BREVE COMUNICATO STAMPA
Una serie di nomi della cultura, dello sport, dello sport e del benessere e chiaramente dell’ambientalismo riuniti in un appello per il No al referendum guidato da Lorenzo Lombardi, già presidente della commissione ambiente del comune di Pistoia, attivista ecologista e vegano ed ora autore e divulgatore televisivo, web e giornalistico.
Un No, nel merito, nel metodo e per tutelare l’ambiente dall’imposizione dall’alto di inceneritori, grandi (inutili) opere come il Ponte sullo stretto, centrali energetiche. Con la modifica proposta degli art. 75 e 117 queste opere potranno essere imposte dall’alto con la dicitura “opera strategica nazionale” esautorando di fatto i territori. Poi un no contro la riduzione di spazi democratici, specie col combinato disposto con la nuova legge elettorale, un No perché viene mantenuto il Senato (e la maggior parte dei suoi costi) e l’unica cosa che si leverà sarà la possibilità dei cittadini di votarlo ed un No nel metodo: la costituzione non si può cambiare a colpi di maggioranza, “dicevamo no quando la voleva cambiare Berlusconi a colpi di maggioranza, rimaniamo coerenti con queste idee”.
Di spessore le firme a sostegno, dal mondo dell’impresa ci sono Massimo Donnini e Patrizio Zini, storici Presidente e direttore di Confartigianato, il fotografo Massimo Berti (già dirigente di Cna) insieme anche all’artigiano in pensione Gianfranco Tatini. Ampio il mondo della cultura a sostegno rappresentato dall’eclettico artista ed organizzatore di eventi culturali Moreno Fabbri, Andrea Fusari, già assessore alla cultura del comune di Pistoia e docente di filosofia, all’insegnante saggista e poeta Piero Buscioni, al noto musicista della banda Borgognoni Luigi Pavesi fino al fotografo Massimo Berti.
Si aggiungono il Maestro di scuola elementare Alessandro Pagnini, la giovane dottoressa Alice Garzitto ed Alessio Tanturli, noto insegnante di Taiji Quan pistoiese, reduce dal bellissimo secondo posto ai mondiali di Polonia di qualche settimana fa.
IL NOSTRO NO
Il nostro NO alla riforma costituzionale non nasce da una valutazione politica sul Governo, ma piuttosto da una attenta analisi e dallo studio della riforma stessa. I punti salienti per i quali diciamo NO a questa riforma sono infatti: la riduzione degli spazi di democrazia; la mancanza di una reale riduzione dei costi della politica e della pubblica amministrazione; il metodo con il quale si è operato nell’iter della riforma, riducendo il Parlamento ad un ruolo ancillare rispetto all’iniziativa del Governo; riteniamo infatti inaccettabile che sia il Governo, espressione della maggioranza e quindi di parte, a modificare la Costituzione di tutti.
RIDUZIONE DEGLI SPAZI DI DEMOCRAZIA
La prima cosa lampante è che questa riforma riduce, e non di poco, gli spazi della democrazia: toglie ai cittadini la potestà di eleggere i senatori e con il combinato disposto tra riforma costituzionale e nuova legge elettorale, consegna la maggioranza del Parlamento ad una minoranza (anche esigua) dei votanti. Con la riforma della Costituzione e l’Italicum, un partito (qualunque esso sia) con il 25-30% dei voti potrebbe governare l’Italia: se si pensa poi al dato sempre più ampio dell’astensione, quel 25% dei voti significa, in dato assoluto il 15% degli aventi diritto al voto!
Poco valgono le attuali promesse di modifica della legge elettorale sia perché manifestamente strumentali, sia perché trattandosi di legge ordinaria qualunque maggioranza futura potrà cambiarla a piacimento.
Forse saremo nostalgici o “gufi” come dice il premier (e noi riteniamo peraltro i gufi animali simpatici e carini!) ma siamo fortemente convinti che per garantire ad ogni italiano un adeguato spazio di democrazia, sia necessario ripartire da un sistema proporzionale, anche con eventuali sbarramenti per favorire la governabilità, ma è intollerabile barattare la democrazia in nome della governabilità.
PER TUTELARE L’AMBIENTE, I TERRITORI E I CITTADINI
DALL’IMPOSIZIONE VERTICISTICA DI INCENERITORI E GRANDI OPERE
La modifica degli art. 75 e 117 prevede infatti, sotto la dicitura di “opera di carattere strategico nazionale”, la possibilità del governo di imporre dall’alto inceneritori, centrali energetiche, porti, aeroporti e grandi (quanto inutili) opere tipo il Ponte sullo Stretto esautorando i territori e le comunità interessate.
