MARESCA-MONTAGNA. Una mostra di fotografie di una non-fotografa. Si intitola “Riflessi di viaggio”, mostra quasi fotografica in due tappe di Lucia Geri, che nel retro dell’invito di presentazione della mostra, evidenzia, forse per schermirsi o giustificarsi, di non essere una fotografa, ma una come tanti che scatta fotografie per divertimento, ricordo o per documentazione.
Gli strumenti utilizzati sono le semplici fotocamere che ognuno di noi ha nel cellulare o nei più moderni smartphone, oppure sono le piccole macchine digitali di medio-bassa qualità. Niente apparecchiature e obiettivi sofisticati, niente filtri, niente tecnica e tecnologia, soprattutto niente post-elaborazione degli scatti catturati, solo “semplice” ed essenziale inquadratura, a dimostrazione che l’obbiettivo più sofisticato è il nostro occhio guidato però dalla passione e dalla capacità di cogliere il “diverso” o il “particolare”, che pur essendo sotto gli occhi di tutti sfugge ai più.
Guardare, valutare e in questo caso, cogliere le cose da un punto di vista non considerato. Uscire fuori dagli schemi e dal conformismo dell’attuale selfie. Mettere al centro non se stessi ma il bello che quotidianamente ci circonda e non sappiamo vedere. Valutare in modo diverso, ritornare sui propri passi riconsiderare e non dare niente per scontato, mettere e mettersi soprattutto in discussione. Continuare a meravigliarsi del quotidiano come se fosse la prima volta.
Si rimane letteralmente abbacinati dalle fotografie, alcune così perfette nei colori e nella composizione da stentare a credere che siano momenti presi al volo, visti e colti con prontezza, perché irripetibili. Rimanere sopresi dalla bellezza delle pozzanghere di acqua colpite da un fascio intenso quanto fortuito di luce che mostra il mondo circostante capovolto, leggermente deformato o sfocato ma in modo così particolare ed irregolare che nessun filtro o elaborazione grafica saprebbero replicare.
Fondere con un gioco naturale di riflessi la realtà circostante in un’unica immagine, sfruttando quando una finestra, quando una vetrina, quando il cofano o il parabrezza di una macchina posteggiata. Inquadrare l’esterno ma far vedere l’interno o viceversa.
Spesso scattiamo foto per catturare un paesaggio una situazione, una persona cara ma rimaniamo poi delusi dal risultato perché con l’immagine catturata non riviviamo quell’emozione che quel paesaggio, quella situazione o quella persona in quel preciso momento ci suscitava o ci trasmetteva. Sapere, ed apprendere dalle stesse parole dell’autrice, che quanto rappresentato nelle foto è esattamente ciò che ha visto è emozionante.
La fotografia deve essere non solo immagine ma anche racconto. Racchiudere storie, suscitando emozioni, in uno scatto di decimi o forse meno di secondo non è semplice.
Una mostra interessante, una mostra che parla di viaggi e di momenti vissuti, una mostra in cui c’è tanto di fotografia.
Fino al 30 luglio a Maresca, poi dal 4 al 17 agosto con altri scatti, pardon con altri riflessi, a San Marcello.