REINTEGRO APOLITO, UN ATTO DOVUTO

Il dott. Luigi Boccia [La Nazione]. È titolare dell’inchiesta che sta andando avanti
Il dott. Luigi Boccia [La Nazione]. È titolare dell’inchiesta che sta andando avanti
PISTOIA-MONTAGNA. In molti si sono meravigliati del reintegro disposto dal Giudice del lavoro prima nei confronti del dott. Roberto Fedeli e poi – è notizia di ieri – della dott.ssa Rosa Apolito.

Invece, amici, non c’è proprio niente da meravigliarsi perché se il Giudice ha ritenuto irrilevanti le motivazioni di licenziamento addotte dalla commissione interna presieduta dal dott. Del Regno, Segretario Generale del Comune di Prato, adesso trasferitosi a Genova, diretto superiore del dott. Lucca Eller, perito della Procura e della Giunta dei Sindaci (che non ha potuto concludere il suo lavoro per mancanza di fondi…), l’esito non poteva che essere questo.

Pensiamo invece, deducendo, che il giocattolo che si voleva “confezionare” a danno della Montagna si sia rotto e che questi ultimi provvedimenti del Giudice del lavoro, se tutto fosse proceduto come “alcuni” volevano, avrebbero dovuto essere la pietra tombale di tutto “l’affare”, con un unico colpevole reo-confesso e i politici immacolati e pronti a continuare il loro assalto al territorio.

Ma, si sa, il diavolo insegna a fare le pentole ma non i coperchi e quindi facciamo un passo indietro.

Schema base: c’è un reo confesso che (spontaneamente? – boh… lo vedremo) si becca tutta la colpa; due dirigenti licenziati con motivazioni che non reggono (lo dice il giudice, non noi) e saranno riassunti: e il cerchio è chiuso.

Chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato. Il sig. “G.S.” a un certo momento decide di non volere fare più la parte dell’unico capro espiatorio e dinanzi alla remissione del mandato del suo avvocato che stava operando per il patteggiamento, decide di avvalersi di un altro patrono e di accettare il giudizio in un processo normale.

Il dott. Boccia invia “informazioni di garanzia” a funzionari della Caripit di San Marcello e a due revisori dei conti della ex Comunità Montana. Questi atti sembrano, a noi profani, la manifestazione del giudice di volere andare in fondo alla vicenda perché evidentemente i precedenti comportamenti e/o fatti possono non averlo pienamente convinto sulla correttezza formale e sostanziale degli attori in campo nella commedia.

Pensiamo quindi che altre persone – i politici – stiano vivendo momenti piuttosto complicati perché anche uno sciancato mentale arriva a comprendere che in questo puzzle mancano alcune attori primari: i politici, appunto.

Tornando all’inizio di quanto detto sopra in relazione al doveroso reintegro della Apolito, reintegro del quale, chissà perché, la stampa cartacea locale non ha dato notizia (lo farà domani?), ci preme rilevare la funzione centrale che il sig. “G.S.” assume perché appare chiaro che una sua accettazione del patteggiamento avrebbe di fatto posto la parola fine a questa sconvolgente e vergognosa vicenda.

Dobbiamo dei ringraziamenti (ho detto ringraziamenti) a questo sig. “G.S.” perché, se anche Fedeli e Apolito decideranno – come forse sarebbe meglio per loro e per tutti – di contribuire all’accertamento della verità, l’Historia Montanae Communitatis riserverà sicuramente molte altre sorprese. Nessun rancore personale o vendette postume, ma l’accertamento vero della Verità potrà dimostrare che la Montagna è in possesso dei giusti anticorpi per riprendere un cammino di speranza.

In questo percorso, è bene rimarcarlo, il Comitato Recupero Ammanco ha fatto la parte del sano guastatore. Chi lo ritiene opportuno, può ringraziarlo, perché altrimenti tutto sarebbe già concluso nel nulla.
E invece non lo è.

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