relativisti uniti. LA BENEDIZIONE DELLE CASE NON “S’ATTACCA” CON GLI ACCOLITI: MA AL CARDINALE BETORI NON SEMBRA IMPORTARE AFFATTO!

La questione delle benedizioni impartite da “civili”, semplici accoliti e non diaconi, sembra una malagestio diffusa nell’intera Toscana e non solo, che ci ha impegnati in una verifica provvedendo alla consultazione del Cardinal Betori e di altri teologi (romani, mica noccioline!). La questione non è affatto risolta con chiarezza, anzi  

Il Vescovo Tardelli dovrebbe dare un supplemento di spiegazione sulla lettera inviataci

PISTOIA. Proponiamo ai lettori un interessante carteggio intercorso tra la nostra redazione e la Conferenza episcopale toscana tramite il Vescovo Fausto Tardelli, relativamente alla questione delle benedizioni impartite da sostituti dei parroci, non diaconi, ma civili, semplicemente accoliti.

Questa redazione è stata contattata da alcuni residenti delle Propositure di San Giovanni Battista (Montale PT) e San Piero (Agliana PT) per riferirci che le tradizionali benedizioni delle case nel periodo primaverile, sono fatte anche da persone non idonee, ovvero da parte di civili, semplici accoliti, configurando ciò una circostanza quanto meno insolita e deregolata alla prassi canonica.

Per la propositura di San Giovanni Battista, in Montale, ci sarebbe una gentile signora che, senza abito talare e con abiti civili si reca nelle residenze per amministrare una benedizione e che, per questo insolito modo di proporsi, è comprensibilmente malvista.

Ci dicono che è stata anche respinta. Ci riferiscono inoltre che nella parrocchia in questione con una numerosità di circa 6500 anime ci sono ben tre sacerdoti (Don Paolo Firindelli, parroco con Don Augustin e Don Alessandro in supporto) non potendosi certo parlare di carenza di presbiteri!

Non va meglio a San Piero Agliana (PT), dove la propositura retta da Don Paolo Tofani, viene affiancato da Don Vincent, ma che vede applicato alle attività della benedizione l’accolito Luca Bini Mezzanotte, anche sacrestano. Tutto questo prosegue da alcuni anni, senza alcuna evidenza di un’emergenza contingente alla indisponibilità di sacerdoti.

Il Luca Bini Mezzanotte, accolito a San Piero, amministra le benedizioni primaverili.  E’ corretto ciò?

I fedeli, narrano inoltre che tale “deregolamentazione” della funzione (e dei ruoli) è purtroppo nefasta, perché la Santa Benedizione – ancora ci riferiscono accalorati – “non s’attacc” e dunque le preghiere dei fedeli sono purtroppo inutili alla visita di soggetti non abilitati alla sacra attività.

Altre propositure hanno rinunciato a fare visite dirette, rimettendosi a svolgere richieste di benedizioni solo “prenotate” (con invito proveniente dalle famiglie), ma comunque mantenendo impegnata ed esclusiva la figura del Parroco, senza delegare soggetti surrogati, impediti dai registri canonici.

Alcune sommarie verifiche ci hanno permesso di considerare, che effettivamente, la Santa Benedizione può essere impartita solo da Diaconi, Sacerdoti o Vescovi, oltre ai Cardinali, dunque solo soggetti ricompresi nel clero.

Nel segnalare questa incresciosa situazione che – sempre confortati da teologi sedenti in Roma – è un’attività impropria che sembrerebbe ledere la salvaguardia dell’ortodossia della tradizione stabilita nel canone ecclesiastico, ci impegna a rivolgerci in via preliminare al Vescovo Fausto per una risposta sul punto, anche quale referente della Cet.

Chidiamo infatti che la questione venga rappresentata altresì alla Conferenza Episcopale toscana per la più generale valutazione di merito ed opportunità, apparendo intuitivamente in collisione con i Codici canonici.

Don Paolo Firindelli, userebbe dei laici per le benedizioni alle famiglie, anche con due preti di affianco.

Don Paolo Tofani è molto impegnato con gli extracomunitari e delega a Luca le visite alle sue pecorelle

Dopo l’invio della missiva, è pervenuta la risposta – non intestate né firmata – da parte della segretaria del Vescovo di Pistoia Fausto che ringraziamo della considerazione e che proponiamo per esteso di seguito, impegnandoci un un ampliamento del quesito, visto che il punto 2 sembrerebbe – a nostro sommesso parere – superato per le due parrocchie in esame.

Questo il testo pervenuto in risposta dal Vescovo Tardelli:

1. La “Benedizione annuale delle famiglie nelle case” in quanto Benedizione “imperativa” è riservata al parroco, ai sacerdoti e ai diaconi (cfr Benedizionale n. 438). Occorre però distinguere quella che è la “Benedizione in senso stretto (“imperativa”), da quella che è una semplice visita alle famiglie con “benedizione invocativa” (vedi al n. 4).

2. Oggi purtroppo non è più possibile dovunque da parte dei sacerdoti o diaconi assicurare la specifica Benedizione annuale delle famiglie per tutta una serie di motivi che sembra inutile elencare, tanto sono evidenti, a motivo del carico di compiti che gravano sui parroci e i sacerdoti in genere.

3. Quello che invece può essere assicurata – ed è quello che si fa ormai da diverse parti – è una visita annuale alle famiglie della parrocchia da parte di collaboratori anche laici formati allo scopo e incaricati dal parroco.

Tali collaboratori porteranno il saluto del parroco e dell’intera comunità cristiana alla famiglia e ascolteranno con attenzione fraterna quanto la famiglia vorrà loro dire. Guideranno inoltre una preghiera comune accompagnata da una benedizione in questo caso non “imperativa” bensì “invocativa”.

