PISTOIA. Partono i referendum sociali per la scuola pubblica, per bloccare il Piano nazionale inceneritori, per l’opzione “Trivelle zero” in Italia e per la difesa dei beni comuni. Il 13 marzo scorso al cinema Palazzo di Roma si è svolta una partecipatissima assemblea nazionale con centinaia di persone provenienti da tutta Italia che ha dato avvio alla nuova stagione referendaria.
Da oggi, 17 marzo, si avvierà il deposito dei primi quesiti alla Cassazione per far partire la raccolta delle firme con un evento unitario e diffuso il 9 e 10 aprile che darà vita alla campagna nazionale di mobilitazione che si chiuderà entro il 9 luglio prossimo.
L’obiettivo è superare le 500 mila firme necessarie per tutti i sei quesiti referendari già in campo, oltre a quelli contro la privatizzazione dei beni comuni in via di definizione per andare al voto nella primavera del 2017.
L’approvazione dei principali provvedimenti governativi, dalla Buona Scuola allo Sblocca Italia, con cui si è attaccato il ruolo della scuola pubblica, privatizzati i beni comuni e i servizi pubblici, aggredito l’ambiente, a partire dalle trivellazioni e da un autoritario aumento di nuovi inceneritori, e abbattuti i diritti del lavoro, ha innescato un crescente percorso di lotta che sostiene un opposto modello di sviluppo fatto di tanti comitati, movimenti, sindacati, associazioni che hanno iniziato ad incontrarsi in numerose assemblee sul territorio, da Bologna a Pescara, da Ancona a Napoli ed a Roma.
Si è pertanto formalizzata lunedì scorso, 14 marzo, l’alleanza sociale tra i movimenti per la scuola pubblica, per l’acqua bene comune, contro la devastazione ambientale che si oppone alle trivellazioni e contro il piano nazionale per vecchi e nuovi inceneritori che insieme chiedono di puntare ad una società “democratica” che investa sul valore della scuola pubblica, sulla sostenibilità ambientale e la difesa della salute pubblica, sulla gestione pubblica dei servizi locali, sul lavoro stabile e sul diritto al reddito che veda la piena attuazione del dettato costituzionale e non il suo smantellamento.
L’iniziativa incrocia infatti il tema della democrazia e della sua espansione, che altro non è se non il rovescio della medaglia dell’affermazione dei diritti fondamentali. La nostra stagione dei referendum sociali, pur nella sua dimensione autonoma, vuole contribuire anche alla campagna per il “No” alla controriforma istituzionale, con la convinzione che parlare di democrazia non significa ragionare puramente di architettura istituzionale ma del potere che hanno le persone di decidere sulle scelte di fondo che riguardano gli assetti della società.
Proprio perché non pensiamo che la nostra iniziativa sia autosufficiente e esaustiva delle battaglie in corso ci sentiamo fortemente impegnati per l’affermazione del “Sì” al referendum contro la prosecuzione indefinita delle concessioni in mare entro le 12 miglia del prossimo 17 aprile, così come nella preparazione e nella buona riuscita della manifestazione nazionale contro il Ttip prevista per il 7 maggio.
Per quanto riguarda il Jobs Act, provvedimento che ha la stessa matrice di quelli oggetto del nostro intervento, non rinunciamo né all’idea che, progressivamente, si possa costruire un intreccio sempre più stretto tra le questioni che oggi sono al centro dell’iniziativa e il tema del lavoro, né alla nostra autonomia di giudizio e di iniziativa anche su questo tema, una volta conosciuti gli eventuali quesiti referendari promossi dalla Cgil.
Si apre quindi una stagione di grande impegno sociale che mobiliterà sui grandi temi della Costituzione materiale tante persone nei territori, affermando un’altra idea di modello sociale e di democrazia.
[cobas pistoia]