QUELL’APR SILURATA E QUEI GIORNALISTI DI TVL RIDOTTI AL SILENZIO

La profezia... fallita
La profezia… fallita

MI CHIEDO, caro direttore Bianchini, come sia interpretabile il rumoroso silenzio di Tvl (emittente televisiva nella quale il dott. Luigi Bardelli è, insieme, proprietario e direttore responsabile e dunque anche editorialista principe) sulla vicenda (quantomeno imbarazzante per il dott. Luigi Bardelli, eterno presidente in Aias e, poi, in Apr) scoppiata in questi giorni con un’assai esplicita sentenza di un Tribunale di questa Repubblica italiana secondo cui le delibere fatte approvare da Bardelli con la nascita di Apr sono nulle, posizionando così il tutto (milionate di euri pubblici compresi) in un grande caos giuridico-amministrativo-politico-etico.

Già in passato, se non vado errato, il “nostro” è stato sanzionato dall’Ordine Giornalisti in conseguenza di un conflitto di interesse (l’intreccio, nella stessa persona, fra il potere di informare e il potere di governare un’impresa di servizio strettamente collegata con l’impresa televisiva) che adesso si è ripresentato in tutta la sua gravità perché non eliminato (e non eliminabile se non in presenza di un – a questo punto inevitabile – comportamento da parte dello stesso Bardelli).

Da giovedì scorso, se non vado errato (e in caso contrario mi scuso), il Tg di Tvl ha taciuto la notizia. Con un imbarazzo notevole – ritengo – da parte dei giornalisti che lì lavorano.

Il voto inutile
Il voto inutile. Aprile 2011

Speravo proprio che ieri sera, lunedì, la notizia fosse data e/o che il direttore/editorialista/proprietario facesse conoscere il suo pensiero attraverso un suo “editoriale”. Editoriale che, in effetti, c’è stato (con il consueto carico di richiami alla nobiltà dei “valori” e alla bellezza dei “principi”) ma ha riguardato tutt’altro: nientemeno che lo sport.

Arriverà (la notizia) stasera? Arriverà (l’editoriale) stasera? O domani? O fra quanti giorni?

Il punto è che adesso, in qualunque momento notizia e commento arrivino, sarà sempre tardi.

Per chi crede nel valore (a proposito di valori …) dell’informazione come servizio pubblico per i cittadini e in particolare per i cittadini più deboli, tutto ciò non è né bello né rassicurante.

Non trovi, direttore?

Un cittadino attento

 

MA QUESTA È PISTOIA. PROPRIO QUESTA [*]

 

Bardelli e la via di Damasco
Bardelli e la via di Damasco

Caro Cittadino attento,
c’è un presupposto di fondo a monte di tutto il tuo rigoroso ragionamento: ed è – ne siamo convinti – che al dottor Luigi Egidio Bardelli, ben inserito, come abbiamo scritto del resto sempre, nel tessuto economico-produttivo-affaristico e di mentalità pistoiese, interessa solo portare avanti i mistici discorsi delle conversioni sulle vie di Damasco (vedi 1, vedi 2); discorsi che eludono – e qui, con questa squallida storia di finanza e di potere, ne siamo dinanzi a una tangibile prova – i fondamenti dei problemi reali, del diritto, del mondo concreto e del vero, incontestabile Vangelo di un Cristo che la verità la porta in fondo fino sul Calvario e non dinanzi alla telecamera presuntuosa e saccente di un Canto al balì che non ha mai cavato un ragno dal buco.

È una vita, caro Cittadino, che quel signore, che dà l’impressione di essere vittima del suo prepotente senso di superiorità e di posizionamento al di sopra di tutto e di tutti, fa quel che vuole, quando vuole e come vuole.

Ma il problema è che lo fa con il pieno appoggio – anche questo è stato scritto e dimostrato – dell’intera città: una città che non vuole vedere e che preferisce dormire un/il sonno eterno nel patto trasversalistico che tutti unisce: basta parlar di soldi-e-potere. Un clima generale di condivisione (per non dire peggio) e di sostegno creato a protezione eugenetica dell’elemento razziale locale e mantenuto – si è sempre detto – con i fotogrammi di una modesta, ma molto rispettata e ambita e vezzeggiata e corteggiata, Tv L(ibera) per modo di dire.

Samuele Bertinelli
Samuele Bertinelli

Ne vuoi due esempi concreti? Prendiamone uno laico e uno religioso, vale a dire il Sindaco Bertinelli e il “beneandato” (fugienti hosti, munienda via: al nemico che fugge, ponti d’oro – e lo abbiamo scritto…) e serafico “signor” Mansueto Bianchi. Diciamo “signore” perché appellarlo vescovo, dopo esempi come Sant’Ambrogio, Sant’Agostino e altri – anch’essi vescovi, ma grandi combattenti di Dio e di Cristo –, sarebbe, ne siamo convinti, un’espressione impropria, troppo impegnativa e altisonante per chi, come Mansueto, non ha affatto vigilato sul gregge, visto che vescovo significa, appunto, vigilatore.

