quarrata. IL GRANDIOSO MICROCOSMO DEI TUTTI BUONI, TUTTI SANTI, TUTTI BRAVI TUTTI QUANTI

Ma il Comune è e resta un covo di indecenza e corruzione, tappata come una pentola a pressione da una sorta di mafia che crede di potersela cavare con il mantenimento di un basso profilo. Del resto l’intelligenza e la preparazione di chi governa la città (?) sono quelle che sono. Come il coraggio di don Abbondio: uno se non ce le ha non se le può dare. E chi non ha autonomia di pensiero, non ci arriva che attraverso le protezioni sconce di chi esercita il potere solo per tappare la bocca alla verità


Il problema dell’informazione in Italia è un vero affar serio


AMA IL POTER L’APPLAUSO E SOLO QUELLO:

CHI NON PLAUDE LA FIN FA DELL’AGNELLO!


 

Eppure è geometressa. Eppure dal babbo Fiorello lo sa benissimo che la storia del Perrozzi a Lecceto è una vera e propria illegalità marcia e che il Comune dovrebbe intervenire perché ne è stata la causa prima. Ma c’ha da pensare troppo ai suoi interessi da geometra, eh? Meglio tacere, vero?

 

Un sindaco semplice in mezzo alla gente. È il problema delle piccole comunità che tendono a riavvolgersi in rewind su se stesse. È il cane che si morde la coda o – assai più cattivamente, ma non meno realisticamente – è il famoso vizio del depravato che si fa togliere un paio di costole per succhiarselo da sé.

Conoscersi da vicino non ha mai fatto bene alla salute. Ci vogliono bestie come me per non portare rispetto al potere, in nome di un rispetto assai superiore: quello per il diritto della gente di essere informata e non presa per il culo.

Quando ci si conosce, i rapporti – come si vede bene anche su Noi di Qua – diventano più empaticamente complicati. In altre parole cosa deve dire del sindaco attuale (di diritto, ma non di fatto) chi, al sindaco precedente (Mazzanti Okkióne di Dio, oggi sindaco di fatto ma non di diritto) ha fatto ben due campagne elettorali? È questo che va evitato: tanto più se si scrive in una dimensione microtica & necrotica.

Il rischio, invece, dei piccoli nel piccolo, è quello che accompagna l’Italia fino da quando rispondeva ai consoli della Roma repubblicana per terminare nella dittatura di Cesare. E poi i merdoni che leccavano il culo agli imperatori a partire da Augusto. La storia non insegna una minchia, ma illumina il cervello a chi la frequenta anche in lingua originale…

Leggi le eccellenze su Quarrata e sembra d’essere all’oratorio delle Mantellate alle quattro del pomeriggio, dopo i compiti fatti con suor Adele.

Uno strumento caro al potere: il tromboviolino o violinofono

Tutti buoni, tutti santi, tutti belli e in più ruspanti. La Nazione suona il violino, Il Tirreno suona la tromba e Tvl (che di solito spara “a pago”) fa concerti ben noti a un illustre concittadino quarratino, l’amico Carlo Rossetti, tra l’altro famoso suonatore di tromboviolino. Gigione Bardelli, amico del potere economico e dittatoriale di Pistoia, unisce l’utile al dilettevole e fa, e fa fare, delle emerite tromboviolinate.

Se modifichi un po’ questo neologismo (peraltro da me inventato e al centro di un mucchio di polemiche di merda presso il beato ordine dei giornalisti fiorentini del Pd, oggi retto da Giampaolo Marchini) potremmo arrivare perfino alla forma (sentiamo che ne dice la Crusca o la Semola Fiorentina, come ama ripetere un mio cugino sfavato) stromboviolinata, facilmente poi passante per intento scòptico in stronzoviolinata.

E ora che mi sono divertito a sbarellare e sbarrocciare da buon luccianese che non si vergogna punto di esserlo, vengo al sodo.

Ogni volta che si parla della «autorità costituite» (i comunali, per esempio, che odorano di cacca e stupido dalla testa ai piedi) ne esce un «Salve Regina, copriti bene la mattina», perché questo santissimo Comune di Quarrata è un cumulo di illiceità, di falsazioni, di rilasci di permessi e favori mafiosi che, oltretutto, alla fine vengono sanificati da quel pozzo dei desideri della procura della repubblica di Pistoia.

La domanda è: merita titillare sempre e comunque il pisellicolo degli amministratori/amminEstratori (Romitino compreso) che hanno ridotto il territorio in un ammasso di lezzumi favoriti dalla cecità del terzo piano del palazzo di giustizia di Pistoia?

Se tutto quello che vi sto dicendo da tre anni a questa parte su gli ultimi tre sindaci (l’inutile Sabrina, il più vago Mazzanti di Burràkia e l’attuale homo minus sapiens Romiti, che sta in mezzo alla gente ed è mite ed è bravo ed è buono ed è dolce ed è puro, ma di testa un po’ duro) è solamente una boiata, una cazzata, una merdata esternata da una mente malata da “vecchio scemo” (espressione non detta, ma pensata, con cui la gente si difende dalla verità vera perché irritante), spiegatemi una cosa:

Mal al sostituto Giuseppe Grieco non sembrava affatto una cosa notevole. Anzi: non era neppure di interesse pubblico, dato che c’era da difendere le «autorità costituite» carealla Gip Martucci!

perché soltanto 16 imbecilli, con l’aiuto di due sostituti volenterosi ma distratti (Curreli e Grieco); una Gip (Patrizia Martucci), a mio parere superficiale; e un giudice (Luca Gaspari), a mio avviso determinato a non leggere i documenti a sua disposizione, si sono messi a spararmi addosso, mentre nessuno dei funzionari, dei dirigenti, dei dipendenti doppiolavoristi degli uffici tecnici comunali corrotti, dei vigili urbani e di chissà chi altro, non hanno mai fiatato anche se li sto sputtanando come, a mio modo di vedere, meritano?

Sono forse tutti santi? O tutti scemi? O tutti stronzi fino al punto da credere che gliela lascerò passar liscia dopo che mi hanno rovinato la vita per trent’anni di loro corruzione e malafede da gente semplice che sta in mezzo all’altra gente senza fare un cazzo-niente?

Ci vorrebbe, sì, un 25 Aprile! Ma vero. Per levarsi una volta per tutte dai coglioni tutti questi campioni da museo di Santa Caterina in Brana o di Sollicciano, caro Massimo Cappelli e cara Daniela Gori etc.!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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