Traduzione del titolo a pro dell’avvocatA Elena Giunti (difensorA del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, privilegiato dal Comune di Quarrata e Ctu caro alla procura pistoiese) perché la giurisperita non conosce il latino: «querele, 5. Il sindaco Sabrina Sergio Gori o dei Màrtiri, che per dieci anni regnò in terra di Quarrata, pretendendo ossequio e obbedienza di tipo religioso»
MA QUANT’UTILE FU SERGIO SABRINA
QUANDO FECE LA “PRIMA CITTADINA”?
Il quinto chilometro del «processo dei bavagli», messo in ponte in maniera improvvida dal sostituto Claudio Curreli, spetta a un personaggio d’alto affare: Sabrina Sergio Gori, SSG, che ha avuto, come il Benesperi di Agliana, una serie fitta-fitta di ruminazioni poi traboccate in querela grazie all’opera del suo avvocato Massimiliano Gori (parente?).
Poca favilla gran fiamma seconda scrive Dante (Paradiso I, 34). Tradotto per i mortali che non sanno ormai più né leggere né scrivere, e si affidano al commento di Roberto Benigni piuttosto che a quello di Natalino Sapegno, «basta un[a] cerinA per far prendere fuoco alla Sabrina». È sempre stato così, poi capirete.
Per lei che è una medica e che conosce di certo l’aforisma della scuola salernitana «prima digestio fit in ore» (qualcuno lo traduca all’avvocata Giunti), il primo boccone amaro che non le va giù – come si evidenzia in querela – è il fatto di essere considerata una nullità di sindaco, qual ella è.
Del resto come sarebbe possibile dire che l’uomo di Similaun era un genio all’altezza di chi ha compreso il legame di interdipendenza spazio/tempo? Sottolineare che la Sabrina è stata un “gigante di sindaco”, equivarrebbe ad affermare che un diabetico, con la necessità dell’iniezione d’insulina, non ha zuccheri in circolo e non ha problemi di metabolismo. Mi sono spiegato?
La mia persona è stata gravemente diffamata: « … negli ultimi vent’anni siamo passati da sindaci dottori (l’inutile Sergio Gori)…» (pagg. 2 e 4) e «… sotto la Sergio Gori – che si è aggiustata a puntino la sua terra dietro casa sua…» (pag. 4): così la signora medica nella querela.
Le doglianze sono due: l’aggettivo inutile e la frase si è aggiustata la sua terra dietro casa sua. Ma quali sarebbero le vere e imperdonabili onte? Ovvédiamole!
Scaricate da qua la querela e sotto le evidenziazioni, una volta scaricata, leggerete le parole che la hanno mortalmente offesa. Poi seguite le note sulle parti evidenziate da numeri.
1. In primo luogo: l’aggettivo inutile significa «non utilizzabile» (avvocata Giunti prenda nota: da in-uti[bi]lis, con prefisso di negazione più la radice del verbo utor, usare): come dire che una chiave inglese del 18 non va bene per un dado del 10 – lo sanno anche i meccanici del Magreb.
2. In secondo luogo, e per farla breve (altrimenti vedete il Vocabolario Treccani), inutile indica un qualcosa che non dà alcuna utilità o vantaggio. Tenete ben presenti queste premesse linguistiche.
3. Dopo un silenzio quasi decennale, la SSG s’è rifatta viva: e se la prende per la battuta «Finalmente sappiamo che è ancora viva». Questa, per lei, sarebbe un’offesa da lavare col sangue, signor avvocato Gori!
4. Ancora sull’inutilità della medesima:
a) È riuscita a far costruire la piscina di Vignole? No.
b) È intervenuta a modino quando uno dei suoi vigili se ne andava a scopare a Iolo e luoghi viciniori con l’auto di servizio e la benzina del contribuente? No.
c) Ha fatto qualche accertamento quando le è stato prospettato il problema Perrozzi-Lecceto? No. Aveva ancora come comandante dei vigilozzi il Billone-fo-tutto-io. E molte altre che, volendo, posso rintracciare.
d) Vi ricomprendo anche il tema della mensa dei poveri della chiesa: dove si mangiava per 3-4 euro – non solo i poveri, ma anche gli impiegati di banca e i colletti bianchi di Quarrata. Epoca di don Mauro.
