Che si trattava di una semplice sequela di rotture di palle onde stalkerizzare i confinanti, risulta evidente dalla risposta che fu data al Merlo, e dal fatto che, in séguito, tutte le scazzanti minacce capziose della Alberti non ebbero nessuna conseguenza, se non il prosieguo di sfavantissimi ulteriori atti emulativi che continuano anche oggi: e il più delle volte sostenuti perfino dal loro avvocato…
QUANDO BELA LA CAPRA E CANTA IL GALLO
VORDÌ’ CHE L’ÒVO È FATTO: VA’ A LEVÀLLO!
IN DIRITTO si definisce atto emulativo o atto di emulazione quell’atto, costituente esercizio di un diritto soggettivo, che non abbia altro scopo che quello di nuocere o recare molestia ad altri, configurandosi così come abuso del diritto [Wikipedia].
Un atto emulativo di alcuni dei residenti di Lecceto vi era già stato mostrato, con la risposta dell’avvocato Sirca di Firenze, nel capitolo 3 del romanzo Il Montalbano, zona di tutela ambientale un corno; capitolo intitolato quarrata, gioie & dolori. da dove parte e a cosa mira “la guerra dei roses” via di lecceto? 3 ad opera di Romolo Perrozzi, Antonia Compagnucci, Mara Alberti, Sergio Meoni, Margherita Ferri, Gianfranco Giuntini e Dario Mancini – tutti compattamente associati fra loro per infastidire a ufo e recare molestie a gratis.
Ma gli atti emulativi della corte dei miracoli, negli anni dal 2008 ad oggi, non sono mai finiti. Sono stati e sono come gli esami di Eduardo De Filippo. Sono continuati a gocciole, giorno per giorno, anno per anno. Anche grazie alla complicità passiva del fu comandante dei vigili urbani Oliviero Billi (piano piano vedrete tutti i documenti relativi ai fatti, dato che, io conservo anche le carte delle caramelle…).
Nel pezzo di oggi, di atti emulativi ve ne propongo uno squasso (a Porretta l’espressione squasso di pugnette significa un monte di seghe), perpetrato dalla signora Mara Alberti, dalla di lei madre Margherita Ferri e dal della madre compagno l’attivissimo signor Sergio Luciano Meoni.
Lo squasso lo fecero avere ai proprietari del civico 12 di Lecceto, attraverso l’avvocato Andrea Marino Merlo di Bagni di Lucca. Ecco cosa gli fecero scrivere, i gentili trapiantati a Lecceto:
Si è rivolta al nostro studio la sig.ra Alberti Mara, residente a Forte dei Marmi, quale proprietaria delle proprietà immobiliari poste in Quarrata, Pistoia, via Lecceto, confinanti con l’immobile di proprietà della sig.ra Pegoraro e utilizzato dalla sig.ra Bianchini, per segnalarvi le seguenti circostanze:
– I nostri clienti Vi diffidano dal parcheggiare le auto nelle zone di proprietà comune onde consentire il regolare passaggio da parte di altri mezzi (quali altri mezzi? e per andare dove, di grazia? – n.d.r.); oltre ovviamente dal lasciare libere le zone di proprietà esclusiva dei nostri clienti (e chi le avrebbe mai okkupate? – n.d.r.) ***. Vi invitano inoltre a far rispettare la proprietà dei nostri clienti anche da parte dei Vostri conoscenti.
– Segnalo come i cani di Vostra proprietà costituiscano fonte di rumore eccessivo così come parimenti un motore posizionato in un fabbricato posto a confine, che rimane continuamente acceso anche di notte (e non si è mai bruciato, Cribbio? Che supermotore! – n.d.r.), costituendo fonte di turbativa (la signora Mara & Co. si turbava per il motorino microscopico di una autoclave sistemata al chiuso e ad oltre 20 metri di distanza? – n.d.r.).
– È inoltre necessario affrontare da parte Vostra il problema relativo alle Vostre fognature che scaricano “a cielo aperto” in prossimità tra l’altro dell’abitazione delle nostre clienti. Come già sollecitato più volte, Vi invitiamo a provvedere quanto prima al fine di evitare ulteriori conseguenze.– Le stanze di Vostra proprietà poste in adiacenza al fabbricato di proprietà delle nostre clienti presentano la relativa copertura come bisognosa di urgente riparazione (ma in séguito, e senza chiedere autorizzazioni di sorta, ci pensarono la gentile Mara & Co.; e ci pensarono così bene che, addirittura, eliminarono dal tetto il camino dei confinanti in appoggio – n.d.r.) . Tale situazione è inoltre fonte di costante pericolo per le persone e cose, oltre che danneggiante per la proprietà della sig.ra Alberti.
Per quanto sopra Vi invitiamo a prendere contatti direttamente, o tramite il Vostro legale di fiducia, con lo scrivente al fine di individuare tempi e modalità per la risoluzione delle problematiche tutte sopra esposte.
Mi corre l’obbligo di preavvisarvi che in mancanza di Vostre sollecite risposte entro e non oltre 10 giorni dal ricevimento della presente comunicazione, ed in mancanza di una pronta risoluzione delle problematiche più urgenti, ci riserviamo di tutelare le ragioni delle nostre clienti nelle opportune sedi tutte.
Distinti saluti.