FITTIZIA ABOLIZIONE DEI COSTI DEL SENATO
Questa riforma elettorale non cancella il Senato, ma lo svuota di parte dei suoi attuali poteri e toglie ai cittadini la possibilità di eleggere i Senatori, creando un Senato di nominati da altri politici (magari per garantire all’amico di turno inguaiato con la giustizia l’immunità parlamentare).
Se è vero che i Senatori nominati non avranno più indennità, è altrettanto vero che la macchina del Senato rimane intatta, e con lei tutti i costi correlati (auto blu, uffici, dipendenti, portaborse, etc.). Inoltre sottrarre Sindaci e Consiglieri Regionali alle loro attività per dedicarsi a quella senatoriale, creerebbe di sicuro una situazione in cui la confusione dei ruoli ed il sovrapporsi degli impegni, renderebbe difficile (se non impossibile) ricoprire proficuamente sia l’una che l’altra carica.
NON PUÒ ESSERE UN GOVERNO
CHE È DI PARTE PER DEFINIZIONE
A CAMBIARE LA COSTITUZIONE DI TUTTI
Troviamo intollerabile che una riforma della Carta Costituzionale sia stata fatta ed approvata a colpi di maggioranza, esautorando di fatto il Parlamento nel quale sono rappresentate tutte le forze politiche. La Carta Costituzionale deve garantire tutti i cittadini, e quindi deve essere cambiata solo col coinvolgimento di tutte le forze politiche, anche quelle più lontane da noi; tale funzione di garanzia non può certo venire da una sola forza politica e da un Governo. È intollerabile il metodo, e così pure che si parli di fine dell’epoca delle riforme se non passasse il referendum. Ci sono riforme che potrebbero esser condivise da tutti i cittadini e da tutti i parlamentari (come l’abolizione del CNEL) e che si sarebbero potute già approvare in maniera snella (si potrebbe farlo comunque agevolmente in futuro) ma è evidente che queste piccole norme positive sono state inserite ad hoc per buttare fumo nell’occhio del cittadino e per nascondere i limiti reali e la pericolosità per la democrazia che questa riforma potrebbe generare.
È inoltre inaccettabile il terrorismo politico di certi sostenitori del sì i quali dicono che se al Referendum un vince il NO ci sarà il caos. Se vincerà il NO alla riforma proposta dal Governo, resterà in vigore l’attuale Costituzione e ci saranno le condizioni per attuare una riforma chiara, democratica e soprattutto utile a tutti i cittadini e non al Governo di turno.
Riteniamo infine che sia davvero grottesco l’aver voluto porre questa sorta di fiducia su se stesso da parte di Renzi, e, cosa ancora più grottesca, l’aver ripensato la questione quando ha intuito che sono sempre più gli italiani a scendere in campo per il NO a questa riforma: altro esempio di metodo che non possiamo certo condividere. Non possiamo infine fidarci della parola di un Presidente del Consiglio che in occasione del precedente Referendum sulle trivellazioni, ha invitato i cittadini a disertare le urne; che un giorno dice che se perde il Referendum si dimette salvo ripensarci il giorno seguente.
L’intelligenza degli elettori non è a giorni alterni. E neanche la democrazia.
AL REFERENDUM VOTIAMO NO
I nomi sono stati messi in ordine alfabetico.
Massimo Berti, Piero Buscioni, Massimo Donnini, Moreno Fabbri, Andrea Fusari, Alice Garzitto, Piero Giovannelli, Lorenzo Lombardi, Alessandro Pagnini, Luigi Pavesi, Alessio Tanturli, Gianfranco Tatini, Patrizio Zini
I firmatari
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Intorno a questo documento si sono riuniti, coordinati da Lorenzo Lombardi (autore e divulgatore televisivo, web e giornalistico, attivista vegan ed ecologista e già presidente della commissione ambiente del comune di pistoia) tanti mondi dal mondo dell’economia con Massimo Donnini e Patrizio Zini, rispettivamente già Presidente e direttore di Confartigianato Pistoia per tanti anni, e Massimo Berti, già storico dirigente Cna al mondo della cultura con l’artista a tutto tondo Moreno Fabbri, al poeta saggista ed insegnante Piero Buscioni, ad Andrea Fusari, già assessore alla cultura del comune di pistoia e docente di filosofia, fino al noto musicista della banda Borgognoni ed ex sindacalista dei ferrovieri Luigi Pavesi.
Ci sono poi ancora la giovane dottoressa Alice Garzitto, Piero Giovannelli ex dipendente della regione ed attivista ambientalista, il Maestro di scuola Alessandro Pagnini e l’artigiano in pensione Gianfranco Tatini.
Non rimane fuori chiaramente il mondo dello sport e del benessere con la firma di Alessio Tanturli, insegnante di Taij Quan che ha recentemente portato in Italia la medaglia d’argento ai mondiali appunto di Taiji Quan che si sono svolti in Polonia poche settimane fa.
[comunicato]