referendum. RENZI L’UNICO “BOLLITO NON BOLLITO”

E allora a chi m'attacco...?
E allora a chi m’attacco…?

PISTOIA. Adesso dobbiamo sorbirci le spruzzate di velenoso rancore da parte di chi aveva puntato molto sulla vittoria del “sì” al referendum di ieri. Talmente incapaci di considerare l’ipotesi che il popolo sovrano si esprima, che quest’oggi la maggioranza di ieri, è già composta da caproni ignoranti e beceri e populisti.

Chi non ha ancora capito un accidente sono, al contrario, i vinti.

Non ci voleva un genio per capire che, oltre che sul testo della riforma, sarebbe stato espresso un parere sul governo, sul Renzi e su ciò che sta capitando all’Italia dal novembre 2011. Una data fondamentale, poiché da quel momento, dopo un colpo di Stato avvenuto con modalità 2.0, a Roma e in Europa si è ritenuto che i pareri del popolo votante fossero relegabili in soffitta.

È successo, effettivamente, che da un solo Capo dello Stato ci sono stati imposti tre governi che non rappresentavano assolutamente la maggioranza uscita dalle urne. Li chiamavano governi tecnici, dandogli un aspetto freddo e inumano. Lo spread si abbassava, con gli applausi della Merkel in sottofondo, e tutti gli indicatori macroeconomici andavano a picco, con gli imprenditori italiani che attaccavano il proprio collo a una trave.

È poi passato Letta come un fantasma, fatto fuori dal bullo di Rignano che a suon di cazzate era riuscito a convincere Napolitano che lui e solo lui poteva rimettere in piedi la baracca. E per un attimo, alle elezioni europee, un buon numero di italiani gli ha anche creduto.

Quando però dopo mille giorni al governo scopriamo che siamo il fanalino di coda dell’Europa, e che questo branco di boy-scout pensa di farci bere la balla che con una mezza riformetta della Costituzione tutto tornerebbe a girar bene, accade l’inevitabile: la matita fa una croce e lascia il segno.

Ma non soltanto per il testo obiettivamente scandaloso della riforma, piuttosto per la faccia tosta di un premier e dei suoi accoliti che prendono a schiaffi, col sorrisetto stampato in faccia, chiunque osi criticarli, questi rampolli della Dc. E la matita segna ancora più forte quella croce perché, con uno snobismo veramente indecente, si era formato un codazzo di vip, cuochi e lavapiatti di Palazzo Chigi che avevano l’ardire di affermare che l’Italia del “no” non era abbastanza per loro.

Bottura porterà il bollito non bollito all'estero?
Bottura porterà il bollito non bollito all’estero?

Bottura, quello del bollito non bollito, dovrebbe seguire il suo istinto e togliersi dai piedi, andando a riempire gli stomaci di un popolo che sia alla sua altezza, ovvero piegato verso il basso, a pochi centimetri da terra. È stato nauseante, proprio come è accaduto per Trump, assistere al dileggio a cui l’Italia era esposta. Eminenti italiani che sbeffeggiavano il “popolino del no”, descrivendolo come un gregge di reazionari.

Per non parlare della ministrina Boschi che riteneva di poter suddividere i partigiani in “veri” e “falsi” a seconda del loro voto al referendum. Tutta gente nata ieri, che di cultura e di ideologia niente sanno, che credono di poter muovere le masse a suon di mance elettorali e maniche di camicie arricciate. E la vittoria ha ancor più gusto perché insieme al Renzi ha perso, ancora una volta, quell’establishment formato dai grandi poteri che pensava di comandare la coscienza popolare. Il terrorismo mediatico del Financial Times prima di tutti.

Date le loro eccelse doti da strateghi, staranno ora pensando che se avessero promesso blowjobs, imitando Madonna, avrebbero convinto questo popolo di maialini ignoranti a far la croce sul “sì”.

[Lorenzo Zuppini]

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One thought on “referendum. RENZI L’UNICO “BOLLITO NON BOLLITO”

  1. una cosa è sicura codesti due non rimarranno disoccupati già vedo una bella poltrona, da scaldare, in qualche società, banca o partecipata…banca etruria, banca di cambiano e chi più ne ha più ne metta….

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