referendum. CHI DICE SÌ, CHI DICE NO

O con me o contro di me!
O con me o contro di me!

PISTOIA. Inutile dire che l’attenzione di oggi, domenica 19 giugno, per chi si occupa almeno un po’ delle sorti dell’Italia, è rivolta all’esito dei ballottaggi.

Intanto, mentre Mentana fa training autogeno prima della diretta, si può dare un’occhiata, in modo analitico alle posizioni di chi ha risposto al nostro questionario sul referendum costituzionale.

Il primo dato che cogliamo è che tra quelli da noi individuati come opinion maker cittadini, solo otto si sono espressi; di questi, 4 si sono dichiarati a favore del e 4 per il No. Parità.

Nell’esito non ci sono sorprese, chi ha detto di votare a favore della riforma è organico al Pd, più o meno renziano: Giovanni Sarteschi, Luciano Pallini, Caterina Bini, Massimo Baldi; i contrari sono Margherita Semplici, Simona Selene Scatizzi, Carlo Dami, Patrizio La Pietra.

Un intervento, limitato all’introduzione del referendum propositivo, da parte di Paolo Bonacchi, ha dato indicazione contro l’istituto che la riforma intende introdurre.

Chi non è schierato, non rappresenta un partito o una formazione politica, non ha accettato il nostro invito, ce ne dispiace un po’ perché avremmo potuto raccontare meglio gli umori diffusi tra la gente, del resto l’argomento non è facilissimo da affrontare nei particolari.

PER IL SÌ

Giovanni Sarteschi, Capogruppo del Pd
Giovanni Sarteschi, Capogruppo del Pd

Giovanni Sarteschi ha fatto un’analisi da costituzionalista (qual è) rilevando molte incongruenze nella riforma (modello ibrido, scelte di compromesso), alcuni aspetti migliorabili (sproporzione tra senatori scelti dal Presidente e numero dei senatori) o proprio poco condivisibili (eccessiva mutevolezza della compagine senatoriale a seguito della cessazione dalla carica dei vari sindaci e consiglieri regionali), ma si schiera per il motivando con la necessità assoluta e pragmatica di andare avanti, “l’alternativa non può essere non fare nulla… perché in un bilancio tra gli aspetti positivi e quelli negativi prevalgono i primi”.

Sarteschi non si è sottratto nemmeno all’ultimo quesito, quello alternativo per chi non avesse voluto esprimersi in modo definitivo sul proprio voto, chi voterebbe se dovesse scegliere tra Hillary Clinton e Donald Trump? Per il capogruppo Pd la risposta è Hillary senza dubbio.

Il Consigliere Regionale Massimo Baldi
Massimo Baldi

Massimo Baldi molto più sinteticamente dichiara che, sì, è a favore di questa riforma.

Perché in mancanza sarebbe diventata l’ennesima barzelletta d’Europa.

Lui preferirebbe limitare la possibilità di reiterare i mandati ma, in corso d’opera, l’immunità è indispensabile.

Anche lui è a favore del ricorso preventivo al giudice delle leggi sulla legge elettorale.

Si augura la fine delle Province “ma è nelle nostre mani…”,  voterà convintamente e anzi farà attiva campagna. Fosse negli Usa voterebbe anche lui Hillary.

Luciano Pallini
Luciano Pallini

Luciano Pallini, ex Sindaco di Pistoia e renziano per passione, anche lui è per Hillary Clinton ma senza entusiasmo.

Veniamo a noi: voterà sì.

Perché il cuore della riforma è l’eliminazione del bicameralismo perfetto e cita Michele Salvati secondo cui la riforma costituzionale è problema troppo serio per essere affidato ai soli costituzionalisti…

Quindi pragmaticità, rinnovamento, compromessi se necessari, ma andare avanti.

Si dichiara tuttavia contrario ad interventi preventivi da parte della Corte Costituzionale e solleva qualche dubbio sulla realizzazione al meglio dei sostitutivi delle Province.

L’On. Caterina Bini
L’On. Caterina Bini

Caterina Bini, deputato della repubblica, voterà e farà campagna per il . Secondo l’Onorevole i tempi per l’approvazione delle leggi sono talmente lunghi che spesso si deve ricorrere alla decretazione d’urgenza (il decreto legge che dovrebbe essere appunto uno strumento eccezionale di normazione) snaturando il potere legislativo.

Chiedere ad una parlamentare se ha letto il testo della legge potrebbe essere considerato offensivo ma evidentemente le domande erano le stesse per tutti, nello stile quel questionario proustiano…

Anche la Bini dichiara che avrebbe preferito una camera delle autonomie a un soggetto ibrido come quello che nascerebbe se vincesse il ma che una mediazione andava trovata e questa è più che accettabile. Bene per i referendum (quorum e introduzione del referendum propositivo) e voto virtuale decisissimo per Hillary Clinton.

