referendum. MA SCHETTINO, COME VOTERÀ?

Passato, presente e futuro
Passato, presente e futuro (di carote)

ROMA.  Un terzo degli elettori non ha ancora deciso come votare e sembra dunque vero che la tornata referendaria sarà proprio una gara all’ultimo “uomo” per l’affermazione o il rigetto del renzismo.

Un quesito referendario contestato, suggestivo, lontano dai bisogni della gente, incomprensibile nella lettura del testo di riforma, farcito di paradossi e contradditorio, imperscrutabile a chiunque si avvicini allo studio dell’esito che, oggidì, può essere fondato solo sull’intuito o la cabala.

La data del 4 dicembre è oramai caricata di significati collegabili e subordinati al governo e al mondo della politica, con una cornice comunicativa polarizzata in due versioni suggestionanti: per il cambiamento, No per il mantenimento.

Per questi ultimi, giova ricordare la Divina Commedia: Virgilio, incontrando i dannati ­immersi nel liquame fino al collo, osservò che l’alternativa loro disponibile a un cambiamento era una sola: immergersi completamente.

La frequentazione delle assemblee tematiche a “favore o contro” è una esercitazione forse utile, ma richiede almeno una formazione civica di base, viste le incomprensibili, molteplici e sicure interferenze con i tre pilastri del potere dello Stato: esecutivo, legislativo e anche giudiziario, l’ultimo accusato d’essere tanto preminente per quanto spesso si sostituisce agli altri due a “colpi di sentenze”.

Le relazioni dei due schieramenti sono apparentemente convincenti alle orecchie degli elettori: basta ascoltare le – ben diversamente articolate – motivazioni e quindi vedere in chiaro quello che è più interessante, per iniziare a fare delle distinzioni o inclusive o, diversamente, esclusive della scelta.

Nel mondo della persuasione psicotica manca di conoscere come voterà un ottimo spoiler alla rovescia: il comandante Schettino.

Il Comitato antagonista allo Schettino pensiero potrebbe usarlo per così meglio qualificare la propria posizione avendo comprensione dei suoi effetti pratici, nella soddisfazione di altri criteri, questa volta più fashion, che sono ancora peggio di quelli che spingono sulla “pancia della gente”.

Questo sarà davvero il referendum del 4 dicembre, un evento mediatico psicosociale: reggiamoci forte.

[Alessandro Romiti]

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