quarrata, gioie & dolori. STRADE CHIUSE E STRAGE DEL TERRITORIO. NUOVA ANALISI DELLO SCEMPIO PERMESSO DA UN COMUNE CHE DICE DI DIFENDERE IL MONTALBANO E I SUOI VALORI. 17

Cara gente degli uffici tecnici comunali, il reticolo stradale è come l’intreccio del sistema circolatorio: se tappi una vena, ne schianta un’altra o schiantano 250 capillari e rovinano le cosce di una gentile signora. Poi vengono fuori le vene varicose, che è peggio…

 

In campagna e sulle pendici del Montalbano moltissime strade sono state chiuse. Alla Catena, per esempio, una vicinale che portava direttamente alla piazza della chiesa di Tizzana, era stata chiusa e in mezzo c’erano perfino stati piantati degli alberi. E tutti zitti…

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CHI TI VIENE A DISTURBARE?


 

LASCIAMO per un istante il problema Lecceto e torniamo a parlare della scempiaggine a cui l’Utc del Comune di Quarrata ha abbandonato il territorio collinare difeso a parole e mazziato nei fatti.

Diamo un’occhiata alla situazione che riguarda – a Nord di Lecceto, a scendere verso la valle del Rio della Trave e Quarrata – un territorio di circa 1 km. Contiamo quante strade vicinali e interpoderali il Comune ha lasciato chiudere negli ultimi 40 anni senza battere ciglio.

La Cava di Didaco al Rio della Trave

La Cava del Comune al Rio della Trave

Si risentirà, ancora una volta, il focoso Tiberio Bardi, l’imperatore di Frustino a Lucciano? Pazienza! Il problema è che la gente acquista e crede – gli avvocati poi glielo lasciano credere più che volentieri, perché sulle liti vivono e vegetano – di avere, sui beni acquisiti, il diritto di vita e di morte. Ma non è così.

E mentre il geom. ingegner Iuri Gelli perde le strade vicinali e interpoderali nei cassetti dell’ufficio tecnico, esse risbucano da ogni parte come i cadaveri avvolti in un tappeto e buttati dentro uno stagno.

Vediamo la devastazione del Rio della Trave e zone collegate. La prima foto è la cosiddetta Cava di Didaco, la cava minore che si incontra scendendo da Montorio per poi risalire verso la chiesa di Santo Stefano a Lucciano.

Oltre questa cava, a pochi metri di distanza, ce n’è un’altra dalla quale il Comune di Quarrata ha preso (anni 45-50) sassi e pietre per le prime asfaltature del dopoguerra: via di Lucciano in primis.

Le linee gialle sono tutte strade occluse. Una parte dalle Cave e sbuca in via di Lucciano

Quella proveniente dalle Cave sbuca qui, dinanzi alla casa di Pietrino della Torre

E come facevano le camionate dei sassi a scendere a Quarrata? Arrivavano direttamente attraverso una via vicinale/interpoderale – di quelle che si nascondono e spariscono agli occhi dei dirigenti – che, partendo dalla gola del rio e seguendone l’alveo, sbucava proprio su via di Lucciano, oltre i cosiddetto Pari d’Acuzza, poco sopra il borghetto di Orsino e l’area, inforrata nel Rio della Trave, del podere di Babbone, dove scorreva anche una sorgente presso la quale le vecchie di casa mi portavano a fare merenda; né più né meno che a Lecceto, zona Arancini, oltre l’agriturismo omonimo che oggi ha interrotto la vicinale di Lecceto e/o Bindino.

Cara gente degli uffici tecnici comunali, il reticolo stradale è come l’intreccio del sistema circolatorio: se tappi una vena, ne schianta un’altra o schiantano 250 capillari e rovinano le cosce di una gentile signora. Poi vengono fuori le vene varicose, che è peggio.

Area delle colline del Montalbano, area del Chianti Putto? Sì. Un Putto anche sputtanato da una disastrosa incuria grazie alla quale tutti hanno fatto di tutto, ma senza farne una buona nonostante tutto il verdismo della sinistra impegnata!

Le strade chiuse ve le indico con tracciati un giallo. Oggi non si arriva più da nessuna parte; i torrenti sono quelli che sono (ripieni di vegetazione e di sudicio) e, praticamente, irraggiungibili e predisposti a far danni.

Vista così, l’area non sembra un paradiso?

Ma da più parti, ecco le sbarre che rovinano tutto

Una volta ci pensavano i contadini, ma oggi? I signori cittadini, forse? Quelli che sbarrano tutto e che lasciano che piante e sudiciume (chissà quante discariche, Legambiente Quarrata e Daniele Manetti, in quelle macchie di verde così carine!) si rimangino le fatiche centenarie della gente dl posto?

Siete contenti, grandi amministratori di Quarrata, di aver portato il territorio al caos?

Alle prossime elezioni portate questa serie di articoli-inchiesta come dati indicativi del vostro impegno per la salvaguardia delle colline!

Anzi: il Montalbano giocàtevelo a burraco.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Art. 21. Viviamo nel mondo dei sordomuti che si masturbano solo su facebook.

 

 

Una nota di regia. Siamo alla puntata 17esima. Ma appena tornerò a parlare di Lecceto, la numerazione dei capitoli ripartirà da 16.3 e (capitolo, sezione, sottosezione).
In diversi mi scrivono e si domandano cosa facciano al Comune di Quarrata «dove è silenzio e tenebre la Gloria che passò» (Manzoni, 5 maggio).
Come dice il democratico presidente bielorusso
Lukashenko, credono che alla fine la gente (= Linea Libera) si stancherà e smetterà di rompere le scatole con questo fuoco di fila.
Poverini. Si vede che sono impiegatini di regime…


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