rai. IL NEOREGIME OCCUPA LA TV PUBBLICA

Renzi. Ci pensa la Lucia
Renzi. Ci pensa la Lucia

PISTOIA. Se il termine “regime” indica una forma di governo che esercita un sistema di controllo sociale sulla popolazione, e per controllo sociale si intendono attività atte ad uniformare i comportamenti dei cittadini, quello renziano è a tutti gli effetti un regime.

Dunque per esserlo, abbiamo detto, deve indirizzare l’opinione generale verso determinate direzioni. Dati alla mano sulle presenze in tv dei politici, così magari la ministra Boschi potrà vergognarsi un pochino (del lavaggio di cervello che tentano di fare, mica della sua scollatura: almeno quella la guardiamo volentieri).

L’ultimo aggiornamento Agcom relativo al periodo 23-29 maggio rivela che i telegiornali del servizio pubblico hanno riservato al Pd tre ore e quarantesei minuti (al Movimento 5 stelle due ore e mezzo).

Al solo Matteo Renzi la Rai ha concesso, nel periodo che va dal 22 al 29 maggio, cinque ore e quarantasette minuti, quasi il doppio di quanto concesso al governo.

Sommando i dati sulle ore concesse al Pd, al governo e a Renzi, otteniamo un risultato di quattordici ore e ventinove minuti. Una media paurosa di un’ora e mezzo al giorno contro i quindici minuti concessi al rivale (poiché secondo partito in Italia) Movimento 5 Stelle.

Renzi. Ci pensa Bruno
Renzi. Ci pensa Bruno

Per quanto invece riguarda i talk show, nel periodo che va dal 21 aprile al 20 maggio, il Pd totalizza oltre dieci ore contro le cinque concesse al Movimento 5 stelle. Oltretutto, Renzi è stato ospite in trasmissioni extra-tg per circa tre ore, mentre ministri e sottosegretari per oltre cinque ore.

Le alternative sono due. O questa mandria di scavezzacolli non sa come impiegare le proprie serate, dunque l’unica alternativa rimasta è l’invasione della Rai dopo le nove di sera (ministra Boschi, accantonando per un attimo le nostre divergenze, una “bevuta” dopo le nove di sera la consumerei volentieri con lei. Ovviamente a spese sue), oppure stiamo assistendo ad una vera e propria operazione di indottrinamento in vista del referendum di ottobre.

Propendo per la seconda ipotesi, e non perché la Boschi con me non ci uscirebbe mai.

Cos’aveva detto Piercamillo Davigo alla señorita Floris (citando il nostro De Matteis) riguardo il ruolo dell’informazione nei confronti del potere?

Si vede che ci aveva capito poco anche lui.

[Lorenzo Zuppini – dati Agcom]

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