FIRENZE. La paura fa novanta. E certo non fa eccezione per il presidente Renzi. Dopo aver saputo che le organizzazioni autonome e indipendenti Sap, Coisp e Consap (polizia di Stato), Sappe (polizia penitenziaria), Sapaf (corpo forestale) e Conapo (vigili del fuoco), in rappresentanza della maggioranza del personale sindacalizzato di 4 corpi in divisa dello Stato, avevano deciso di manifestare ieri (giovedì 3 dicembre) a Pontassieve, davanti alla casa del presidente del Consiglio, quest’ultimo ha deciso che forse sarebbe stato meglio pensare un po’ di più sul da farsi.
Temeva forse troppo per la sua incolumità e per quella dei suoi figli? D’altronde però ognuno raccoglie quel che semina. Il motivo della manifestazione? Dichiarare, a detta dei vari sindacati, la grave debilitazione dei comparti sicurezza e soccorso pubblico, depauperati da anni di tagli e ridimensionamenti che rendono difficile se non impossibile la sfida al terrorismo, alla criminalità, alle emergenze e soprattutto per denunciare il bluff del miliardo di euro annunciato dal Governo per la sicurezza e il bonus spot da 80 euro per le forze dell’Ordine per il quale, addirittura, ad oggi manca formale conferma del Governo circa l’applicabilità anche ai vigili del fuoco.
Insomma, tutto era pronto per alzare il proprio grido di protesta dinnanzi alla residenza di Renzi. Ma qualcosa ha frenato il tutto. La sera prima della manifestazione il premier di Pontassieve avrebbe chiesto la sospensione della manifestazione al Sapaf, il sindacato del corpo forestale, promettendo un dialogo sul futuro del corpo forestale, che ha sempre manifestato la propria contrarietà all’assorbimento nell’Arma dei carabinieri. Per adesso solo parole insomma. Vedremo se a queste poi seguiranno i fatti. Perché a parole sono buoni tutti.
“Ho incontrato questa sera i rappresentanti del sindacato Sapaf del corpo forestale dello Stato su loro richiesta sul tema dell’assorbimento del corpo nell’Arma dei Carabinieri, al quale loro sono contrari, in attuazione del decreto PA approvato ad agosto” ha detto Emanuele Fiano responsabile sicurezza del Pd.
«Il Sapaf ha prospettato delle proposte atte a salvaguardare alcune prerogative dei forestali che vogliono tutelare nel processo di assorbimento. Indicazioni – prosegue – già avanzate al ministro Madia. Per quanto mi riguardami mi sono impegnato a verificare in un prossimo incontro la fattibilità di queste ipotesi e comunque a continuare la verifica anche nell’ambito del passaggio parlamentare che il decreto legislativo dovrà avere in sede parlamentare».
[Alessandra Tuci]
Buona sera, Renzi, come chi legge qui sa, mi sta antipatico e anche di più ma…
1- le varie armi non dovrebbero avere sindacati, che io espellerei da tutto il pubblico impiego.
2- abbiamo il maggior numero di Armi al mondo e il maggior numero di militari al mondo in rapporto alla popolazione: va da se che in giro ne vediamo pochi. La maggioranza sono in ufficio.
3- Spendiamo il 2,1% del pil per la sicurezza contro lo 0.7 della Germania e contro la media europea del 1.6% eppure mancano i soldi per la benzina e le pallottole…
4 Questa è la nazione dei dirigenti ma anche dei generali e degli Ufficiali…soldato semplice non usa più.
Quindi i sindacati (mannaggia ci vorrebbe Ronald Reagan) mi devono spiegare cosa osta a fronte di:
-Esercito
-Polizia
-Carabinieri
-Guardia di Finanza
-Forestale
-Vigili Urbani
-Polizia Provinciale
cosa osta, alias perchè mai…perchè mai i compiti di Polizia, carabinieri, GdF e Forestale non possono essere assunti da un’unica arma con dipartimenti specifici, che si occupino in modo specialistico dei settori delle singole Armi.
Perchè mai non unificare Vigili Urbani e Polizia Provinciale?
Dove sta scritto che si disperderebbero le professionalità e ci sarebbe un servizio peggiore? Certo non ci sono certezze in merito…tranne una….Generaloni costosissimi a fare altro. I pensionati o i giardinieri…va bene tutto…basta non averli sul groppone come ora. Duplicati di duplicati che costano e non rendono. Risorse ottimizzate, e forse allora avremmo la benzina per le autocivette.
Massimo Scalas