SERRAVALLE-CASALGUIDI. Ermanno Bolognini, rimasto solo al timone di “Serravalle Futura”, dopo avere avuto una risposta complicata e al tempo stesso elusiva da parte de Segretario Comunale circa il suo diritto a essere consigliere-capogruppo, pone domande in pubblico. Ma l’esito della diatriba si sta profilando nella sostanza: la questione finirà – molto probabilmente – in giudizio…
Ecco l’intervento di Bolognini:
Caro Direttore,
sono costretto a chiederle di pubblicare la risposta ricevuta dal Comune di Serravalle in merito all’esistenza del Gruppo Serravalle Futura e con l’occasione mi auguro di ricevere un contributo da lei e dai suoi lettori per la comprensione del testo.
Appartengo alla generazione di coloro che hanno dedicato più tempo al lavoro che allo studio e che ormai hanno raggiunto delle certezze granitiche per esperienze vissute.
A causa di questa formazione, quando ho letto che la partecipazione ad un gruppo consiliare è prerogativa esclusiva del singolo consigliere comunale sono rimasto sconvolto. Incuriosito, ho sviluppato altre ricerche verificando che per essere iscritto ad un gruppo in Senato è necessario essere senatori e per partecipare ad un gregge è necessario essere pecora. Potrei continuare ma è opportuno fermarsi altrimenti aumenta il rimpianto per aver abbandonato gli studi troppo presto.
Dal miscuglio di articoli del Regolamento Comunale e dalla ricostruzione dei fatti riportata, mi sembra di capire che i lavori del Consiglio Comunale siano stati condotti ispirandosi a Dante Alighieri.
Il Consigliere Rafanelli “appena convalidato nella sua carica ha chiesto alcuni giorni per decidere”, ovvero è rimasto in Purgatorio a riflettere, non sapendo se scendere all’Inferno o salire in Paradiso!
Premesso che, se i lettori non riusciranno a fornire un contributo accettabile all’interpretazione del documento lo stesso sarà oggetto di giudizio dell’organo competente, voglio evidenziare che “appena convalidato nella sua carica” trattandosi di surroga può assumere un solo significato: il Consigliere Rafanelli entra a far parte del Gruppo Serravalle Futura nella cui lista è stato eletto. Un secondo dopo, “previa comunicazione al Presidente” può formalizzare la propria uscita.
Di certo il Regolamento non prevede e non può prevedere che un Consigliere possa porsi in una sorta di limbo “alcuni giorni per decidere”. Esiste lo spazio/gruppo “limbo” in Consiglio Comunale? Quanti sono i giorni tollerati per decidere, 6 oppure 73 oppure 534, oppure viene stabilito caso per caso in funzione del meteo?
Vorrei ricordare che le norme hanno, tra le altre, la caratteristica dell’astrattezza, ovvero non sono dettate per una situazione concreta ma per ipotesi astratte e che la sanzione deve essere prevista dalla legge. Tenendo presente ciò, faccio il seguente esempio: in consiglio comunale sono eletti 16 consiglieri di cui 14 di maggioranza e 2 di opposizione, si formano quindi 2 gruppi consiliari.
Trascorso un certo periodo un consigliere di opposizione passa al gruppo di maggioranza. Il gruppo di opposizione resta con un solo consigliere. Secondo l’interpretazione fornitami del Regolamento Comunale e del Testo Unico Enti Locali, il gruppo di minoranza sarebbe sanzionato con la cancellazione, rimanendo di un unico consigliere senza le prerogative del capogruppo. A quel punto le Commissioni Consiliari dovrebbero svolgersi solo tra i consiglieri di maggioranza, non sarebbe possibile convocare la riunione dei capigruppo per stabilire l’ordine del giorno nei lavori del Consiglio, ect.
Ritenete che in questa situazione possa essere l’esaltazione delle regole democratiche predisposte per il funzionamento delle assemblee elettive a qualsiasi livello?
Io ritengo che la maggioranza abbia compiuto delle scelte profondamente sbagliate in un tema molto delicato quale è l’esercizio e il rispetto delle regole democratiche.
Apprezzo la convinzione con la quale la maggioranza difende le scelte e per tale motivo dovranno essere sottoposte al giudizio di un giudice terzo.
Tuttavia, se in tale occasione si verificasse la fondatezza di ciò che sostengo, considerati anche altri precedenti, si porrebbe un problema. L’atteggiamento di strenua difesa di posizioni, che in seguito risultano non corrette, può essere dovuto ad impreparazione per lo svolgimento delle proprie funzioni oppure ad un atteggiamento di accondiscendenza verso richieste provenienti dai politici.
In entrambi i casi, viene meno la fiducia che tutti i cittadini (maggioranza e opposizione) devono riporre in una figura di garanzia per il buon funzionamento del Comune (Bolognini sta parlando del Segretario Comunale – n.d.r.).
Se a ciò aggiungiamo che tale figura ha un costo di qualche decina di migliaia di euro all’anno, sopportato dal groppone dei contribuenti, l’unica conseguenza possibile pare essere quella delle serene dimissioni, per non ulteriormente affliggere i cittadini di questo Comune con improponibili pareri in materia notoriamente ostica quale è il diritto amministrativo.
Ermanno Bolognini, Consigliere Comunale di Serravalle