PISTOIA. Arrivano da tutta Italia e in lista, attualmente, ci sono anche pazienti stranieri per farsi curare dal dottor Luca Carmignani, il medico radiologo interventista della ASL3 di Pistoia, ormai noto per l’utilizzo delle radiofrequenze, delle microonde (termoablazione) e del ghiaccio (crioablazione) per sconfiggere i tumori con il caldo o con il freddo, a seconda delle circostanze. Dopo i primi interventi nel 2004 (qualche decina), eseguiti nel vecchio ospedale del Ceppo, l’attività della radiologia interventistica è cresciuta di anno in anno. Con il trasferimento nel nuovo presidio ospedaliero San Jacopo si è ulteriormente incrementata con la disponibilità di ambienti più funzionali.
Con queste nuove tecniche nel 2013 sono state eseguite in totale 478 procedure, 100 delle quali riguardanti strettamente la branca oncologica su altrettanti pazienti.
“Abbiamo molte richieste – evidenzia Carmignani –, nonostante in regione esistano altri due centri che effettuano attività similari.
La nostra casistica è una delle migliori a livello nazionale e internazionale per la termoablazione percutanea ed intraoperatoria dei tumori renali e per il trattamento combinato delle metastasi epatiche. Inoltre – spiega ancora il medico – da due anni, grazie alla donazione effettuata dal Calcit con il Mercatac, ci siamo dotati anche del sistema per la crioablazione tumorale, che si può utilizzare oltre che con guida ecografica e TC anche con la Risonanza Magnetica, motivo per il quale risultiamo attualmente l’unico servizio del genere in Italia e il terzo europeo con Strasburgo e Amsterdam. Ecco perché da noi vengono pazienti provenienti anche dall’estero”.
La radiologia e oncologia Interventistica ha rappresentato per la cura delle neoplasie un notevole avanzamento nella ASL3 pistoiese: si è sviluppata nell’arco di una decina di anni all’interno della unità operativa di radiologia diretta dal dottor Patrizio Pacini che ha sostenuto questa attività fin dall’inizio.
L’equipe è attualmente costituita oltre che dal dottor Carmignani dal dottor Andrea Pagliari e dall’infermiera Martina Lupi.
Le attività svolte nel presidio ospedaliero di Pistoia sono sempre state, e lo sono tutt’oggi, coordinate con la radiologia interventistica effettuata nel presidio ospedaliero di Pescia di cui è responsabile il dottor Daniele Varanini.
La sua applicazione è decisa nell’ambito del cosiddetto Gom (Gruppo Oncologico Multidisciplinare) che si riunisce settimanalmente in Ospedale per analizzare i singoli casi clinici: ne fanno parte oncologo, chirurgo generale, radioterapista, urologo, gastroenterologo, radiologo interventista ed altri specialisti che stabiliscono il percorso diagnostico e terapeutico più appropriato per ciascun paziente.
Che cos’è la termoablazione. È la tecnica con la quale Carmignani ha conseguito la maggiore esperienza nella cura dei tumori primitivi e secondari epatici, polmonari e renali.
Le tecniche di termoablazione mediante radiofrequenze e microonde offrono il vantaggio della ridotta invasività e si possono ripetere anche diverse volte: attraverso un ago “applicatore” viene somministrata l’energia che raggiunge (prevalentemente per via percutanea con guida ecografica o TC) il tessuto malato provocandone la necrosi coagulativa. Ogni procedura percutanea, in anestesia locale e sedazione, quindi non in anestesia generale, richiede il ricovero ospedaliero che, nella stragrande maggioranza dei casi, non supera le 24-36 ore.
La stretta collaborazione con chirurghi e urologi consente inoltre di poter eseguire anche interventi multidisciplinari in chirurgia aperta e ciò permette di poter risolvere, soprattutto per le metastasi epatiche da colon retto, casi un tempo definiti incurabili, con un importante prolungamento della sopravvivenza ed una ottima qualità di vita.
Come funziona la crioablazione. Grazie alla crioablazione da poco più di un anno nella ASL3 vengono affrontati anche tumori diversi, (mammari, muscolari, sottocutanei, pancreatici, ossei, ecc.).
La tecnica consiste nel provocare un rapido congelamento e un successivo lento scongelamento della massa tumorale che viene racchiusa in una sfera di ghiaccio (iceball). Per il congelamento vengono utilizzati dei gas: rispettivamente Argon ed Elio. Entrambi sono somministrati mediante particolari aghi (criosonde) che vengono posizionati nella zona malata, guidandosi con RM, TC, o ecografia.
La crioablazione percutanea è eseguita con semplice anestesia locale e questo ovviamente riduce ancora di più l’invasività della procedura.
“Con queste tecniche innovative fino ad oggi sono stati curati molti pazienti con risultati buoni, talora ottimi e – aggiunge Carmignani – si tratta di interventi che hanno generalmente un elevato grado di tollerabilità, sono poco invasivi e possono garantire la possibilità di un trattamento radicale, soprattutto per i tumori primitivi”.
[scritto da daniela ponticelli, lunedì 10 febbraio 2014 – ore 15,30]
Nella foto l’équipe: il dottor Carmignani, il dottor Andrea Pagliari, l’infermiera Martina Lupi e il dottor Pacini.