Le esequie di Vannino tenute presso la Chiesa di Spedalino, partecipate da molti “non concittadini”, conoscenti e amici di lungo corso. Il lutto ha riavvicinato molte persone distanti, anche nel tempo per la frequentazione del personaggio di “copertina” oggi sancito come mitologico. Un caso di pubblica moral washing?
PISTOIA-AGLIANA. Alessandro Egidio è stato, nella sua prima parte della vita, un personaggio da copertina, poi ha insegnato a tutti che si può cambiare. Questo un passaggio dell’omelia tenuta da don Antony alla comunità di conoscenti e amici che riempiva la chiesa di Spedalino e larga parte del piazzale.
Anche chi scrive l’ha conosciuto e si ricorda delle sue epiche stravaganze, spesso ai limiti di qualunque continenza che lo hanno distinto nella gioventù, quella nella quale si alzava nel pomeriggio, ostentava ricchezza, bellezza e forza, si comportava da tombeur des femmes.
Poi Alessandro Egidio è mutato in Vannino: un personaggio che ha scelto di vivere nella marginalità dell’abbandono che però l’ha riflesso nel mito popolare immaginario di un vero “alternativo” che sfuggiva in questo modo le convenzioni sociali. Brillerà perciò nella non credibile marginalità da super homeless.
Vannino era conosciuto da tutti, più del sindaco, del parroco o il maresciallo, ma dobbiamo necessariamente fare una riflessione, precisando che questo personaggio è stato probabilmente consapevole della sua scelta di libertà, ma anche vittima dell’ignavia generale della gente, che l’ha trattato, principalmente, come un fenomeno folcloristico che poi – nell’astrattezza tipica di un pubblico pensiero –, è oggi riportato in una edizione pseudo mitologica, ovvero un tentativo di santificazione, anche associandolo a San Francesco. Insomma le esequie sono state, possiamo dirlo dimostratamente, un chiaro episodio di moralwashing comunitario: da non escludere per un sottinteso senso inconfessabile di colpa.
C’è stato chi ha detto che sarebbe opportuno fargli una statua, all’ineguagliabile cittadino pistoiese e non certo aglianese, anche se il Sindaco Benesperi se lo è idealmente inscritto nei suoi registri d’anagrafe, appropriandosi della prima panca in chiesa, quella riservata alla famiglia. Il fratello Luigi era infatti seduto con la moglie nella seconda fila, così asseverando in modo definitivo la natura di personalità pubblica di Alessandro Egidio
Non è dato comprendere, poi, com’è che il sindaco abbia decretato il lutto cittadino, anche di due sole ore, in pieno contrasto con il principale requisito di residenza nel comune.
Vannino era residente alle Querci nel Comune di Pistoia. Tale palese incongruenza, distingue definitivamente il Comune di Agliana per la presenza di notevoli residenti astratti, qual è il noto personaggio cinematografico Prof. Alfeo Sassaroli, già citato in una missiva anonima per la segnalazione di ridicoli illeciti urbanistici che hanno impegnato ben quattro dipendenti nelle “indagini urbanistiche” coordinate in due sessioni da Maria Pignatiello.
Un caso di ricercato conformismo del sindaco per la disperata acquisizione del consenso politico raschiando il fondo del barile dopo avere navigato nell’inciucio con i democratici o una svista della Chiaroni che non l’ha fatto notare al suo antagonista politico Benesperi?
Vannino – questa la verità storica esatta – è comunque stato tutt’altro che un esempio di vita francescana. Chi lo propone come tale, confonde la bontà d’animo, la cordialità e la gentilezza che lo caratterizzavano indubitabilmente, con la santità del primo Santo nazionale. Lo dice bene lui stesso, nella intervista/biografia “il ricco primitivo” del bravo documentarista Roberto Russo: carbonara con pancetta, divertimento, comodità degli abiti e bella vita (di una volta), non rimpiangendo nulla, munito in questo in tanta dignità e umanità (Gerardo Modesto dixit).
Ascoltate tutta l’intervista per giudicare il contesto e il personaggio, distinguendo nelle contraddizioni la circostanza che emerge, seppur parzialmente – ma come un iceberg – con il “non detto” rimasto sommerso. Quanti dei presenti – incluso anche chi scrive – lo hanno mai invitato al proprio desco per una sobria cena, ancorché oggi ne celebrino le sue simpatia e virtù, come doti umane e pseudo spirituali ancorché incomprensibili? Di grande effetto suggestivo è stata la narrazione della negoziante nella video-biografia, che spiega che sulla sua pelle, lui diceva di non “sopportare alcun tessuto o spugna”, così configurandogli un’aura di protezione del derma che lo giustificava a condursi a torso nudo in qualunque stagione, senza curarsi dell’aspetto o dell’igiene.
Vannino – un solitario, forse poco mistico – ha però avuto un pregio importante, quello di fare rincontrare molti che si erano perduti da lunghi anni: Lubiano (il cinese), la cerchia dei frequentatori del Bar Anisare, l’amico sincero e autentico Modesto Gerardo (che si è anche riavvicinato al sindaco Benesperi da lui prima seguito e sostenuto, poi detestato e abiurato per la serie di impronunciabili inciuci diccì), Carmine Viscusi e molti altri olders che avevano negli occhi le immagini di quando – erano episodi degli anni 80 – il personaggio usciva dalla sua Mercedes blu in uno svolazzante abito di seta bianco per comprare le sigarette all’appalto di via Matteotti, lasciando l’auto in mezzo alla via, con lo sportello aperto e una fila di automobilisti rassegnati e pazienti nell’attesa della ripartenza.
Tra le note di colore, che hanno accompagnato le esequie tanto insolite, si sono registrati incredibili applausi dopo l’omelia del parroco, oltre ai numerosi cappelli tenuti in capo, seppure non fosse nemmeno freddo in chiesa.
Così osserviamo, quindi, il tentativo della comunità dei “non concittadini” aglianesi di voler redimere la pubblica coscienza nell’esternazione di un commiato esemplare, partecipato, spettacolarizzato dalla TV e dai quotidiani locali con un risalto assicurato grazie ai social nell’attestazione di suprema originalità e differenziazione del defunto, con centinaia di struggenti commenti farciti di insopportabile, ipocrita retorica.
Forse – tutto questo – solo per lavarsi via il debito per l’effettivo abbandono a se stesso del compianto, esercitando un liberatorio moral washing pubblico: ciò che è di tutti, non è di nessuno…
Quando nel 2021 Vannino ha subito e vissuto il dramma del Tso (trattamento sanitario obbligatorio) e il sequestro della casa, oltre alla numerosa lista di feisbucchiani indignati sono stati in pochi a portargli una parola di conforto e una stecca di sigarette al cancello. Venne aperto un profilo Fb a lui dedicato – però chiuso a pochi eletti – con il titolo di Vannino Fan Club (!), ma risultando una contraddizione in termini, visti i 9.863 iscritti.
In quei giorni, si sono fatti vicino a lui solo il generoso e sincero amico storico, Modesto Gerardo e poche altre famiglie, ma non certo le «autorità costituite» o qualche comitato di cittadini che non lo hanno per niente assistito nel rientro.
Vannino era amato e considerato sì, ma con con sufficienza; e con un perfetto distacco da tutti. E specificatamente i “non concittadini” aglianesi, anche se lo incontravano in strada e gli offrivano una sigaretta.
Concedetegli adesso il silenzio e magari qualche preghiera che si accompagni davvero a un sentimento di debita “cristiana rassegnazione del mistero della vita”.
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]