PISTOIA. Dunque il 31 di maggio si terranno le elezioni regionali perché così impone la legge.
Il P[partito] D[democristiano] si è già preventivamente e pubblicamente sputtanato facendo finta di scegliere democraticamente i propri candidati che già erano stati scelti nelle segrete stanze da ben due anni, ed offrendo ai cittadini di ogni razza e colore l’immagine di un partito che più che tale è divenuto, meglio, lo è sempre stato, una congrega di interessi e un coacervo di intrighi, pugnalate alle spalle, con contorno di telefonate incivili e tanto altro ancora.
Perché il Pd di oggi è questo; imbastardito dal sangue democristiano e dalla logica di potere che prevale su tutto e su tutti.
Pensiamo che i pochi comunisti veri rimasti siano in estremo imbarazzo se non altro perché hanno utopisticamente creduto in un sole dell’avvenire che si è sfumato ed è tramontato dentro le Coop rosse e l’abbraccio mortifero con il neo-liberismo mondialista di assalto di cui il Pd è vessillifero.
Altro che “spinta propulsiva” e “questione morale” di berlingueriana memoria!
Si dirà che il panorama politico offre anche altre soluzioni; votare Forza Italia, i Cinque Stelle, Fratelli d’Italia camuffata da lista civica, la Lega e i vari peduncoli a sinistra della sinistra ufficiale.
Anche la Meloni è venuta a Pistoia (e noi tutti speriamo che non arrivi anche Brunetta) e come tutti gli altri attori di questa farsa, non è venuta ad illustrare ciò che è riuscita a “fare” per la Provincia di Pistoia, ma ciò che si impegnerà “a seguire”, a partire dal problema Questura.
Una cosa accomuna tutti questi personaggi: la promessa e non il rendiconto. Non ciò che si è contribuito a realizzare, ma solamente ciò di cui prometteremo di occuparci, se eletti o se verrà eletto l’amico “sponsorizzato”.
Terminato, purtroppo, il periodo nel quale, anche obtorto collo, si votava la persona che alla fin fine rappresentava un’idea nella quale credevamo, adesso siamo costretti a votare in base alla capacità del singolo di attrarre consensi per i favori concessi e per quelli futuribili; una promessa di dare in cambio di ricevere, uno scambio di voti che anche la legge persegue penalmente ma che in questo caso è l’extrema ratio per inviare quaranta peones ad abbuffarsi nel piatto di quella vergogna italica che si chiama Regione.
Le Regioni, appunto: enti nei quali impera la corruzione che nell’arco degli ultimi anni ha pesantemente coinvolto tutte le Regioni d’Italia. Ci sarà un perché?
Avete avuto sentore di un qualche politico che sia venuto francamente a dire che, seppur la Costituzione le preveda, questi carrozzoni di malaffare chiamate Regioni devono essere eliminate al pari dei sostenitori che si prefiggono la fine, attraverso fusione, delle municipalità (e della storia che promanano) con il solo obiettivo di riparare le ruberie e i saccheggi di pubblico denaro che da settanta anni sono il marchio di fabbrica di questa Repubblica?
Se ne esiste uno, di questi signori, gradiremmo tutti saperlo per offrirgli il nostro voto e la nostra preferenza. Un programma politico con un solo punto: eliminare questi buchi neri che si chiamano Regioni.
Questa sarebbe veramente Politica!