Ci andò a mangiare – per fare un servizio sul Tirreno – la stessa Marta Quilici, attualmente segretaria di Marco Mazzanti, all’epoca vicesindaco della SSG.
e) Dimenticavo: è utile una sindaca che affida la sorveglianza dei lavori della piscina di Vignole all’architetta Nadia Bellomo, dipendente del Comune di Quarrata ma anche compagna del comproprietario della ditta costruttrice della piscina, Mauro Dugheri? Ma dove siamo nella Romania di Nicolae Ceaușescu?
5.a Non è mai stata un’aquila… problemi caratteriali: vogliamo negare la realtà storica? Avvocato Gori, ma quando diciamo che Manzoni era un nevrastenico e Hitler un pazzo, cosa dovremmo fare, castrarci per punizione perché certe cose devono essere taciute? Non mi risulta proprio.
Lei non c’era alla scuola media del Poluzzi, preside fascista, a Quarrata nel 1968. Io, malauguratamente per me, c’ero. E quando stampammo il giornalino scolastico “Il Ficcanaso” (e ci scrisse sopra anche il Mazzanti oggi Okkióne di Burràkia), l’allora scialbata Sabrina (non è un’offesa: chiara di pelle e con una chioma da dèa vichinga), stracciò bizzosamente quel foglio; gli dètte fuoco e fu richiamata e redarguita dal preside. Lei c’era, avvocato Gori?
5.b Irrintracciabile, inavvicinabile… alla cardinal Betori è la realtà, ancorché per lei spiacevole. Irrintracciabile: non ho scritto che era sparita. Che era svanita nell’aria in Liguria o sulla Costa Azzurra. No. Che era irrintracciabile e nessuno sapeva dove fosse.
Inavvicinabile: ma è fatto di pubblico dominio che, soprattutto nel secondo quinquennio di mandato, evitava accuratamente di camminare in strada e tra la gente per non essere avvicinata dal popolo. Temeva di essere contagiata dalla popolite acuta?
La similitudine con Betori, cardinale di Firenze, deriva dal fatto che, come il prelato spoletino quando subì l’attentato, dètte uno spintone al suo segretario lanciandolo contro lo sparatore, e lui si rifugiò al sicuro nell’ascensore dell’arcivescovato; la Sabrina fece lo stesso allorquando un “diversamente normale” di Valenzatico entrò in Comune e iniziò a mollare ombrellate a tutti.
Allora il coraggio della sindaca si fece strada e, veloce come una lepre, lei si chiuse nel suo ufficio, generosamente lasciando alle stecche del parapioggia la sua segretaria. Non si fanno nomi e neppure cognomi. Ma lei di segretarie ne ha avute almeno due – se non sbaglio.
Fra la gente è apparsa di più la Madonna, indica, caro avvocato Gori, che la Sabrina è stata l’antipodo del suo vicesindaco oggi Okkióne, sempre a giro, ubiquo come dio e sempre pronto a sgranare, salvo poi futingare per smaltire la prominente trippozza.
6. Anche 45 giorni per un appuntamento. Evidentemente era troppo okkupata. La stessa cosa mia madre e io: e si spiega l’irrintracciabile.
In illo tempore, caro avvocato Gori della Sabrina Sergio Gori sindaca, lei non c’era. Io sì. E ricordo bene che sempre la Marta Quilici (vedi sopra) ci fece un servizio per Il Tirreno bacchettando a dovere quel suo atteggiamento di inarrivabile dèa dell’Olimpo.
I giornali sono tutti in biblioteca. Poi lamentatevi che tutto ciò che ho detto non risponde al vero: sperate che il tempo distrugga la memoria? Non lo fa: la sedimenta e ne fa un’arenaria resistente.
7-8. I quasi 5 anni inutilissimi di San Marcello. Vi andò, fra i montanini, come caccia-intercettore di fondi europei (anche per mantenere un posto all’Anci). Se ne tornò a casa dopo avere intercettato fondi europei per 0,0 €. Volete sostenere che questa è utilità? Accomodatevi.
Fu un assessore sanmarcellino – e lo sottolineo con forza – vergognosamente inutile e inadeguato: qual sindaco, tale assessore. Vergognosamente perché (ho avuto accesso agli atti e ho pure pubblicato qui) la SSG non solo non portò un euro uno a San Marcello, ma depauperò il Comune di circa 69 mila euro di emolumenti per la sua conclamata inefficienza/inutilità. Provate a dire il contrario: ma con carte alla mano.