Il primo, il Sindaco, dal novembre dell’anno in cui è stato eletto, ricevette da noi, per raccomandata, l’ordinanza del Tribunale di Roma con cui si sospendevano le delibere Apr, ma non solo non trovò mai il tempo di leggerla e comprenderla (eppure sarebbe compito anche del filosofo cercare di capire la vita!); anzi: accolse l’inesistente (perché, sic stantibus rebus, in questa situazione, come direbbe Ivano Paci, nient’altro di Bardelli si può dire – e inesistente è definizione fin troppo benevola), accolse l’inesistente, dicevamo, in palazzo comunale con la sua Mentora Chiara Amirante in un’assemblea pubblica in cui, lo hai letto tempo fa, un nostro giornalista fu messo a tacere. E il padrone di casa, Bertinelli, non disse nulla, non mosse dito. Bravo, eh?

Il secondo, il vescovo, l’uomo delle nebbie e dell’imprecisato-impreciso, che mai si è esposto, pur essendo stato avvertito, ha sempre fatto finta di nulla vedere, nulla sapere e nulla dire: ma si guardava bene dall’intervenire, perché a Pistoia c’è un solo modo di stare a lui caro: o allinearsi al potere o al potere allinearsi. Non sappiamo se siamo stati chiari.

Sua Ecc. Rev.ma Mons. Mansueto Bianchi, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Azione Cattolica Italiana
Sua Ecc. Rev.ma Mons. Mansueto Bianchi, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Azione Cattolica Italiana

Come allo Stadio Olimpico di Roma, in questa città che ha molti aspetti simili a varie rinomate città e cittadine del Sud, i posizionamenti sono – alla fine – obbligati: o curva-Napoli (metafora di appartenenza a un club sportivo), o area finanzisto-politico-religiosa. O talebani, insomma, o tutto il resto è noia. Noia – come ben si vede – che si traduce anche in quello che i greci chiamavano aerghìa, cioè inerzia pura, immobilismo delle istituzioni (bene tradurlo per qualche “alto papavero” pistoiese che non ha fatto il liceo classico Forteguerri e che creda, nella sua piccinità provinciale, che ciò sia fondamentale per essere qualcuno o qualcosa).

Poi, caro Cittadino attento, su questa situazione così espressamente sudista (senza offendere il vero Sud dei nobili di antico sangue alla Gattopardo), ecco che arriva un Prefetto e che, invece di esaminare gli uomini per quello che fanno in concreto (anche s.e., sua eccellenza, fu informato di tutto e fece finta di non vedere), li gratificano, per quel che rappresentano nell’organigramma in carica, con pergamene in Duomo; e innanzi a loro si inchinano come fossero salvatori e padri della patria, senza nemmen contare se hanno o no manipolato (e come) almeno 25 miliardi delle vecchie lire in due anni (2013-2013) e senza averne il benché minimo diritto, la minima legittimazione, solo perché se li erano fatti dare in qualche modo. Miliardi di tutti vogliamo dire, pubblici: non quattrini di una diatriba tra poveri privati pezzenti e accattoni. E nel più assoluto silenzio dei magistrati.

Dinanzi a una repubblica così bella e così nobile, a una città così splendente e cristiana ed evangelica, non è meglio che Mansueto abbia preso il largo anche se corriamo il “rischio-Nerone”, di vedercene – cioè – arrivare, di vescovi, un altro uguale o simile se non addirittura peggiore?

E l'Apr fu trasferita...
E l’Apr fu trasferita…

Ma la notazione finale che tu cogli perfettamente, è lo stato anomalo dei giornalisti che lavorano in Tvl ai quali, con il falso principio dichiarato in testata, di non voler fare sensazionalismo, da sempre è stato impedito il legittimo e libero esercizio di una professione intrapresa con gravi responsabilità verso la gente; e solo in nome della confusione – come tu dici – degli irrisolti conflitti di interesse da parte di un proprietario che quaranta anni fa, dal roboante Cineforum e dalle Casermette, faceva la guerra al potere quadrinal-religioso, evidentemente non per contrastarlo e dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, ma solo per diventare, lui stesso, come ha fatto poi vedere, un Cesare con diritti imperiali in quanto (osservatelo in molte delle sue manifestazioni e logorree) è sempre partito dall’assunto di essere, se non Dio, almeno di natura divina, lui, il cavaliere della luce.

E allora per i pistoiesi non resta che la via del Benedicamus Domino, alleluja. E Deo Gratias!

Edoardo Bianchini

P.S. – Dice che ieri alla sede di via San Biagio abbiano sostituito la targa APR con quella MAIC…
È buffo che don Pancaldo non voglia capire che la legge degli uomini è diversa da quella di Dio.
La legge degli uomini, in effetti, dice che tutte le transazioni fatte da chi non esiste (e Apr-Bardelli non esiste né mai è esistita) sono nulle: può nascere – infatti – un bambino senza padre e senza madre?
Neanche per miracolo…

[*] – Chi credesse che la lettera non esista e che sia solo una nostra invenzione, se ne faccia una ragione. La lettera c’è, eccome. E nessuno si scandalizzi che qualcuno chieda il rispetto della riservatezza: nel nostro ordinamento questa previsione c’è e quindi, se ciò è lecito, non si gridi «firmati!».  Chiaro?

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