regioni da abolire. AZIENDE CINESI, ARRESTATI DUE CONTROLLORI DELLE IMPRESE

Renzo Berti a capo della task-force
Renzo Berti a capo della task force

PRATO-PISTOIA. [p.f.] Due controllori della task-force regionale, che dal 2014 avrebbe dovuto occuparsi del controllo sulle attività di 7700 imprese locali, sono finiti nelle maglie della giustizia.

G.M., di 42 anni, e T.T., di 40, sono finiti il primo in carcere a Prato e l’altro agli arresti domiciliari; saranno interrogati dal Gip, per il reato di concussione, per aver chiesto denaro ai titolari delle ditte che avrebbero dovuto controllare.

L’indagine era partita da una denuncia di un imprenditore cinese del novembre 2015: chi doveva essere controllato aveva ricevuto, dai rappresentanti dello Stato italiano, richieste di denaro per rendere i controlli meno invasivi o forse azzerarli.

Gli episodi di corruzione o concussione sono purtroppo all’ordine del giorno delle cronache, ma preme ribadire quanto la regione Toscana avesse investito e quanta enfasi avesse messo nel presentare il progetto “Lavoro sicuro”, “grazie al quale – si legge nel comunicato dell’epoca – entro il 2015 verranno sottoposte a controllo 4.400 delle 7.700 aziende cinesi attive a Prato, Empoli, Firenze e Pistoia, con un ritmo di ispezioni 5 volte superiore a quanto previsto dalla legge nazionale.

“Tutto ciò sarà possibile grazie alla task force di tecnici della prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro che, con le 74 nuove assunzioni garantite dalla Regione Toscana, porta a 213 il numero dei controllori impegnati nell’area vasta centro.

In vista di questo appuntamento sono stati il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e Renzo Berti, coordinatore del progetto, a presentare il progetto e la campagna di comunicazione diffusa che prenderà il via a breve. E la presentazione, significativamente, è avvenuta a Prato anche se ad essere sottoposte a più frequenti ed intensi controlli non saranno soltanto le aziende del pronto moda gestite da cinesi.

“I 74 nuovi tecnici della prevenzione in gran parte opereranno a Prato dove più che triplicheranno, passando dagli attuali 20 a 70. Ai 68 oggi in organico a Firenze se ne aggiungeranno altri 14, mentre a Empoli passeranno da 25 a 33 e a Pistoia da 26 a 28.

“Il nostro obiettivo – ha spiegato il presidente Rossi – è aumentare le situazioni di regolarità e di rendere più sicuro il lavoro degli oltre 20.000 addetti che stimiamo presenti nell’area.

“È un progetto ambizioso – continua il Presidente Rossi – a cui la Regione Toscana ha destinato più di 12 milioni di euro per i prossimi tre anni e rispetto al quale ci aspettiamo il massimo della collaborazione da tutti i soggetti coinvolti (e proprio di collaborazione non si può parlare, se si considera che in appena un anno l’unico fatto che emerge sono le ruberie – n.d.r.) . Sono convinto che a Prato come nel resto dell’area possiamo rendere il lavoro più sicuro e mettere in regola le aziende che non lo sono.

“Serve prima di tutto una piena condivisione degli obiettivi… Il gruppo degli attuali tecnici, affiancati dalle nuove assunzioni, a regime arriverà a garantire una quantità di controlli cinque volte maggiore rispetto a quella che viene richiesta dalla legge ed è individuata dai livelli essenziali di assistenza nazionali.

“Tutti gli incaricati saranno coinvolti in appositi percorsi formativi tesi a favorire la conoscenza delle specificità con cui dovranno confrontarsi e propedeutici all’ottenimento, da parte delle Prefetture, della qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria.

“I criteri che ci siamo dati – ha aggiunto il coordinatore del progetto, Renzo Berti – prevedono di iniziare i controlli dalle aziende di nuova apertura, privilegiando quelle collocate in determinati contesti edilizi ed urbanistici e quelle che non aderiranno al Patto per la sicurezza. È importante che si sviluppi un’azione corale di incoraggiamento e sostegno a questo impegnativo percorso, anche attraverso il contributo delle associazioni di categoria”.

“L’altro aspetto del progetto illustrato a Prato è quello della campagna informativa che si basa su un dépliant bilingue italiano-cinese, stampato in 30mila copie e che verrà distribuito a tutti gli interessati…”.

Non bastano le parole del Devoto-Oli per commentare un tale assurdo spreco di risorse e l’ignominia dei comportamenti di persone che ricoprivano incarichi di fiducia (oltre ad avere un lavoro sicuro, cosa da non sottovalutare mai e specialmente in questi tempi…).

[p.f.]

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