SAN MARCELLO. Venerdì sera si è svolto nella sala Baccarini di San Marcello il primo degli incontri dedicati alla riforma costituzionale del 4 dicembre prossimo.
La serata organizzata dal Comitato per il No, ha visto la partecipazione come relatori di Francesco Torselli, coordinatore e portavoce regionale di Fdi; Jacopo Alberti, Consigliere Regionale per la Lega Nord e Riccardo Sensi esponente di Forza Italia.
Tra i presenti in sala diversi esponenti del centro-destra montano e provinciale, tra cui Patrizio la Pietra, portavoce Fdi provinciale, Massimo Bartolomei, rappresentante provinciale della Lega Nord, Alessandro Belli consigliere di minoranza al Comune di Piteglio per la lista Noi Piccoli Comuni Montani e Chiara Angela Belli consigliere di minoranza al Comune di Cutigliano per la lista Il Paese che Vogliamo, Insieme si può e Giorgio Fabbri consigliere di minoranza del Comune di Abetone per la lista Noi Piccoli Comuni Montani.
Proprio quest’ultimo ha portato il saluto dei rappresentanti politici della montagna ai presenti, evidenziando l’unitarietà d’intenti: “L’incontro – ha detto – di questa sera dedicato al referendum costituzionale del 4 dicembre, con la partecipazione di tre rappresentanti di forze del centro destra, vuole essere anche un segnale forte per le prossime amministrative che si svolgeranno in montagna nella prossima primavera”.
La discussione seguita è entrata nel merito della riforma evidenziandone le criticità insite nel testo del quesito referendario:
Approvate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione?
GLI INTERVENTI
Jacopo Alberti. Un referendum fatto per avere un uomo solo al comando, che va a tagliare importanti spazi per la democrazie.
Una riforma fatta da un parlamento eletto con una legge elettorale ritenuta illegittima, fatta solo dalla maggioranza che in parlamento non ha trovato il 66% consenso.
Non elimina il bicameralismo perfetto e soprattutto il senato va tenuto elettivo.
Diminuiscono gli spazi di democrazia, il Senato non sarà più elettivo e le firme necessarie per indire un referendum popolare triplicheranno.
Il Pd vuole abbassare i costi della politica, ma il sig. Rossi Enrico, Presidente della Regione ha nella sua segreteria personale, ben 27 dipendenti sotto di sé.
Riccardo Sensi. Non è corretto che una riforma costituzionale venga proposta dal governo. Questo è il primo limite della riforma che va guardata con sospetto.
Una riforma pasticciata, con la montagna che ha partorito un topolino zoppo con infinite storture.
Con la riforma le leggi verranno approvate – modifica all’art.70 – con 10-12 sistemi differenti. Hanno ingannato il popolo italiano, non c’è l’esigenza di fare più leggi ma di legiferare meno.
Il problema non è la Costituzione ma la burocrazia che produce adempimenti per giustificare se stessa e il perno della riforma è quello di produrre ancora di più.
Non semplifica il quadro politico e non da maggiori garanzie di governabilità: questa è la legge elettorale e questa è un’ulteriore presa in giro che viene propagata dai media. Una riforma sbagliata da osteggiare e che non risolve nessun tipo di problemi.
Francesco Torselli. “Il governo non avendo la maggioranza richiesta per approvare la riforma è stato costretto dalle opposizioni a rivolgersi, con il referendum, al popolo.
Nel quesito referendario sono enunciati dei dogmi, tutti da verificare: queste sono tre bugie, e ve lo dice uno che da consigliere ha conosciuto Renzi al Comune di Firenze, è talmente democratico che non accetta niente di diverso se non quello partorito da lui stesso.
Più governabilità: se alle prossime elezioni vince il Pd, non ci saranno problemi, ma se non vince il Pd e alla Camera dei Deputati ci sarà il centro-destra, il Movimento 5 Stelle o il partito che dovrà nascere, al Senato ci saranno 65 Consigliere Regionali, 25 Sindaci e 5 Senatori nominati dal Presidente della Repubblica notoriamente distante dalle posizioni di Renzi, che bloccheranno, avocandosi sistematicamente, le leggi emanate dalla Camera.
Tuttavia, non tutto è da buttare nella riforma, la soppressione del Cnel la vogliamo tutti, ma è come se un camion scaricasse davanti a casa un carico di letame, anche se ci sono delle margherite, la cosa non fa certo piacere.
Patrizio La Pietra. Patrizio La Pietra intervenendo nel dibattito ha evidenziare uno degli aspetti più reconditi della riforma, quello contenuto nell’articolo 117, dove in maniera esplicita “La potestà legislativa viene esercitata e forse subordinata anche all’ordinamento dell’Unione Europea, ditemi voi se questo non è cedere ulteriormente sovranità all’Europa”
[Marco Ferrari]