PER IL NO

Margherita Semplici
Margherita Semplici

Margherita Semplici, anche lei ha potuto valutare con competenza dati i suoi studi, il testo della riforma e ne ha fatto un’analisi obbiettiva quando dice che il superamento del bicameralismo perfetto è un bene ma si chiede “come saranno scelti i senatori?”. Non è chiaro.

L’immunità parlamentare per i nuovi senatori potrebbe rappresentare una sorta di salvacondotto a buon mercato per chi sospetti di essere indagato per qualche reato… e riesca a entrare in Senato e farla franca…

Per la Semplici i senatori a vita non hanno più motivo di esistere nemmeno nel caso di ex Presidenti della Repubblica (forse un ossequio formale eccessivo in tempi così bui). Il ricorso preventivo alla Corte Costituzionale (non può riguardare l’Italicum che comunque è già sub iudice davanti alla Consulta a seguito del rinvio da parte del Tribunale di Messina) non è opportuno perché la corte non è organo di consulenza.

L’eliminazione delle Province dal testo costituzionale non è sufficiente a garantire razionalizzazione e vantaggi per i cittadini… Quanto ai referendum non c’è niente di concreto in attesa di ulteriori norme che li regolino.

La Semplici voterà no perché fare qualcosa non equivale già a fare bene, non è di per sé sufficiente contrastare l’immobilismo.

Per quanto riguarda il voto virtuale negli Usa Margherita dice che ha già problemi a scegliere chi votare in Italia…

Simona Selene Scatizzi
Simona Selene Scatizzi

Simona Selene Scatizzi decide di rispondere solo ad alcune domande. Voterà no, ha aderito a titolo personale ai comitati contro l’Italicum e per il no alla riforma costituzionale e dice: non ci sarà nessuna fine del bicameralismo perfetto, ma avremo invece un bicameralismo imperfetto…

Non è favorevole all’innalzamento del numero necessario di firme per il referendum abrogativo e favorevole ai referendum propositivi perché ampliano la democrazia ma in attesa della legge relativa, potrebbero passare gli anni.

Quanto al voto virtuale Simona Scatizzi ha violato la nostra consegna, ma solo in parte, perché dice che avrebbe votato Sanders e comunque spera che la Clinton lo nomini vicepresidente, appena eletta.

Carlo Dami dei Cobas
Carlo Dami dei Cobas

Carlo Dami dei Cobas è quello più decisamente contrario alla riforma, la mette in relazione alle altre riforme dell’attuale Governo all’interno di un disegno reazionario che investirebbe il lavoro, la scuola e l’ambiente, ridisegnando in modo autoritario l’intera società secondo un modello neoliberista in cui al primo posto ci sono gli interessi del mercato.

Il più grave difetto della riforma sarebbe comunque un grande difetto di democrazia perché, a riforma approvata, il senato potrà intervenire su materie di grande importanza senza alcuna legittimazione sostanziale, dato che i senatori non saranno eletti direttamente dal popolo.

L’immunità è un privilegio insopportabile: unico e buon motivo per farsi eleggere data la mancanza di remunerazione. Eliminazione Province: ulteriore vulnus alla democrazia secondo Dami, ulteriore tassello nel modello autoritario voluto dal governo.

Quanto al voto virtuale negli Usa, di nuovo Dami non ha dubbi, non andrebbe a votare come non voterebbe in Italia se l’alternativa fosse tra Pd e Forza Italia.

Patrizio La Pietra
Patrizio La Pietra

Patrizio La Pietra, portavoce di Fdi-An. Il suo no prende le mosse dal fatto che questa riforma costituzionale è voluta da un presidente e un governo non legittimati dal voto popolare. Si dovrà superare il bicameralismo perfetto ma questa riforma è pasticciata e confusa…

L’immunità solo per i reati di opinione. Senatori a vita mai più, chi fa le leggi deve essere eletto dal popolo. Le Province sono cancellate solo per quanto riguarda l’eleggibilità dei rappresentanti popolari, cioè il modo per controllare il loro operato. Sui referendum: non servono se gli eletti sono in grado di rappresentare gli elettori.

Sul voto negli Usa, La Pietra è lieto di non dover scegliere…

Infine, perché lo sharing ha il suo significato, questi sono in ordine decrescente i likes ottenuti dai singoli interventi:

Fabrizio La Pietra 63
Carlo Dami 56
Luciano Pallini 42
Massimo Baldi 23
Margherita Semplici 19
Giovanni Sarteschi 18
Caterina Bini 12
Simona S. Scatizzi 7

[Paola Fortunati]

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