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QUARRATA. Morire ai tempi del coronavirus è una morte che aggiunge dolore al dolore. Senza nessun contatto fisico e anche il momento del distacco, il funerale, è rapidissimo e vuoto. Triste.
Massima l’attenzione alla sicurezza sia degli operatori che dei pochi parenti che possono accompagnare il proprio congiunto nell’ultimo viaggio
Gli operatori delle onoranze funebri si trovano a lavorare con tute con cappuccio, occhiali, mascherine di alta generazione. Lo stesso accade al cimitero dove gli operatori sono stati muniti di mascherina, tuta e guanti.
Dopo la chiusura dei cimiteri comunali a Quarrata ci sono state per il momento sul territorio comunale cinque funzioni: quattro tra Vignole e Ferruccia di persone decedute per Coronavirus e uno al cimitero di Santallemura.
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“La sepoltura al cimitero di una persona deceduta per Coronavirus – ci viene spiegato da un addetto – avviene normalmente o in assenza dei parenti che restano ad aspettare fuori finchè non è stata conclusa la tumulazione o all’interno del camposanto ma rispettando una distanza di una ventina di metri dal luogo della sepoltura oltre alla distanza di sicurezza tra i pochi congiunti intervenuti.
Anche loro devono indossare le mascherine”.
“Svolgiamo il nostro servizio con la massima attenzione ad evitare il contagio e anche la presenza del sacerdote è limitata ad una benedizione di cinque minuti al massimo.
In pratica è consentito il solo rito delle esequie previsto al momento della sepoltura e della benedizione del sepolcro, rito che richiama al mistero della morte e della risurrezione”.
Andrea Balli