quarrata. UN GRIDO D’ALLARME DALLE SPONDE DEL BACINO DEL FALCHERETO

La professoressa Pastacaldi e Manetti sulle sponde del Falchereto

QUARRATA. Dalle sponde del bacino del Falchereto, posto spettrale con tutta la terra crepata e riarsa dal sole, utilizzato per riserva idrica per l’acqua potabile, Daniele Manetti (Legambiente Quarrata) e la professoressa Elisabetta Pastacaldi (dirigente scolastico del liceo artistico Petrocchi) hanno lanciato le loro proposte tecniche per cercare di migliorare una situazione in continuo degrado.

“Come sempre – ha dichiarato Daniele Manetti —  partiamo da un problema ambientale specifico del nostro territorio quarratino, per arrivare al grande problema che coinvolge la Regione Toscana, la nostra nazione ed il mondo intero e lo facciamo mostrando le immagini che rendono l’idea della gravità della situazione”.

Il Bacino del Falchereto è ormai ridotto ad una pozzanghera e dalla terra crepata. Così lo era l’11 ottobre scorso quando si è svolto il sopralluogo nel corso del quale Legambiente Quarrata ed il Liceo Artistico Petrocchi, hanno lanciato il loro messaggio “per iniziare, in clima di collaborazione e partecipazione, a fare qualcosa che sia utile ad arginare il problema della siccità, dell’inquinamento chimico e della scarsità di riserve d’acqua”.

.. e sulla piazzola piena di rifiuti

Argomento importante, quello del cambiamento climatico che l’associazione ambientalista intende affrontare insieme agli studenti dell’istituto di scuola superiore presente sul territorio quarratino.

“Occorre — spiega Manetti — non solo razionalizzare l’uso della risorsa irrigua, ma aumentare i siti di accumulo, con una strategia diversificata che si affianchi ai nuovi invasi, di piccole e medie dimensioni sui torrenti e fossi, consentendo il ricarico di lunghi tratti delle aste fluviali, soprattutto durante il periodo estivo, con enormi benefici anche per le falde”.

Per i bacini del Falchereto e delle Due Forre, l’Amministrazione Comunale di Quarrata, Legambiente e Publiacqua, nella riunione del 4 Luglio 2018, hanno concordato di valutare assieme la possibilità di rendere questi due invasi fruibili a fini didattici e di visita all’associazione ambientalista, almeno per quanto riguarda gli spazi prospicenti lo specchio d’acqua e considerati tutti i vincoli posti a questa attività dall’utilizzo in sicurezza ed a fini idropotabili degli stessi.

Una immagine del bacino

Oltre a ciò Publiacqua e Legambiente hanno confermato l’interesse a collaborare, assieme a Water Righet Foundation, su un progetto di didattica ambientale rivolta al Liceo Artistico Petrocchi di Quarrata e ad altre strutture scolastiche del territorio.

Un progetto che potrebbe prevedere di “Adottare” tali bacini da parte del Liceo Artistico Petrocchi e di Legambiente Quarrata e poi tra le altre cose, interventi in aula ma anche visite ai principali impianti acquedottistici gestiti dall’azienda come ad esempio l’Impianto di Potabilizzazione dell’Anconella e l’Invaso di Bilancino. Era previsto anche di fare progetti per nuovi piccoli bacini ed invasi nel territorio quarratino per aumentare i siti di accumulo per l’acqua potabile e tenerla sotto controllo con analisi chimiche e microbiologiche mirate.

“E’ importantissimo ed essenziale — aggiunge Manetti — tenere sotto controllo i terreni circostanti e le acque dei bacini con gli Enti Pubblici interessati e responsabili delle analisi. Tali analisi sono necessarie per monitorare e mantenere incontaminate le sue acque. Come associazione siamo poi intervenuti varie volte per ripulire dai rifiuti le sponde del bacino Falchereto e la piazzetta circostante al bacino”.

Le idee dei giovani per salvare il territorio

Per gli Effetti del cambiamento climatico per l’agricoltura, visibili anche a Quarrata, Legambiente riporta anche il contributo di Giuditta Valiani ( Agriturismo Abbombrì di Montemagno).

Da agricoltore ci ha detto:

“Non posso che notare il cambiamento climatico che condiziona moltissimo la nostra vita e il nostro lavoro. Quest’anno 2019, ad esempio il caldo anomalo del mese di marzo seguito da un maggio freddo e piovoso ha rovinato non poco i raccolti di ortaggi, di frutta e anche di olive.

Ci sarà uno scarso raccolto dovuto proprio a questi shock termici che i fiori e i piccoli frutti di oliva hanno subito tanto da rimanere bruciati sulle piante.

La produzione quindi è a spot a seconda dell’esposizione delle piante e della loro varietà”.

Andrea Balli

[andreaballi@linealibera.it]

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