resipiscenti. CALAMAI SCOPRE L’INCENERITORE E PROTESTA

Le ricadute inceneritore Montale, sono massime su Montemurlo, per effetto dei venti dominanti

Calamai protesta oggi per l’inceneritore ma Lorenzini ignorava gli stessi argomenti

MONTALE — MONTEMURLO. Il Comitato per la Chiusura dell’Inceneritore di Montale, rimane stupefatto dalla presa di posizione del Sindaco Simone Calamai per il Comune di Montemurlo che ritiene «Importante valutare le prospettive di riconversione in un’ottica di chiusura del ciclo dei rifiuti a livello locale … la volontà del Comune di Montemurlo è chiara: il termovalorizzatore di Montale deve essere spento. Vigileremo affinché siano rispettati gli accordi che prevedono di arrivare al fermo dell’impianto entro il 2023 — sottolinea con forza il sindaco Calamai — si tratta di un traguardo che Montemurlo aspetta ormai da molti anni, un punto fermo sul quale non si torna indietro e verificheremo con la massima attenzione che questo accada».

Il sindaco Calamai, si dichiara consapevole della minaccia alla saluta portata dall’impianto sul confine di Montale/Agliana: meglio tardi che mai, dice il Comitato antinceneritorista

La cosa non potrà che essere confrontata con l’atteggiamento di inerzia e somma reticenza che fu storicamente affermata dalle precedenti amministrazioni che, con il Sindaco Lorenzini, non si esponeva molto nelle rivendicazioni di critica dell’impianto del Cis, definito dal Mise “impianto insalubre di prima categoria”.

Oggi arriva un “cambio di direzione” sorprendente che non potrà non essere ponderato per dimostrare la serie di omissioni tenute a livello tecnico (Usl Toscana — Dip. Prevenzione) e politico, con le politiche inceneritoriste dei partiti di destra e sinistra, indifferentemente.

Bene fa il Sindaco Calamai a scrivere alla Regione Toscana, chiedendo esplicitamente che il Piano regionale di gestione dei rifiuti prevedesse chiaramente la volontà di arrivare alla chiusura dell’impianto chiedendo “le soluzioni alternative previste dalla Regione per lo smaltimento dei rifiuti”.

Mauro Lorenzini, ex Sindaco non sapeva delle ricadute inquinanti?

E ancora meglio farà il nuovo Sindaco (verdolino…o cosa?) a considerare l’ovvio: cioè che “…l’inceneritore di Montale si trova solo a poche decine di metri dal confine di Montemurlo nella zona di Oste e dunque ogni decisione sull’impianto ha un impatto diretto sulla comunità locale

Non possiamo pensare di avere un impianto del genere alle porte di casa e non essere, insieme agli altri Comuni, tra i soggetti promotori delle decisioni che avranno un impatto diretto sulla nostra comunità».

Bene, Il Comitato si compiace della resipiscenza su tematiche di indirizzo “ambientale-sanitario” ma allora delle due l’una: o Calamai è esagerato e inopportuno o è stato Lorenzini reticente, superficiale e magari pilotato dagli inceneritoristi, quando negava a questo comitato un confronto diretto insieme a Usl Toscana.

Allora l’Usl Toscana si chiamava “Usl 4” e, a capo del Dipartimento di Prevenzione sedeva Aldo Fedi, che non mancò di rispondere al Comitato con un molto formale diniego istituzionale alla richiesta di un confronto a tre con il Sindaco.

Era un lustro fa e il contraddittorio negato, avrebbe permesso di denunciare alle pubblica opinione le ovvie constatazioni che furono negate – nella loro solare evidenza, sia dal Fedi che dal Lorenzini – dimostrando loro una manifesta volontà di tenere il coperchio ben chiuso sulla pentola che bolliva.

[Comitato per la chiusura dell’inceneritore di Montale – Comunicato stampa]

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