QUARRATA. Micidiali trappole per cinghiali (costituite da un laccio di acciaio), in gergo conosciuti come lacci-cappio sono state segnalate nel boschetto di via Santa Lucia poco sopra l’abitato di Quarrata.
Una sadica trappola, tra le più cruente in assoluto, utilizzata dai bracconieri cacciatori di solito posizionata in punti di passaggio della fauna selvatica
A tale proposito ci scrive un lettore:
“Circa una ventina di giorni fa mio padre stava facendo una passeggiata con i cani. Ad un certo punto un cane non tornava e lui si è accorto che era finito in una trappola per cinghiali (un laccio).
Per fortuna il cane sentendosi stringere al collo si è messo fermo senza muoversi…. È vero di cinghiali ce ne sono molti ma mettere un laccio di ferro è una cosa ignobile”.
Gli animali che rimangono intrappolati sono destinati a morire dopo ore di sofferenze per dissanguamento o soffocamento. Posizionare lacci come trappole per la fauna selvatica, in particolare ungulati, non è consentito ed è sanzionabile . Gli autori possono essere denunciati con l’accusa di caccia con mezzi proibiti e vietati per l’attività venatoria.
L’auspicio è che siano rafforzati sul territorio i controlli da parte delle guardie venatorie. Da parte nostra ribadiamo che si tratta di metodi illegali da stigmatizzare con forza: infatti come segnalatoci dal lettore tali lacci possono costituire un problema serio anche per gli animali d’affezione la cui morte sopravviene per emoragia non prima di dolorosi e strazianti tentativi di liberarsi dal filo metallico.
[Andrea Balli]