Avv. Andrea Marino Merlo
*** Occorre fare subito una nota, ricordando, a queste gentilissime talèe trapiantate a caso a Lecceto, che, grazie al loro assoluto senso del rispetto altrui, si sono appropriate, senza mezzi termini, di una discreta porzione di aia a comune, recintandola con tanto di cancellata. Vetete la foto che precede. Ma l’essenziale, come sempre, sono i 7 nani di Biancaneve che impastano i wafer…
Che si trattava di una semplice sequela di rotture di palle onde stalkerizzare i confinanti, risulta evidente dalla risposta che fu data al Merlo, e dal fatto che, in séguito, tutte le scazzanti minacce capziose della Alberti non ebbero nessuna conseguenza, se non il prosieguo di sfavantissimi ulteriori atti emulativi che continuano anche oggi: e il più delle volte sostenuti perfino dal loro ultimo avvocato.
Andrea Marino Merlo, infatti, evidentemente ritenuto inefficace in opere di minaccia e stalkeraggio, fu messo di colpo alla porta a favore di un principe del foro di Firenze, l’avvocato Roberto Ercolani, di cui vedrete strabilianti fuochi di artificio (in un caso anche grazie al silenzio di Oliviero Billi).
Ma ora godétevi la calibrata risposta impallinante alle osservazioni della signora Mara:
Alla sottoscritta, con animus assolutamente non bellicoso ma fiducioso in una soluzione quanto più possibile pacifica, conscia della portata della propria situazione giuridica di residente, importa segnalare, a Lei e, attraverso lei, alla Sua (o sue) Cliente/i in quanto proprietaria/e:
– come il pastore tedesco di proprietà dei residenti, Sig. Meoni e signora, oltre a costituire fonte di immissioni rumorose della cui normale tollerabilità si dubita, venga tenuto sovente sguinzagliato senza museruola – nonostante sia stato addestrato all’aggressione all’uomo sia pure a fini di difesa su porzioni di proprietà adibite a corti e passi a comune;
– come il vasto pollaio costruito adiacente alla proprietà della Pegoraro costituisca fonte di immissioni non soltanto rumorose ma anche odorose, immissioni della cui normale tollerabilità, come al punto precedente, è ragionevole dubitare; nonché possibile fonte di problemi igienico-sanitari;
– come le arnie, essendo collocate a soli pochissimi metri dall’ingresso, dalla finestra della cucina e dalla finestra del soggiorno dell’ immobile sito in via di Lecceto 12, possano recare molestia (parti di alveare sono spesso state rinvenute durante la pulizia della corte a comune) se non addirittura nocumento alle persone, anche qualora, di fatto, dovessero risultare vuote, poiché idonee ad ospitare anche insetti di altra specie che ivi troverebbero facile riparo;
– come la ghiaia posta sulla strada dalla quale la sottoscritta accede a piedi alla abitazione in cui risiede, l’assenza di un adeguato corrimano e di illuminazione notturna, rendano assai disagevole se non pericoloso il percorrerla, anche in considerazione della pendenza della discesa di cui la strada medesima consta.
Chiarisco meglio il quadro. Mentre questi stranieri trapiantati a Lecceto accusavano i confinanti dando loro di cornuti, come il bue fa con l’asino, perché avevano due cani rumorosi (due Alaska Malamute, notoriamente muti per razza, e sempre tenuti all’interno della recinzione della proprietà); la signora Mara Alberti & Company lasciava il suo pastore tedesco libero di girare dappertutto sulle parti comuni e senza museruola; un pastore rumoroso e di per sé spaventevole.
Piazzavano, i vicini perfetti, anche pollaio e arnie a poca distanza dai confinanti e, in séguito, aumentavano la fattoria degli animali allevando anche diverse capre, come se Lecceto fosse una zona da baite alpine simili a quella del nonno di Heidi: d’altronde avevano persino riempito il luogo (campagna e collina toscana di un Montalbano zona di tutela ambientale!), nelle parti comuni e, come al solito, senza mai chiedere permessi, di quegli orrendi nanetti di gesso stile Loacker, che impastano wafer e ricordano la brutta storia di Biancaneve e i suoi amichetti.
Non gettate, però, il telecomando, perché certe ganzate (ancor più mirabolanti – ed anche con la complicità del tribunale di Pistoia e di certi suoi giudici dotati di salomonica saggezza e giuridica prudenza) devono ancora essere raccontate con dovizia di documentazione ufficiale in linea. Vedrete che anche questo sarà mooooolto significativo!
Buon 10 agosto, ma le stelle cadenti, a Quarrata, si vedono ogni giorno anche di giorno.
Riflessione finale a bocca chiusa
Sinora (e di ciccia al fuoco ne avete vista già abbastanza) solo 2 di numero 2 consiglieri comunali hanno avuto il coraggio di parlare, sia pur timidamente, con me. Allora mi chiedo: ma che cazzo ci stanno a fare i consiglieri in Comune? Tanto tra sindaco, giunta e funzionari dirigenti o posizioni organizzative (e che organizzano, scusate?) fanno democraticamente tutto senza ascoltare nessuno…
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Articolo 21: al comun non c’è nessuno?
La democrazia è bella come il culo della padella.
Disse una grande professoressa di scienze a un preside gran bauloppo che credeva di convincerla di averle fatto un favore: «Scusi, ma… che forse le scorreggia il cervello?».