quarrata. STUDENTI RICORDANO PADRE CIPRIANO RICOTTI, FRATE FALSARIO E GIUSTO FRA LE NAZIONI

27 gennaio 2025: un pannello con un QR code per ricordare il frate domenicano quarratino, amico di Giorgio La Pira, che a Firenze, anche falsificando carte di identità, salvò centinaia di ebrei. Originario di Vignole, dal 1972 è riconosciuto “Giusto fra le Nazioni” nello Yad Vashem di Gerusalemme

QUARRATA. Un pannello con QR code che rimanda a video e audio per ricordare un frate domenicano di Quarrata (Pistoia) – padre Cipriano Ricotti – che dal dicembre 1972 è inserito, come “Giusto fra le Nazioni”, nella banca dati dell’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme. Lo hanno preparato, a scuola, gli studenti della “terza A” della media quarratina “Bonaccorso da Montemagno” con tre insegnanti: Daniela Del Monaco, Andrea Lottini e Gerlandina Prestia.

Il pannello sarà inaugurato, nel giardino della scuola, la mattina (ore 12) di lunedì 27 gennaio, giorno della Memoria. Presenti il dirigente scolastico Luca Gaggioli e il sindaco Gabriele Romiti con alcuni assessori

Ademaro (detto Cipriano) Ricotti nacque a Vignole di Quarrata il 22 novembre 1916. Entrò giovanissimo, a 12 anni, nel convento domenicano di Fiesole per poi, a 23 anni, prendere i voti e diventare sacerdote. Si laureò in Lettere. “Uomo dinamico e d’intelletto – così di lui è stato scritto – divenne priore superiore in diversi conventi, fra cui quello di San Marco in Firenze e San Domenico di Fiesole”.

La storia per cui viene ricordato ha inizio dopo l’8 settembre 1943 quando nella Firenze di Elia Dalla Costa, Giorgio La Pira e del rabbino Nathan Cassuto proprio il cardinale chiamò il giovane religioso (27 anni) che stava nel Convento di San Marco, a far parte di un Comitato – insieme a don Leto Casini e ad altri — per assistere le persone ebree, nasconderle dai nazisti, far avere loro documenti di identità falsi, cercare alloggi adeguati. Grazie ad un’amica universitaria, il frate riuscì a procurarsi il timbro di un Comune vicino per dotare gli ebrei di documenti ufficiali.

Fare tutto ciò, come sapeva benissimo anche Gino Bartali, impegnato nella stessa avventura, era rischioso. Alcuni membri del Comitato, su delazione di una spia, vennero arrestati. Lo stesso padre Ricotti rischiò l’arresto e dovette fuggire per qualche tempo a Prato, continuando da lì le sue attività “sovversive”.

È stato calcolato che fra il settembre 1943 e il febbraio 1945 siano stati oltre 110 gli ebrei italiani e circa 220 gli ebrei non italiani in qualche modo salvati a Firenze dal Comitato di assistenza agli ebrei. Per questo suo ruolo, Ricotti nel dicembre 1972 venne dichiarato “Giusto fra le nazioni”.

Grande amico di Giorgio La Pira, nel novembre 1977 Cipriano Ricotti era accanto al professore nel momento della sua morte.

“Tra i ricordi che conservo di padre Cipriano – ha scritto il confratello domenicano Paolo Sbaffoni sulla rivista della congregazione — resta in modo indelebile quanto raccontò lui stesso, durante una lezione di spiritualità domenicana tenuta al gruppo dei novizi di cui facevo allora parte: «Un giorno, mentre uscivo di convento per svolgere l’attività in favore degli ebrei perseguitati, venni fermato da un uomo che con tono minaccioso mi disse: “Padre, sappiamo tutto. Se continua in tale attività Lei verrà perseguito e daremo fuoco al convento”. Io rimasi naturalmente molto scosso e non fu tanto la paura di perdere la vita che mi assillò nei giorni successivi, ma il pensiero che fosse davvero distrutto il convento di San Marco e subissero angherie i miei confratelli».

[mauro banchini]

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