Nel pomeriggio una delegazione di Libera Pistoia ha incontrato una rappresentanza degli operai in sciopero. Chiesta la convocazione di tavoli regionali sulla sicurezza per analizzare il problema e disporre deliberazioni adeguate
QUARRATA. [a.b.] Una delegazione dell’associazione Libera accompagnata da alcuni aderenti della “Casa della Solidarietà” di Quarrata ha incontrato presso la Vot International in via Giotto a Quarrata una rappresentanza degli operai pakistani e alcuni giovani sindacalisti. Erano presenti anche il giornalista Luca Soldi di Libera Prato, il regista e sceneggiatore Riccardo Jacopini, don Helmut Szeliga, Parroco della Parrocchia di San Giusto della Diocesi di Prato che ha seguito anche le vicende di Seano e don Paolo Tofani nella doppia veste di membro di Libera Pistoia e vicedirettore della Caritas diocesana di Pistoia. “Con lui abbiamo cercato di capire come sostenere concretamente i ragazzi. Hanno bisogno di coperte perché la notte è freddo e non guasta anche procurare cibo soprattutto la sera quando sono più numerosi”.
Durante il momento di condivisione è stato letto e consegnato il comunicato stampa di Libera Toscana che pubblichiamo di seguito:
“Se già a Seano abbiamo assistito a un episodio molto grave, il ripetersi di un fatto analogo anche a Quarrata dà da pensare che esista, non solo una mentalità di intimidazione, che non tollera che si denuncino le violazioni dei diritti di lavoratrici e lavoratori, ma che tale atteggiamento si traduce in una serie di rapporti che si stanno organizzando in un vero e proprio sistema criminale.
Il sospetto più che legittimo che un imprenditore possa rivolgersi a esecutori così violenti, per impedire le rivendicazioni sindacali presso la propria azienda, fa temere che rientri in una certa logica di ricerca del profitto attraverso lo sfruttamento delle proprie maestranze anche la possibilità di creare sinergie nefande con organizzazioni di stampo mafioso per intimidire o eliminare i soggetti che tentano di tutelare i propri diritti.
A questo punto non bastano più atti formali di sostegno delle amministrazioni e dei soggetti politici: insieme all’azione di Magistratura e Forze dell’Ordine, occorre un lavoro di ricerca e di analisi per capire e denunciare nessi e confluenze malavitose in un contesto in cui il proliferare di atti del genere indica di sicuro che siamo di fronte a un fenomeno esteso, e che parlare di Toscana come di una realtà sociale immune dai veleni culturali della corruzione e della prevaricazione è quantomeno illusorio.
Libera Toscana chiede che si convochino i tavoli regionali sulla sicurezza per analizzare il problema e disporre deliberazioni adeguate.
Rinnova l’invito a potenziare gli ispettorati del lavoro in maniera sicuramente più determinata di quanto non si sia provveduto e deciso finora”.