Benedizione quest’ultima che può essere compiuta da ogni battezzato. E il Signore ascolterà queste preghiere fatte con fede e la famiglia con la loro casa risulterà benedetta dal Signore.

Il Cardinale Giuseppe Betori ha redatto lui la nota di risposta? E Papa Francesco che ne pensa? 

4. A tal proposito occorre ricordare che anche i battezzati possono dare alcune benedizioni, come ad esempio ai figli, ai cibi e ad altre cose. Ma le loro benedizioni in genere non vengono compiute nel modo in cui le danno i sacerdoti e i diaconi, e cioè tracciando la croce con la mano destra.

Inoltre nel Benedizionale si nota chiaramente che mentre le benedizioni dei ministri ordinati (sacerdoti e diaconi) sono imperative: “Vi benedica Dio onnipotente, Padre, e Figlio e Spirito Santo”, le benedizioni dei laici sono invocative, come ad esempio: “Il Signore ci benedica e ci doni la sua pace” oppure “il Signore Gesù, medico dei corpi e delle anime, ci custodisca e ci colmi della sua benedizione”.

5. Il Codice di Diritto canonico, quando parla di benedizioni, dice che possono essere “impartite” dai sacerdoti e dai diaconi. Evidentemente si riferisce alle “benedizioni imperative” e dà per scontato che tutti, nell’esercizio del loro sacerdozio battesimale, possano invocare la benedizione di Dio sulle persone e sulle cose.

6. Nel nuovo Benedizionale, a proposito delle varie benedizioni, viene sempre indicato se possono essere proferite dai sacerdoti o diaconi oppure anche da altri ministri idonei.

E a proposito dei due tipi di benedizioni, sono presentati formulari diversi. Si vede chiaramente che le prime sono “imperative”, le seconde “invocative”. Lo stesso Benedizionale (n.18) a proposito dei vari ministri delle benedizioni afferma che il ministero della benedizione si collega a un esercizio particolare del sacerdozio di Cristo; in base quindi alla posizione e all’ufficio proprio di ciascuno nell’ambito del popolo di Dio, questo ministero viene così esercitato:

– a) Al vescovo spetta presiedere specialmente quelle celebrazioni che riguardano tutta la comunità diocesana e che si svolgono con particolare solennità e con grande concorso di popolo: pertanto il vescovo può riservare alla sua persona alcune celebrazioni, specialmente se svolte in forma più solenne.

– b) Ai presbiteri, come richiede la natura del loro servizio verso il popolo di Dio, spetta presiedere le benedizioni, quelle specialmente che riguardano la comunità al cui servizio essi sono dedicati; possono quindi celebrare tutte le benedizioni contenute nel libro del Benedizionale.

– c) Ai diaconi, quali aiutanti del vescovo e del suo presbiterio come ministri della Parola, dell’altare e della carità, spetta presiedere alcune celebrazioni, come indicato a suo luogo nel Benedizionale.

– d) Agli accoliti e ai lettori, che in base alla loro «istituzione» svolgono nella Chiesa un ufficio particolare, viene giustamente conferita, a giudizio dell’Ordinario del luogo, la facoltà di impartire di diritto, a preferenza degli altri laici, alcune benedizioni.

– e) Anche altri laici, uomini e donne, in forza del sacerdozio comune, di coi sono stati insigniti nel Battesimo e nella Confermazione, – a condizione che esista un compito specifico (quello, per esempio, dei genitori verso i figli), o l’esercizio di un ministero straordinario, o lo svolgimento di altri uffici particolari nella Chiesa, come avviene in alcune regioni per i religiosi o i catechisti – a determinate condizioni e a giudizio dell’Ordinario del luogo e purché sia notoria la loro necessaria preparazione pastorale e la loro prudenza nel compimento delle mansioni loro affidate, possono celebrare alcune benedizioni con il rito e il formulario per essi previsto, come indicato nel rituale di ogni benedizione.

Papa Francesco e Papa Benedetto, che avrebbe questultimo detto sulla “quaestio” così riccamente teologica? Al primo lo “manderemo a chiedere”.

Ringraziamo il Vescovo Fausto per la gentile risposta, che conferma purtroppo, le critiche svolte da alcuni fedeli, diciamo non cattocomunisti ma ispirati da una certa “ortodossia della fede” e che sono molto preoccupati per il fenomeno che sembra avere preso campo ovunque.

Ci viene rappresentato che l’argomento è, in tale documento, proposto in modo surrettizio e interpretato in una sorta di deregolamentazione dei protocolli delle benedizioni.

I nostri esperti insediati in Vaticano, ci propongo specificatamente la seguente richiesta di integrazione e chiarimento:

A) Quel testo che è stato mandato dalla segreteria del Vescovo (che allego)da dove viene, chi lo ha preparato e chi lo ha firmato?

B) Dunque, la tradizionale benedizione pasquale delle:

1. cose (cioè case, uova, acqua) etc. preparate dai parrocchiani nelle loro case;

e delle

2. persone cioè famiglie

con

preghiera

formula di benedizione: vi benedica… e

– uso dell’acqua santa.

La possono fare i laici (cioè non sacerdoti e non diaconi) oppure no?]

La nostra richiesta di integrazione è stata spedita quasi due mesi fa e non è ancora pervenuta risposta. Confidiamo che dall’episcopio sia dato seguito a un ulteriore chiarimento, magari coinvolgento il Cardinale Betori e, perché no, Papa Francesco.

Alessandro Romiti

[alessandroromiti@linealibera.it]

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