9-10-11-12. Sono tutti punti della sfacciataggine ridicola. Chi ha mai parlato male della sua professionalità medica, anche se è fatto noto e accertato che molti dei suoi mutuati non erano per nulla entusiasti della sua opera?
Avrei, con quel che ho scritto, danneggiato la sua professionalità e il suo mestiere? Ma che dicono la SSG e il suo avvocato omo-cognomico? A metà pandemia è stata perfino scelta come regolatrice del traffico di tutta la “casa della salute” (che se ne va): il danno, quindi, da dove emergerebbe? Dalle sue ciance senza fondamento?
Il fatto, poi, che da anni la Sabrina non faccia politica, cosa dovrebbe dimostrare? Che siccome Benito è morto nel 1945, oggi non se ne possa parlare?
Lei è legata alla storia di Quarrata e, come tale, esiste sempre (studi di più avvocato Gori) un diritto di critica, che lei non conosce e che ha margini molto più ampi sull’uso della continenza o meno.
Della veridicità non intendo discutere: ho già detto anche troppo. Dimostrino loro, gli offesi, che ho detto cose false: ma precisando quali e contrastandole con efficaci documenti, non con nitriti isterici da puledrine in estro.
13. Questo numero rappresenta il punto focale per avvalorare un’ipotesi di squallida malafede sia della SSG che del suo avvocato omo-cognomico.
Sono loro stessi che ci confermano la verità dei fatti narrati sul mio intervento del 2 agosto 2012 parte prima e su quello del 4 ottobre 2012 parte seconda (la SSG dimentica la parte 2).
Lo confessano da sé scrivendolo: se quello su cui scrissi non si è verificato (lo esplicitano loro, non io), ciò è avvenuto non perché non ci sia stata l’operazione terra-dietro-casa, ma perché il regolamento urbanistico è scaduto e nelle more il Comune ha adottato il nuovo piano urbanistico, con conseguente operatività delle misure di salvaguardia.
Detto questo, chi è colui che, da minus habens, può sostenere che la terra dietro l’abitazione della SSG non era stata predisposta per un’operazione edilizia? Solo una procura della repubblica prevenuta contro Linea Libera e me personalmente, poteva accogliere la massa di stupidaggini concrezionate nella querela della sindaca inutile.
Il 2 agosto del 2012, quando uscii con i miei appunti, la SSG china la schiena e fa finta, quasi, di non aver sentito. Al contrario, si fa avanti oggi, a distanza di 10 anni. Lenta di riflessi? Non è un’aquila? Che dire?
Avete capito perché ho detto sempre e sempre sostenuto che la logica di Aristotele non regna in Procura?
14. La SSG e il suo avvocato omo-cognomico raccolgono, infine, tre sentenze da cui risulterei condannato per diffamazione. Personalmente non me ne sono accorto, dal momento che non ne ho traccia sulla fedina.
La SSG è adusa fare di questi giochetti con le tre carte. Ricordatevi, tutti, di quando riuscì a fare lo sgambetto elettorale ad Alessandro Cialdi.
Raccontò, la Sabrina, che non poteva esimersi dal rivelare la verità al suo popolo: Cialdi era stato inquisito. Era nelle mani di Luciano Padula, sostituto procuratore della repubblica a Pistoia (un fiorellino di magistrato: leggete qui). E lo fece proprio al botto finale della campagna elettorale. Mira al tuo popolo, o bella Signora | Che pien di giubilo oggi ti onora…
La verità, però, lei non la aveva detta né sul vigile che scopava; né sulla mensa di don Mauro; né sullo spostamento della linea di salvaguardia della Màgia rispetto alla sua terra di dietro casa.
E non si può dire che fosse affetta da demenza senile o Alzheimer, proprio no.
Ecco: è serietà questa? È utilità? È disponibilità? È efficienza? Qui, forse, potrei fare querela io. Anche se per la procura di Pistoia è più credibile la superbia di una sindaca inutile e bugiarda che la libertà di parola e di pensiero di chi viene scaraventato agli arresti non perché è un delinquente comune, ma solo perché ha chiesto alla procura (disturbandola, magari, mentre era in montagna a farsi i funghi suoi, come il Dell’Anno): «Gente, ma i favori che il Comune ha fatto fare al ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale, sono cose tutte in regola?».
E un sostituto che lavora gomito a gomito con la moglie, giudice delle esecuzioni, e sulle medesime materie, s’è inventato che nel codice penale c’è anche l’inesistente stalking giornalistico.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Aggiornato l’11 maggio 2022