo fatto già per altre persone, all’Università di Torino, la cui segreteria ci ha risposto nel giro di appena 12 ore.
    Sulle capacità manageriali, poi, chi ha detto pio? Chi si è scomodato per dire che era un “manager discutibile”?
    Avvocato… le cortine fumogene non ci fanno paura. La faccia finita sùbito e dica pure a Tiberius di piantarla di fare la vittima, perché è stato lui a sagagnarci i maroni per primo!
    Foto: è il suo Tiberius che si è messo in posa su mezzo internet, rinunciando, di fatto, alla propria privacy di immagine, oggi sacra come la Costituzione, che nessuno, peraltro, rispetta – a partire dal non-presidente Mattarella. Ed è sempre lui che si pavoneggia su Linkedin.

  1. «A ciò si aggiunga che nei medesimi sopra citati articoli, si arriva ad individuare, con tanto di allegazione fotografica, sia l’identità del Sig. Bardi, che la società ove svolge la propria attività che, addirittura, l’abitazione dello studio»: in parte, a questo, si è già risposto. L’identità Tiberius la aveva già fornita da sé, compresa la società in cui e per cui lavora.
    Per quanto attiene alla sua abitazione, è il caso di ricordare, a lei e al suo pupillo, che, se non è un dato sensibile la residenza, tantomeno lo sarà la foto di una casa sulla quale il satellite di Google gira e fotografa ogni giorno.
  2. Perciò smettete di infastidire chi lavora con la vostra fuffa fumosa e capziosa.
    Ci spieghi, piuttosto cos’è «l’abitazione dello studio», perché è una definizione avvocatile davvero poco chiara e del tutto incomprensibile – almeno per noi comunissimi rustici mures, topi di campagna.

    L’Avv. Francesca Berni. Ci spieghi chiaramente cos’è, secondo lei e il Bardi, la privacy…

    Fermo quanto sopra, la scusa della privacy regge non più di un pannolino da neonato. Della privacy si sarebbe potuto propriamente parlare – che ne sappiamo? – nel caso che avessimo fatto illazioni e maldicenze, sviluppando il discorso su temi del tipo con quante donne Tiberius abbia avuto commercio carnale; o in quante risse e cazzottate si sia esibito in bar, stadi, piazze, circoli o discoteche.

  1. Per chiudere, siamo noi che qui, ufficialmente e pubblicamente, vi diffidiamo dal perseverare in azioni chiaramente intimidatorie con pretesti che incollano quanto la famosa (un tempo) Coccoina, intimandovi di smetterla.
    E ci preme far rilevare che, laddove non venisse adempiuto a quanto intimato e diffidato da noi, dovremo, nostro malgrado dar corso ad ogni azione per la miglior tutela dei nostri diritti di liberi giornalisti, nessuna sede esclusa, sia nei confronti di Tiberius che in quelli di chi lo abbia malconsigliato e spinto verso passi falsi.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Diritti costituzionali art. 21


 

La domanda è sempre la stessa: chi è che fa laureare così benevolmente i nostri studenti somari figli della scuola e della chiesa di don Milani?
Si laureano, forse, con le stagne d’olio, come diceva mio cugino Romano?


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