PISTOIA. Ieri mattina, alla libreria Lo Spazio di via dell’Ospizio a Pistoia, durante una conferenza stampa, l’Anpi insieme al Comitato pistoiese per il No ha presentato l’appello per il no nel referendum costituzionale.
Questo il testo integrale e le prime adesioni:
La riforma che il popolo italiano sarà chiamato ad approvare o a rifiutare con il referendum prossimo venturo non è una semplice legge di revisione della Costituzione.
Si tratta di un intervento che modifica o sostituisce ben 47 articoli, realizzando in questo modo la sostituzione del modello di democrazia costituzionale previsto dalla Carta del ’48 con un altro ordinamento, ispirato a principi e ragioni del tutto differenti da quelle che avevano guidato i padri costituenti.
L’inaccettabilità del metodo con cui queste modifiche sono state imposte dalla maggioranza governativa rende ancora più evidenti i vizi di questo nuovo ordinamento che non risolve gli inconvenienti che vorrebbe curare e non dà alcuna risposta al malessere reale della democrazia italiana, testimoniato dalla crescente sfiducia dei cittadini italiani nei confronti delle istituzioni.
Nessuno si oppone ad un’opera di manutenzione della Costituzione che possa rimediare agli inconvenienti del bicameralismo perfetto, ma la modifica costituzionale Renzi/Boschi non interviene sulle inefficienze del bicameralismo.
Essa persegue un altro obiettivo: quello di aggredire la centralità del Parlamento, cominciando ad eliminare una Camera elettiva ed assoggettando l’altra, eletta con metodo supermaggioritario, alla supremazia del Governo, che risulta – per legge e non per volontà popolare – padrone della maggioranza parlamentare.
In questo modo viene appannata la distinzione fra potere legislativo e potere esecutivo dal momento che il capo del partito politico, “vincitore” delle elezioni, è a capo del potere esecutivo e controlla la maggioranza parlamentare, da lui stesso nominata.
A questo capo di partito che esercita un potere di fatto quasi senza limiti possono opporre solo un debole argine le istituzioni di garanzia, Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale.
In questo modo, attraverso le riforme, viene consolidato il passaggio da una democrazia rappresentativa, fondata sulla centralità del Parlamento, ad una democrazia dell’investitura, fondata sulla prevalenza dell’Esecutivo sul Parlamento e del Governo centrale sulle autonomie regionali.
Il risultato finale è quello di instaurare una sorta di Premierato assoluto, cioè di dare più potere al potere, mentre le riforme di cui abbiamo bisogno dovrebbero dare più potere ai cittadini.
La Costituzione è un bene comune, non appartiene ad un partito o ad un governo. In essa sono scolpite le basi della convivenza civile, per questo la riforma o la sostituzione della Costituzione non è nella disponibilità delle contingenti maggioranze parlamentari.
Le Costituzioni sono fatte per unire un popolo, non possono essere imposte da una fazione politica che si è avvalsa in Parlamento dei numeri taroccati da una legge elettorale incostituzionale.
Per questi motivi nel referendum costituzionale voteremo no.
Prime adesioni
Domenico Gallo, Fabrizio Amato, Enzo Gualtiero Bargiacchi, Roberto Barontini, Aldo Bartoli, Luca Boschi, Marcello Bracali, Franca Canigiani, Giovanni Capecchi, Tiziano Carradori, Valter Ciurli, Renzo Corsini, Alessandro Fagni, Patrizia Gentilini, Caterina Iannella, Marco Leporatti, Mariangela Maraviglia, Mauro Matteucci, Maurizio Niccolai, Alessandra Pastore, Enrico Prosperi, Paola Pupino, Alberto Simoni, Lia Tosi, Giacomo Trinci, Cecilia Turco
Per ulteriori adesioni scrivere a: comitatoperilno-pistoia@email.it