MONTALE — AGLIANA. L’analisi della bozza del regolamento del servizio associato ci impegna a rilevare delle incongruenze non marginali che elenchiamo:
L’articolo 26 (Servizi a richiesta dei privati) non rispetta la vigente normativa in materia e in particolare, la nota interpretativa sull’attuazione dell’articolo 22, comma 3-bis, del Decreto legge 24 aprile 2017, n. 50 (convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96), deliberata dalla Conferenza Stato-Città ed Autonomie Locali nella seduta del 26.7.2018 stabilisce:
1) che è necessaria l’adozione di un regolamento che stabilisca la puntuale definizione ed elencazione delle manifestazioni escluse dall’obbligo di corresponsione delle spese;
2) che è altresì necessaria l’individuazione puntuale sul piano oggettivo della tipologia di servizio da rimborsare escludendo tra l’altro le attività che sono svolte dai corpi e servizi di polizia locale nel campo delle funzioni pubbliche propriamente dette;
3) che le previsioni dell’articolo 22, comma 3-bis del decreto legge n. 50/2017 sono circoscritte ai servizi di organizzazione e regolazione del traffico;
4) che sono da escludere le spese sostenute per lo svolgimento delle attività richieste nell’ordinanza di pubblica sicurezza, con la quale viene disposto l’impiego del personale della polizia municipale munito della qualifica di agente di PS;
5) che le risorse relative al servizio aggiuntivo effettuate ed erogate, al netto degli oneri riflessi e dell’Irap a carico dell’Amministrazione, sono erogate in base a quanto definito della contrattazione integrativa.
Per dare attuazione a questa tipologia di servizio a pagamento è necessario procedere, quanto prima, all’approvazione dello specifico Regolamento nel rispetto delle norme previste dal D.L. n. 50/2017, dalla delibera della Conferenza Stato-città ed autonomie locali del 26.7.2018 e delle obbligatorie relazioni sindacali.
In difetto non è possibile dare attuazione a questo servizio.
I sindacati hanno chiesto, per quanto sopra esposto, che l’articolo 26 sia cassato e che venga adottato un regolamento ad hoc.
L’articolo 35 (Presidi difensivi) non rispetta quanto previsto dagli artt. 6 e 12, comma 1, lett. f), della legge regionale 3.4.2006, n. 12 e dell’art. 10, comma 2, del D.P.G.R. 2.3.2009, n. 6R.
L’assegnazione dei presidi difensivi è infatti oggetto di accordi in sede locale recepiti nel Regolamento locale (trattasi pertanto di accordi preventivi all’approvazione del Regolamento).
Il Decreto del Presidente della Giunta Regionale 2.3.2009, n. 6R nel preambolo al punto 11, recita testualmente: “ … di accogliere il parere della commissione “Affari Istituzionali” del Consiglio Regionale nella parte relativa in cui si chiede che la scelta delle dotazioni accessorie sia oggetto di confronto in sede di contrattazione decentrata, mediante la riformulazione degli art. 3 e 10 del presente regolamento in cui è previsto uno specifico accordo locale per tali strumenti”.
Le Organizzazioni sindacali Provinciali chiedono, pertanto, che sia rispettato il disposto dell’art. 10, comma 2, del più volte citato DPGR 6/R/2009 e per questo, viene da chiedersi se Fragai, la Nanni e il Betti hanno rispetto delle leggi, dei regolamenti, delle norme contrattuali se, diversamente, se ne fregano o, terza ipotesi, sono proprio degli incompetenti?
Il loro modo di operare si pone al di sopra della legalità, della trasparenza, della correttezza, dell’imparzialità, dell’equità e della giustizia.
Ma i principi costituzionali che il dipendente pubblico e gli amministratori hanno obbligo/dovere di osservare, per loro esistono? Li conoscono?
Se questo è il loro di operare da perfetti “ignoranti” (nel senso etimologico del termine) nella redazione di un – seppur magico – regolamento di Polizia Municipale ci domandiamo quali siano i risultati sulle cose ancor più complesse e importanti che riguardano i cittadini.
È suonata l’ora delle dimissioni. E di cambiare lavoro.
Il commissario Fragai è stato segretario generale della Cgil e sembra essersi oramai dimenticato quali sono le più elementari regole che si devono osservare nei rapporti con la OO.SS. Provinciali, trattandosi di quelle corrette relazioni sindacali con le quali si è “sciacquato la bocca” per anni e che tutti i sacrosanti giorni, quando era sindacalista, chiedeva che fossero rispettate.
Ha forse perso la memoria? Se si tratta di un temporaneo momento di amnesia, anche se un poco lungo, è sempre a tempo a ravvedersi, chiamando i Sindacati al tavolo e farsi, finalmente, ragguagliare.
Siamo ancora in attesa che la super sindacalista Biagini Silvia (FP CGIL) rilasci precisazioni o commenti sulla incresciosa inerzia del sindacato (incompetenza o omertà?).
Ai Commissari della Commissione congiunta 1, viene da chiedere se hanno contezza che Fragai ha portato in consiglio un Regolamento di Servizio (davvero innovativo e magico come ha detto il Betti) con figure professionali inventate di sana pianta, qual è quella dell’agente di Pm addetto al “coordinamento e controllo”, con norme che si pongono in palese contrasto con la normativa Nazionale, Regionale e Regolamentare emanata dalla Regione Toscana, dunque antisindacale e incostituzionale. Se ci siete battete un colpo!
Al Sindaco Mangoni (assente sulla scena del delitto) chiediamo quindi se condivide il modo di operare del suo commissario-assessore laico da lui nominato e che sta mettendo, con il suo operato, in cattiva luce l’intera Amministrazione Comunale sia per questa, che per altre vicende.
Una bella campagna elettorale per il partito che rappresenta. Ma Fragai sta lavorando per la sua Amministrazione o per “altri attovagliati” visti gli eclatanti e negativi risvolti dell’incresciosa vicenda e dei fatti oggettivamente accaduti?
[Alessandro Romiti]