PISTOIA. C’è una strana atmosfera attorno alla Pistoiese. Mancano 6 partite alla fine della stagione regolare, non sono molte è vero ma non sono neppure poche è altrettanto vero, e si ha quasi la sensazione di una rassegnazione diffusa e non solo a giocarsi i playout, ma anche alla retrocessione in serie D.
Eppure il calendario parla di 4 gare in casa (L’Aquila, Santarcangelo – il recupero –, Gubbio e Savona) e di 2 lontano da Pistoia (Pisa e Ferrara con la Spal). Quindi, perché tutto questo pessimismo?
Si dirà: in primis perché da prima di Natale, da quel clamoroso 1-5 interno con una Spal peraltro convalescente (se non addirittura malata, visto quante sconfitte aveva rimediato), la Pistoiese sembra essere stata rapita dagli alieni. Squadra giovane e fresca, bella e brillante prima, imbolsita e brutta, bruttissima adesso e c’entrano, ma non sono i soli responsabili, gli allenatori, l’esonerato Lucarelli e l’attuale, Sottili.
Le colpe se l’è sempre prese, mettendoci la faccia, il direttore sportivo Nelso Ricci (che non crediamo voglia rimediare, lui che ha una splendida carriera alle spalle, una figura così barbina), si sono addossati le colpe i tecnici e i calciatori, che in fondo in fondo sono coloro che vanno in campo e che di conseguenze di responsabilità ne hanno eccome, meno colpe si è dato il presidente Orazio Ferrari, sempre presente ed esultante nelle occasioni felici un po’ meno presente al termine delle giornate amare.
Il clima di pessimismo in società parrebbe aver contagiato anche l’ambiente: i tifosi, ora come ora, credono poco a un rush finale positivo. Qualcuno, tra i più accondiscendenti a questa gestione societaria, è giunto persino a rilevare come poi non sarebbe questo gran dramma, la retrocessione.
Alt, alt, alt: dopo averci spiegato per anni che la nostra salvezza, la salvezza del calcio a Pistoia, sarebbe stato il ritorno nelle categorie che contano, compresa la Lega Pro, ora invece andrebbe bene anche ridimensionarsi, tornando mestamente in D? No, no, no: per l’eventuale bene di pochi, pochissimi, non disperdiamo il nostro patrimonio.
Sarebbe un delitto e qualcuno, sia chiaro, dovrebbe risponderne.