MATTEO “IL NULLA” VIENE A TROVARCI ARMATO DI PISTOLA AD ACQUA

Matteo Renzi, il Breve di cervello

PISTOIA. La destinazione del treno Italia del Renzi, che lo sballotta dalle Alpi alla Sicilia, oggi si chiama Pistoia. Aveva minacciato che si sarebbe ripreso la Capitale della cultura 2017 dopo la labbrata del 25 giugno, e questa tappa è il primo step per iniziare la scalata del Paese.

Non è da gentiluomini sparare sulla croce rossa, ma l’ex premier ci sta minacciando con una pistola ad acqua e per giunta scarica. Non riuscirà neanche ad infastidirci. Temiamo che egli stia perdendo delle ottime occasioni per rimanere a casa con Agnese e i suoi tre figli. Come potete notare, il nostro tono nei suoi confronti è compassionevole: a differenza di ciò che dicono di noi preti, pretucoli e chierichetti esagitati, siamo dei gentiluomini e conosciamo le buone maniere.

È necessario annotare l’evento in questione perché di una persona si devono evidenziare sia i successi che gli insuccessi. E di questa persona si può capire più dai suoi fallimenti che dalle sue vittorie. Ad oggi, il partito del signore di Rignano, versa in condizioni gravi. Si tratta di una condizione di coma, immobili nel letto di un ospizio e incapaci di rendersi conto che il mondo lì fuori gira e si evolve. Non che la restante parte della sinistra goda di ottima salute, ma almeno le percentuali di voto irrisorie in cui si trova se le è appositamente cercate in base ad un progetto (suicida) partorito poco tempo fa: abbandonare il carrozzone dei renziani.

Questi ultimi, al contrario, brancolano nel buio come dei gattini ciechi, per di più finiti in mezzo ad un’autostrada dove automobili di grossa cilindrata sfrecciano senza tregua. La sinistra si è spaccata e, se già era da sempre destinata ad arrivare seconda, adesso la sentenza è ancor più tragica: l’oblio. È questa la fine inevitabile cui sono condannati coloro che macinano consensi sulla sola base della protesta, cavalcando una demagogia insensata e distruttiva poiché, alla fine, i conti con la realtà vanno fatti.

Ve lo ricordate il Renzi ai tempi delle primarie perse con Bersani? Ve lo ricordate quando twittava “Letta stai sereno”? Ve lo ricordate quando non aveva alcuna responsabilità e si divertiva a sbranare con centoquaranta caratteri i propri compagni che, al contrario, se ne assumevano? Così, con estrema facilità, ottenne il posto di comando. Ma, con altrettanta spensieratezza, annega oggi nella sua stessa faciloneria. È la sorte che sta toccando ai grillozzi, i quali, per fare i bravacci, hanno deciso di sottostare ad un codice etico che li sta facendo sprofondare in quelle stesse regole rigide un tempo tanto osannate.

Si chiamava governo dei più giovani. Si chiamava rottamazione. Si è tradotto in una nuvola confusa di rime, di risatine e di fallimenti. Neanche la cultura di sinistra è riuscito a mantenere in alto. Neanche Marx ha saputo imitare. Ha voluto, da sinistra, fare ciò che Berlusconi non è riuscito a fare da destra. Pensava che questo popolo fosse composto da topi scemi bisognosi di un pifferaio.

Col 40% ottenuto ad un referendum ti ci puoi pulire il sedere. Idem con un 25-30% ottenuto a delle

La copertina del libro di Matteo Renzi

politiche. E vedrete che questa sarà la sua fine, l’ultimo atto di una stagione stragista di politica vera e politici veri. Il proletariato viene oggi soccorso da Casapound perché il PD preferisce i clandestini, possibilmente islamici, che affollano le canoniche. Una nullità come Alfano all’Interno, succeduto da un decente Minniti, non lo si può spiegare in altro modo: ignoranza al potere e disprezzo per i sudditi.

Oggi i libri li scrivono quelli bravi e quelli che devono riciclarsi. Comprateglielo quel libretto che si chiama Avanti! e vi accorgerete che l’intento del signore di Rignano consiste in un gioco di prestigio: tornare indietro di qualche anno, riavvolgere la pellicola, ripulirsi rendendosi presentabile.

Il treno Italia è una nuvola di passaggio. Il Renzi, invece, il niente più assoluto.

[Lorenzo Zuppini]

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