Approvato il progetto esecutivo per la rimessa in pristino dello stato dei luoghi. Prevista la demolizione dei manufatti esistenti
QUARRATA. Le poche opere realizzate per il mai concluso impianto notatorio di Vignole, fondazioni di cui già nel 2007 vennero contestate irregolarità costruttive tali da dover sospendere i lavori, decisione che dette inizio ad un lungo contenzioso giudiziario conclusosi con l’ultima sentenza del tribunale di Pistoia nel febbraio scorso, non potranno essere né sanate, né riutilizzate o recuperate.
Motivo per cui essendo l’area in cui si trovano inserita in Ep1 ovvero tra le “aree agricole della pianura” l’amministrazione comunale ha approvato un progetto esecutivo per la rimessa in pristino.
“Le attuali condizioni dell’area costituiscono – si legge nella delibera di giunta — potenziale pericolo per la presenza di uno scavo aperto riempito costantemente di acqua e quindi risulta necessario eliminare il pericolo quanto prima”.
Le aree interessate dall’intervento sono di proprietà del Comune di Quarrata. Si andrà quindi nei prossimi mesi al ripristino dello stato dei luoghi attraverso la demolizione del manufatto esistente e il ripristino delle condizioni originarie dei terreni interessati “al fine di prevederne successivamente una adeguata valorizzazione”.
Il progetto esecutivo redatto dal Responsabile Unico del Procedimento Ing. Iuri Gelli, comporta una spesa complessiva di 75mila euro di cui 53.160,00 euro di lavori non soggetti a ribasso d’asta, 3.640 euro di oneri per la sicurezza oltre a 18.200 euro di somme a disposizione per Iva, spese tecniche per direzione lavori e coordinamento della sicurezza.
La somma trova copertura finanziaria nel bilancio di previsione 2020. Per la specifica tipologia e dimensione dell’intervento si procederà solo con il livello progettuale corrispondente al progetto esecutivo.
L’intervento infatti non ha alcuna rilevanza sui parametri urbanistici e l’area stessa su cui si interverrà non è sottoposta a vincolo paesaggistico.
“Oltre a rinaturalizzare l’area l’intervento previsto – si legge — migliora le condizioni al contorno sotto il punto di vista idraulico, ripristinando le originarie condizioni di permeabilità dell’area sulla quale insistono i manufatti”.
La deliberazione della giunta municipale sarà immediatamente eseguibile al fine di “eliminare il potenziale pericolo rappresentato dalla presenza di scavi a cielo aperto con presenza costante di acqua”.
È la parola “fine” alla piscina di Vignole.
Andrea Balli