TOSCANA. L’autunno si preannuncia caldo per le Sentinelle in Piedi, la rete aconfessionale e apartitica che, dissentendo dalle imposizioni di un potere che si dice democratico, nell’ultimo anno ha portato in piazza migliaia di persone in oltre 150 piazze italiane.
Qualche settimana fa il tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto l’adozione di una bambina da parte della compagna della mamma, creando un precedente pericoloso: si tratta del primo caso in Italia di stepchild adoption, ovvero dell’adozione da parte di coppie omosessuali.
Nel frattempo, sempre a colpi di sentenze, la magistratura ha aperto la via alla fecondazione eterologa, che di fatto dà la possibilità anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso di “produrre” un bambino.
Il tutto avviene mentre il Governo annuncia un progetto di legge sulle unioni civili che ricalca il modello tedesco, in cui in sostanza le unioni saranno equiparate al matrimonio in tutto e per tutto, adozione compresa.
Dirsi contrari a tutto questo oggi è considerato un atto di “omofobia”, un’accusa che potrebbe trasformarsi in reato se dovesse essere approvato al Senato il testo, già approvato dalla Camera, che con il pretesto di impedire atti di aggressione e violenza nei confronti di persone con tendenze omosessuali, in realtà limita la libertà di espressione, non specificando neppure che cosa si intenda per “omofobia”.
Per questo le Sentinelle in Piedi scendono in piazza in tutte le città d’Italia domenica 5 ottobre 2014. In silenzio, leggendo un libro come simbolo di formazione continua, le Sentinelle in Piedi invadono le piazze in un modo del tutto nuovo e pacifico e si mobilitano ogni volta che è minacciata la natura dell’uomo della civiltà.
Da Trento a Salerno, da Bisceglie a Trieste passando per Firenze, Napoli e Milano, da Genova a Venezia, questa resistenza di cittadini, pacifica silenziosa e sempre più numerosa, torna a scendere in piazza per ribadire che non è possibile zittire le coscienze di chi ha gli occhi aperti.
Per la libertà d’espressione. Per poter esser liberi di affermare che un bambino non è un diritto. Vegliamo domenica 5 ottobre in 100 piazze d’Italia.